Domani alle 11 Santa Messa in diretta tv
San Cristoforo si mostra alla città nel suo rinnovato splendore
22-09-2007 / Giorno per giorno
A conclusione del restauro architettonico e delle opere d'arte, il tempio di San Cristoforo alla Certosa si presenta alla città e celebra il suo "ritorno all'antico splendore" con la diretta televisiva nazionale della Santa Messa di domenica 23 settembre.
Dopo il concerto inaugurale di venerdì sera con il coro della Cappella musicale pontificia Sistina, domenica alle 11 l'Arcivescovo di Ferrara e Comacchio Mons. Paolo Rabitti celebrerà la Santa Messa ripresa in diretta su Rai Uno. L'accesso alla funzione sarà permesso non oltre le 10,40. Nella giornata di domenica la chiesa resterà aperta al pubblico fino alle 17,15.
San Cristoforo alla certosa, restituzione di una storia
La Storia è sempre stata poco clemente con l'edificio e le opere in esso conservate, poiché con le soppressioni napoleoniche la Certosa divenne caserma e i dipinti che erano patrimonio della chiesa e del monastero vennero dispersi tra varie istituzioni o finirono in mano privata. Acquisita dal Comune, la chiesa venne riaperta al culto nel 1813, mentre l'area adiacente fu adibita a cimitero pubblico, con conseguenti, pesanti manomissioni al meraviglioso complesso monastico.
Dopo i bombardamenti che, 63 anni fa, distrussero il campanile, parte del lato destro e parte dell'abside danneggiandone il coro, iniziarono i primi interventi di restauro. Nei primi anni Settanta, San Cristoforo venne riaperto al culto, sia pure in modo parziale, dato che l'abside, i transetti e le dodici cappelle laterali furono tamponate e il loro spazio divenne magazzino di una parte degli antichi arredi.
Finalmente, nel giugno del 2003 il Comune di Ferrara, proprietario dell'immobile, ha dato vita all'istanza di restituire alla città il Tempio di San Cristoforo alla Certosa pienamente funzionante, allestito con le opere e gli arredi di antica commissione certosina rimasti di proprietà comunale, e con quanto vi pervenne nell'Ottocento quando alla chiesa fu attribuita la funzione cimiteriale.
Con il Comune è scesa in campo la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, con l'obiettivo di sanare una ferita aperta per troppo tempo e di restituire il tempio al culto, in accordo con le necessità liturgiche indicate dall'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.
Il primo blocco di interventi si è concentrato sul "contenitore", ovvero il tempio rossettiano. Iniziato nel febbraio 2004, il restauro architettonico (finanziato dallo Stato, dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ferrara e realizzato sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini) ha migliorato la fruibilità e le condizioni di conservazione dell'intero edificio, mentre accurate ricerche hanno guidato la metodologia d'intervento relativa al restauro dell'apparato ornamentale, costituito da cornicioni in cotto, da stucchi, da elementi lapidei e da brani pittorici. Precise analisi stratigrafiche hanno consentito, inoltre, di riscoprire l'originaria tinteggiatura a calce verde olivigno delle pareti che amalgama il complesso decorativo con la struttura architettonica, creando un effetto di straordinaria efficacia e bellezza che esalta l'atmosfera del tempio rinascimentale, nel quale, tra l'altro, trova posto il nuovo altare realizzato dall'Officina Rivadossi di Brescia secondo i precetti liturgici sanciti dal Concilio Vaticano II.
Parallelamente a questo intervento, ha preso corpo il progetto di restauro e ricollocazione delle opere pittoriche e degli arredi storici, un lavoro di raro impegno per la quantità e qualità degli oggetti interessati. Si è trattato infatti di catalogare, studiare, restaurare e ricollocare complessivamente circa 130 dipinti, tre cori lignei, il ciborio con altare, 14 ancone con le relative pale (tele e tavole), tre crocifissi e, inoltre, numerosi inginocchiatoi e mobili di varie tipologie liturgiche e funzionali.
In collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Bologna, quest'opera imponente è stata scandita in diverse fasi, che hanno visto il 3 dicembre 2006 una prima apertura al pubblico, con un allestimento parziale ma già significativo. In questa occasione si sono potuti ammirare, nella cornice architettonicamente elegante del Tempio, il Ciborio monumentale intagliato nel 1597 da Marcantonio Maldrato su disegno di Nicolò Donati; l'ancona absidale con pala del Bastianino e raffigurante il Santo a cui è dedicata la chiesa; i cori dei transetti realizzati agli inizi del Settecento; le ancone delle cappelle laterali con pale di Nicolò Roselli che narrano gli episodi salienti della vita di Cristo.
Nel frattempo numerose squadre di restauratori hanno continuato a lavorare su tele, tavole e arredi, in modo da consentire ai Musei Civici d'Arte Antica di far tornare nella loro sede originaria, oltre a tutte le rimanenti opere, le due gigantesche ancone dei transetti (oltre 10 metri di altezza) realizzate dalla bottega di Ercole Aviati che ospiteranno di nuovo, per generosa concessione della Soprintendenza di Brera (sotto la cui tutela pervennero a seguito delle soppressioni napoleoniche), due pale del Bastianino raffiguranti l'Ascensione di Cristo e il Giudizio Universale.
Il 21 settembre questa immensa mole di lavoro sarà conclusa e per la prima volta dopo quasi due secoli il Tempio di San Cristoforo sarà pienamente restituito alla città.
Non a caso ciò avviene nell'anno dedicato a Ferrara Città del Rinascimento e all'età di Borso d'Este. Fu Borso, infatti, a promuovere nel 1452 la costruzione del monastero lontano dal centro abitato, come imponeva la regola dell'ordine certosino. Il suo isolamento fu però breve e già pochi decenni dopo, con il compiersi dell'Addizione Erculea, il complesso venne racchiuso nella cerchia delle mura estensi, perdendo così la caratteristica di "eremo" ma entrando nell'immagine della città. Nel 1498, accanto alla primitiva chiesa, fu avviata la costruzione del nuovo e attuale tempio. La grandiosità delle proporzioni, che si sposa con la plasticità dell'architettura modulata dalla luce, ha suggerito l'attribuzione del progetto a Biagio Rossetti.
Il notevole sforzo scientifico, oltre che economico, richiesto da questa impresa davvero colossale ha unito il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara a tutte le migliori forze cittadine. «Recuperando San Cristoforo, Ferrara e la cultura recuperano», è la convinzione del Sindaco Gaetano Sateriale e del Presidente della Fondazione Sergio Lenzi, «non solo un gioiello d'architettura e di arte ma una testimonianza importante della storia italiana.»