SPETTACOLO E FOTOGRAFIE DAVANTI AL "CORTAZAR" DI PONTE: CRONACA DI UNA FESTA
Un anno di teatro comunitario nel paese che (non) c'è
19-06-2007 / Giorno per giorno
Il Gruppo di Teatro Comunitario di Pontelagoscuro, un progetto che vede condividere impegno e risorse umane e organizzative il Teatro Nucleo di Ferrara, il Centro Servizi per il Volontariato, il Comitato Vivere Insieme di Pontelagoscuro, la Circoscrizione Zona Nord, ma soprattutto cittadini residenti in quella ampia fetta di territorio che confina con il grande fiume, ha compiuto un anno e domenica scorsa 17 giugno ha vissuto un importante momento di festa proponendo alla città spettacoli, balli e degustazioni, quindi l'inaugurazione di una mostra fotografica di Marco Bigoni che testimonia attraverso le immagini tutto il percorso effettuato fino ad oggi. Vi proponiamo un breve resoconto a cura degli organizzatori e una scheda del progetto.
Il Gruppo di Teatro Comunitario di Pontelagoscuro ha compiuto un anno, e non avrebbe potuto ricevere regalo più bello dell'abbraccio del pubblico di domenica scorsa (17 giugno). Alcune centinaia di spettatori hanno infatti assistito alla messa in scena itinerante della storia del paese, fatta di ricordi e vecchie canzoni. "E' stato per noi un anno intenso, emozionante, gioioso, creativo - ha raccontato il regista Antonio Tassinari, in apertura - Ci sentiamo ormai un vero gruppo di teatro e il nome che ci siamo dati, Teatro Comunitario, non è semplicemente un nome, ma ciò che ci anima e ci contraddistingue. Siamo pensionati e bambini, maestre e operai, studenti e commercianti, teatranti e impiegati che, valicando confini generazionali e di condizione sociale, si sono riuniti intorno ad un progetto comune per ricercare, nelle proprie molteplici radici, un'identità condivisa, convinti che privati della memoria del passato non è possibile vivere un presente degno e progettare il futuro armonico di una comunità che voglia chiamarsi tale. Siamo orgogliosi del cammino fatto, convinti che questa nostra esperienza è un esempio vivo di come sia possibile la pratica di una cultura popolare, partecipata e inclusiva, riconsegnando al Teatro un suo ruolo nella trasformazione individuale e collettiva, contro l'isolamento, l'intolleranza, l'indifferenza, la depressione, patologie endemiche della modernità". Lo spettacolo di ieri ha infranto le barriere tra pubblico e attori, sia fisicamente, perché ha mescolato tutti sulla scena, che nella memoria collettiva che veniva rappresentata e in cui tutti potevano riconoscersi. "Ho pianto e ho riso, che emozione!", ha detto al termine dello spettacolo Michele, quarantenne geologo ferrarese, che pur non essendo direttamente coinvolto dalla storia di Pontelagoscuro, ha finito col sentirsene parte. "Il paese che non c'è" non è solo uno spettacolo per i pontesani, sia perché il gruppo non è solo di autoctoni, sia perché parla un linguaggio universale: quello dell'orgoglio per le proprie origini ma anche dell'apertura all'integrazione, complessa ma inevitabile. "Bellissimo in questi tempi di non dialogo, vedere delle generazioni così distanti, unite per un progetto comune", ha aggiunto Matteo, giovane medico ferrarese. La festa si è poi protratta fino a sera con canti, balli e degustazioni nel Parco Tito Salomoni, adiacente al Teatro Cortazar, sede del Gruppo.
LA SCHEDA
UNA DOMENICA CON IL TEATRO COMUNITARIO
17 giugno 2007 Parco Tito Salomoni, Pontelagoscuro.Ferrara
Nel borgo di Pontelagoscuro, alle porte di Ferrara, è nato da oltre un anno uno strano gruppo di teatro. E' formato da oltre 50 cittadini del paese/quartiere, in rappresentanza di tutte le generazioni e strati sociali. Pensionati e bambini, maestre e operai, studenti e commercianti, si sono riuniti intorno ad un progetto comune per "parlare" delle proprie radici, convinti che privati della memoria del passato non è possibile vivere un presente degno e progettare il futuro armonico di una comunità.
Il Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro, questo è lo strano nome che lo strano gruppo si è dato, è apparso subito a tutti i partecipanti uno spazio dove è finalmente possibile sperimentare e vivere concretamente la tolleranza, l'accoglienza, la solidarietà, la partecipazione.
La comunità di Pontelagoscuro nel suo insieme ha accolto con entusiasmo la nascita del gruppo, collaborando attivamente alla realizzazione dello spettacolo "Il Paese che non c'è. Vita, storia e memoria di Pontelagoscuro"; scuole, associazioni, singoli cittadini, tanti sono stati i contributi volontari che hanno dato forza e ragion d'essere al progetto. In brevissimo tempo il Teatro Comunitario è divenuto una realtà imprescindibile per il territorio d'appartenenza, punto di riferimento per la crescita individuale e collettiva, specchio di una intera comunità.
Oggi il consolidamento di questa esperienza è esempio di come sia possibile la pratica di una politica socio culturale partecipata, la rinascita di una cultura popolare finalmente inclusiva, riconsegnando al Teatro un ruolo nella lotta contro l'isolamento, l'intolleranza, l'indifferenza, la depressione; patologie endemiche della modernità.
Antonio Tassinari, responsabile del progetto e storico attore del Teatro Nucleo che a Pontelagoscuro da ormai venti anni ha la sua sede nel Teatro Julio Cortázar, così si è rivolto agli spettatori a conclusione della prima dello spettacolo nell'ottobre scorso: " ...noi tutti usciamo da questa esperienza comunitaria trasformati, noi che l'abbiamo vissuta, ma sono certo anche voi, che solo oggi l'avete condivisa. Questo ci insegna che la cultura, l'arte, il teatro possono, devono, sono un motore di trasformazione personale, collettivo, sociale. Ci donano la possibilità di praticare un altro mondo possibile, qui, adesso, nella comunità, per la comunità".
PER INFO: www.teatronucleo.org/progetti/memoria.html
TEATRO COMUNITARIO c/o Teatro Nucleo - via Ricostruzione, 40 - Pontelagoscuro FERRARA (I)
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