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Oggi alla presenza del Sindaco la cerimonia a palazzo Massari

Inaugurata la sala del lascito di Luciano e Anna Maria Boari Ghe

15-05-2007 / Giorno per giorno

Si è svolta oggi pomeriggio a palazzo Massari, alla presenza del sindaco Gaetano Sateriale e del docente dell'Università di Ferrara Ranieri Varese, l'inaugurazione della sala del lascito Boari Ghe.
La sala ospita una selezione delle opere donate il 25 marzo 2005 da Anna Maria Boari Ghe, anche nel nome del marito Luciano Boari, alle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. Il lascito è costituito da un gruppo di sedici opere - 11 olii e 5 acquerelli - di Gaetano Turchi (Ferrara 1817-1851), Giuseppe Gozzini (Livorno 1806-Ferrara 1886) e Alessandro Guardassoni (Bologna 1819-1888).
Anna Maria Boari Ghe aveva fondato nell'autunno del 1995 l'associazione "Amici di Gaetano Turchi, pittore ferrarese", bisnonno materno del marito Luciano Boari. Tra gli scopi dell'associazione, oltre alla divulgazione dell'opera di un maestro che, "operoso a Ferrara, Firenze e Roma […] in così breve vita ha dato lustro alla sua città" (Boari Ghe, 1998), vi era anche la promozione di restauri che garantissero la conservazione e la migliore fruizione delle opere del Turchi. L'associazione "Amici di Gaetano Turchi", al momento della sua cessazione, ha devoluto il suo patrimonio sociale e l'archivio all'associazione "Ferrariae Decus" affinché ne proseguisse l'opera.
D'intesa con le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, l'associazione "Ferrariae Decus" ha finanziato il restauro di tre tele, tra quelle donate, che ne necessitavano con maggiore urgenza: la Madonna genuflessa impegnata nella Sacra lettura e l'Autoritratto giovanile con tavolozza e pennello del Turchi e Il ponte sull'Arno del Gozzini.
Le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea hanno finanziato, per parte loro, il restauro della Sacra famiglia con San Giovannino e Maria Maddalena del Gozzini. Il dipinto, copia dell'omonimo soggetto di Palma il Vecchio conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze, sarà esposto nel corridoio che collega i camerini del Principe presso il Castello e il Palazzo comunale, punto di transito per i visitatori e i turisti.
Gli altri olii, ancora da restaurare, sono esposti in parte in questa sala, in parte in sala 17, mentre le opere su carta, una volta restaurate, verranno esposte a rotazione.
La scheda - Dopo una prima formazione compiuta a Ferrara presso la bottega di Gaetano Domenichini, Turchi si reca a Firenze nel 1836 per completare i suoi studi alla Reale Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Bezzuoli. E' nel capoluogo toscano che Turchi riceve i primi riconoscimenti: qui nel 1839, alla Mostra dell'Accademia, presenta il dipinto che apre questa sala, la Madonna genuflessa impegnata nella Sacra lettura, un suggestivo brano pittorico di invenzione che mostra l'interesse del giovane pittore per i maestri della fine del Quattrocento e degli inizi del Cinquecento. L'Autoritratto giovanile con tavolozza e pennello è di dieci anni precedente all'Autoritratto della maturità (sala 17), e mostra un Turchi appena ventenne, con in mano gli strumenti del mestiere e lo sguardo fiducioso verso il futuro. Accanto all'autoritratto è esposto il Ritratto di Francesco Tranz, primo direttore, dal 1812 al 1852, del famoso saponificio "Chiozza e Turchi" di Pontelagoscuro, oltre che pubblico amministratore e influente personaggio politico alla corte imperiale di Vienna. Appartenente all'ultima maniera dell'artista, il ritratto del Tranz appare ispirato allo stile purista di Francesco Hayez, sia per l'impianto compositivo che per la scelta di una gamma cromatica sobria e giocata sui toni del bruno.
Tra il 1840 e il 1850 a Firenze Turchi frequenta alcuni dei personaggi di rilievo della scena artistica e politica toscana, tra cui Giovanni Fattori, Francesco Domenico Guerrazzi e Giuseppe Gozzini, pittore livornese allora attivo a Firenze. Anche Gozzini aveva studiato all'Accademia fiorentina e, dal 1822, aveva iniziato l'attività di copista agli Uffizi prediligendo artisti come Raffaello, i Carracci, Carlo Dolci e Fra' Bartolomeo. Sposò Carolina Guerrazzi dalla quale ebbe una figlia, Sofia, pianista e pittrice dilettante, divenuta poi la seconda moglie di Luigi Turchi, il fratello di Gaetano che successe al Tranz nel 1852 nella direzione dello stabilimento "Chiozza e Turchi". Nel 1872 Gozzini lasciò Firenze per riavvicinarsi alla figlia, trascorrendo così gli ultimi anni di vita a Ferrara, dove è sepolto in Certosa. In questa sala sono presenti alcune sue opere: il ritratto del nipote Carlo Turchi bambino con cane e trombetta, il vivido ritratto dell'amata moglie Carolina Guerrazzi Gozzini, la composizione mitologica intitolata Venere, Cupido e il gigante e una bella veduta della Firenze ottocentesca colta dal Lungarno, con la Chiesa di San Frediano in Cestello e, sullo sfondo, il ponte alla Carraia.
(testo a cura della direzione delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara)