Quattro incontri per riflettere sulle ripercussioni delle guerre più recenti
Memorie di conflitti, tra passato e futuro
04-05-2007 / Giorno per giorno
In che maniera la memoria dei conflitti e il modo in cui viene trasmessa di generazione in generazione si ripercuotono sull'attualità? E' questo l'interrogativo che farà da filo rosso al nuovo ciclo di incontri "La memoria e il dialogo", in calendario dal prossimo 8 maggio, con quattro appuntamenti pomeridiani, tra la biblioteca Ariostea e il Cafè de la paix. Giunto alla sua sesta edizione, il programma di conferenze 2007 ha come titolo "Il passato crea il futuro" ed è promosso da Comune e Provincia di Ferrara, all'interno del progetto Ferrara Città per la Pace, con la collaborazione del Movimento Nonviolento e della Fondazione "Alexander Langer" Stiftung
"Fare memoria dei conflitti che hanno segnato profondamente il nostro Paese e i Paesi vicini per giungere a un confronto - sostengono i promotori del ciclo - significa riaprire comunicazioni drammaticamente interrotte tra i protagonisti e i loro eredi. È una cifra comune a tutte le rassegne la Memoria e il Dialogo, e in questo caso si aggiunge una ricerca ulteriore di rapporto tra memorie contrapposte, ma che non si escludono a vicenda, fino alla scrittura di una storia comune".
I diversi casi che verranno analizzati raccontano di processi non conclusi, iniziati per volontà di giovani, insegnanti e associazioni impegnati nella ricostruzione di un tessuto sociale lacerato dalla guerra. Nel primo incontro, previsto per martedì 8 maggio, alle 16, nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea, due rappresentanti dell'associazione cipriota Historical Dialogue riferiranno il lavoro congiunto di insegnanti greco-ciprioti e turco-ciprioti nella scrittura di una storia comune. Un tema, quello delle divisioni ancora presenti sull'isola mediterranea, che da tempo è all'attenzione di Comune e Provincia di Ferrara, promotori di uno specifico progetto di servizio civile volontario internazionale.
Giovedì 10 maggio, alle 17,30, al Cafè de la Paix saranno invece protagonisti Ivan Butina e Gabriel Auer. Ivan è uno studente universitario nato a Sarajevo da una famiglia interetnica e residente a Bologna da diversi anni. Assieme a un'associazione di giovani bosniaci in Italia, da tempo si batte per impedire che l'odio dei padri si trasmetta ai figli e affinché la diaspora bosniaca aiuti in un'azione di conoscenza, comprensione e condivisione, nella prospettiva della ricostruzione di una convivenza civile. Con lui Gabriel Auer, della Fondazione Langer, parlerà del progetto "Adopt Srebenica" per la costruzione di un centro culturale interetnico nella città di Srebrenica, emblema delle atrocità che hanno contrassegnato il conflitto nella ex Jugoslavia.
Sempre al Cafè de la Paix, venerdì 18 maggio, alle 17,30, Marino Vocci e Franco Juri accompagneranno il pubblico nella ricostruzione della tormentata vicenda del confine italiano orientale, toccando temi come quelli delle foibe e dell'esodo delle popolazioni di lingua italiana da Istria e Dalmazia, di cui si è tornati a parlare in anni recenti, dopo un lungo silenzio. Marino Vocci è un giornalista triestino da sempre studioso di questi temi e impegnato nella Fondazione "Alexander Langer" e Franco Juri, già parlamentare e ambasciatore sloveno.
A concludere la rassegna, martedì 22 maggio alle 18, ancora al Cafè de la Paix, sarà un incontro su uno dei conflitti attuali più aspri, quello tra Israele e Palestina. Massimo Tesei, presidente della cooperativa "Una città", presenterà il lavoro congiunto di gruppi di israeliani e palestinesi confluito in due testi: "La storia dell'altro", che giustappone la narrazione del conflitto nelle versioni di insegnanti e studenti dei due popoli, e una raccolta di esperienze e lettere dei membri di Parents' Circle, associazione composta da genitori israeliani e palestinesi che hanno perduto i loro figli nel conflitto.