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Politiche ambientali in primo piano al convegno sul mutamento climatico

Drastica riduzione degli ossidi di azoto emessi al petrolchimico

11-05-2007 / Giorno per giorno

"I 70 milioni di euro investiti da Yara fra il 2001 e il 2006 per il miglioramento dei propri impianti hanno determinato una riduzione del 35% degli ossidi di azoto prodotti (quantitativo equivalente alla somma degli ossidi di azoto prodotti dal traffico veicolare nei tratti ferraresi dell'A13 e della Romea) e dell'8% del metano utilizzato, equivalente al 50% dei consumi delle famiglie ferraresi. Altri trenta milioni saranno spesi da Yara entro il 2011". A riferire il dato è stato Alberto Bassi, responsabile del servizio Ambiente del Comune di Ferrara, nel corso dell'intervento svolto durante il convegno "Dal globale al locale, piani di azione per il clima", organizzato da Regione Emilia-Romagna e Arpa regionale con il patrocinio di Comune, Provincia e Università di Ferrara.
Il sindaco Sateriale, che ha presieduto i lavori della seconda e conclusiva giornata (nella quale sono intervenuti fra gli altri i presidenti delle commissioni Ambiente del Senato, Ronchi, e della Camera, Realacci, e l'assessore regionale Lino Zanichelli) ha colto l'occasione per ripercorre le tappe del Piano di programma per il petrolchimico, del quale è imminente il rinnovo.
"Quando nel 2000 abbiamo avviato il ragionamento - ha ricordato il sindaco - la domanda era cosa fare di un petrolchimico che a Ferrara funzionava ormai da 60 anni. Avremmo potuto far finta che non esistesse, continuando a ignorarlo come in passato è sempre avvenuto, quasi fosse un'entità distinta dalla città; oppure avremmo potuto cercare di chiuderlo, inducendo la dismissione delle attività: una scelta sbagliata che comunque non dipendeva dal Comune".
"La nostra scelta - ha rammentato - è invece stata quella di riunire attorno a un tavolo le istituzioni, le grandi imprese e i sindacati, spiegando che la condizione per continuare a occupare l'area era garantire investimenti industriali e ambientali. Di conseguenza, abbiamo reso espliciti i rischi connessi alle produzioni definendo insieme alle imprese le procedure per una loro trasparente gestione. Abbiamo imposto l'avvio della bonifica del sito. E abbiamo concertato ipotesi per una reindustrializzazione non petrolchimica. Questi sono i presupposti all'accordo del 2001".
"In questo quadro - ha segnalato - abbiamo accolto la richiesta di costruire una centrale turbogas a ciclo combinato, purché inquinasse meno delle centrali già in funzione. Quella era e resta per noi una linea invalicabile". La discussione di questi anni - ha riconosciuto Sateriale - ha contribuito a tenere alta l'attenzione e ci ha indotto a ribadire le nostre richieste, aggiornandole alla luce della nuove conoscenze e di ciò che gli sviluppi tecnologici rendono oggi possibile. "Abbiamo chiesto una nuova Valutazione di impatto ambientale per la centrale, ma su questo non abbiamo avuto risposte chiare. Con Eni però stiamo lavorando comunque per ridurre l'impatto ambientale dell'impianto".
A margine del convegno, l'assessore al Petrolchimico, Raffaele Atti, ha segnalato come gli effetti degli investimenti compiuti da Yara dimostrino che "l'accordo del 2001 sta già dando frutti e una significativa spallata all'inquinamento è già stata data".
Atti ha preso nota con soddisfazione anche delle dichiarazioni dell'assessore all'Ambiente dell'Emilia-Romagna, Zanichelli, il quale ha espresso apprezzamento per le Amministrazioni che hanno saputo tradurre in politiche locali virtuose il protocollo di Kyoto, indicando fra queste l'accordo di programma per il petrolchimico di Ferrara. "Zanichelli inoltre - commenta Atti - in riferimento all'obiettivo del risparmio energetico, ha riconosciuto la bontà degli impegni assunti a Ferrara, Ravenna e Piacenza con la scelta di centrali turbogas per convertire e incrementare le produzioni precedenti di energia, poiché tali impianti garantiscono un miglioramento della situazione ambientale a seguito dell'utilizzo di combustibile pregiato".