Al museo di Storia naturale la mostra aperta fino al 27 gennaio
Le stagioni dei maceri: passato, presente e futuro di un patrimonio di isole d'acqua
27-11-2007 / Giorno per giorno

Come sta la fauna minore dell'Emilia Romagna e qual'è lo stato di salute dei maceri sparsi qui e là in tutto il territorio provinciale? A queste domande hanno cercato di dare risposte attraverso un puntiglioso lavoro di ricerca gli operatori del museo civico di Storia Naturale, in particolare Carla Corazza e Stefano Mazzotti, coadiuvati da dieci volontari del servizio civile nazionale, che hanno censito uno per uno oltre quattrocento maceri rimasti nel nostro territorio (circa la metà rispetto a trent'anni fa), incrociando poi i dati con quelli di tutta la provincia. Questo lavoro di paziente raccolta di dati, documenti cartacei e fotografici, reperti e quant'altro sarà visibile a tutti in una mostra appositamente allestita in via De Pisis 24 dal 17 novembre alle 17.30, giorno dell'inaugurazione, fino al 27 gennaio 2008. la cerimonia sarà preceduta alle 17 dalla presentazione di un volumetto voluto dalla regione sulla "Fauna Minore", realizzato sempre dallo staff del museo Corazza - Mazzotti. Nel corso della conferenza stampa svoltasi questa mattina nella sede del museo, sono intervenuti il direttore Fausto Pesarini, la ricercatrice Carla Corazza e il responsabile dell'unità operativa Promozione e Didattica delle Arti Sceniche del Comune che proprio sui maceri e in particolare sul loro utilizzo originario per la produzione della canapa ha realizzato un progetto "Tessere o non essere". Il programma generale dell'iniziativa, oltre alla ricca giornata inaugurale, prevede una serie di conferenze organizzate tra novembre e gennaio. Questo in dettaglio il programma di tutti gli appuntamenti e gli incontri:
Inaugurazione e presentazione sabato 17 novembre: alle 17 presentazione della brochure informativa "Fauna Minore dell'Emilia-Romagna", alle 17.30 inaugurazione della mostra. Interverranno: Carla Corazza, Museo di Storia Naturale di Ferrara, curatrice della mostra; Fausto Pesarini, Direttore del Museo di Storia Naturale di Ferrara; Stefano Mazzotti, Museo di Storia Naturale di Ferrara; Elisabetta Mantovani, Dirigente del Servizio Protezione Flora e Fauna della Provincia di Ferrara; Moreno Po, Dirigente dell'Ufficio di Piano della Provincia di Ferrara, Massimo Maisto, Assessore alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara; Sergio Golinelli, Assessore all'Ambiente della Provincia di Ferrara; Gianluca Borghi, Consigliere Regionale e promotore della legge sulla fauna minore; Monica Palazzini, Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna. L'ingresso nella giornata del 17 novembre è libero e verrà distribuita gratuitamente la brochure a tutti i visitatori della mostra.
- Biglietti di ingresso alla mostra: adulti euro 3, ridotti euro 2, gratuito per scolaresche e tutte le altre categorie normalmente esentate dal pagamento del biglietto del Museo. Il biglietto dà diritto anche alla visita di tutte le sale del museo. Orario di visita alla mostra e al museo: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 18.
Ciclo di conferenze (sede via De Pisis 24, inizio alle 21):
- Giovedì 22 novembre, La canapa e la sua industria: passato, presente e futuro. Daniele Martini, Ecocanapa scarl.
- Giovedì 29 novembre In volo sull'acqua: usi, costumi e parentele degli uccelli delle zone umide di acqua dolce Stefano Volponi, Studio Volponi, Ravenna.
- Giovedì 6 dicembre Le invasioni acquatiche: i gamberi killer Roberto Fabbri, Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara.
- Giovedì 13 dicembre: Salvarli si può: esperienze di tutela dei piccoli bacini d'acqua dolce nel carso triestino Nicola Bressi, Museo Civico di Storia Naturale di Trieste.
- Giovedì 20 dicembre Il censimento dei maceri del comune di Ferrara: risultati e futuri sviluppi Carla Corazza, Stazione di Ecologia del territorio , Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara.
- Giovedì 17 gennaio 2007 Connettere per tutelare: la proposta di Rete ecologica provinciale Moreno Po, Provincia di Ferrara.
Il ciclo è riconosciuto come corso di aggiornamento per insegnanti dal C.S.A. di Ferrara, Provv.to N. 13225/P del 17 ottobre 2007.
PER LE SCUOLE - In concomitanza con la mostra, per le scuole di ciascun ordine e grado verrà attivato un modulo di visite guidate al percorso espositivo temporaneo e il laboratorio "Il macero come biotopo", per studiare l'ecosistema del macero nelle sue componenti principali di fauna e flora e le caratteristiche chimico-fisiche. Per prenotazioni, rivolgersi alla Segreteria di Didò, dalle ore 9.00 alle ore 12.30 di lunedì, mercoledì e giovedì. Il costo del modulo è di euro 4 per le scuole elementari, euro 5 per le medie inferiori e euro 6 per le medie superiori.
Alla realizzazione della mostra hanno dato il loro contributo
Servizio Civile Nazionale
Cassa di Risparmio di Ferrara
In collaborazione con: Comune di Ferrara - Servizio Pianificazione Territoriale
Provincia di Ferrara, Regione Emilia-Romagna, Servizio Parchi e Risorse Forestali,
Ecocanapa scarl, Comacchio (FE)
Terra dell'Orso, Ferrara
Azienda Agricola Giorgio Zaniboni, Ferrara
Fotoclub Ferrara
Associazione Didò, Ferrara
SCHEDE E APPROFONDIMENTI (a cura degli organizzatori) - I maceri, ovvero i bacini artificiali d'acqua dolce che, per secoli, sono stati utilizzati nelle zone orientali della Pianura Padana per la lavorazione tessile della canapa (Cannabis sativa), sono indissolubilmente legati alla storia ed alla cultura ferrarese. La coltivazione e l'industria della canapa vennero abbandonate definitivamente nella seconda metà del XX secolo e, da allora, gran parte dei maceri esistenti sono stati progressivamente chiusi, per recuperare terreno per l'agricoltura e l'edilizia. I maceri però hanno adesso un valore importantissimo per la protezione della biodiversità, poichè forniscono l'habitat ideale per moltissime specie di flora e di fauna fortemente minacciate dall'estinzione e, dal 2004, sono in corso censimenti dei bacini superstiti attraverso indagini condotte sia dalla Provincia di Ferrara che dalla Stazione di Ecologia del Museo di Storia Naturale di Ferrara. Le informazioni raccolte vengono già usate per la progettazione di reti ecologiche, sistemi ambientali necessari per la difesa della biodiversità che collegano tra loro luoghi di buon valore naturalistico. Nel frattempo, però, si assiste anche alla ripresa dell'industria tessile della canapa, industria che è ora altamente tecnologica e adotta metodi nuovi e fortemente proiettati in un futuro ecologicamente sostenibile. Nella mostra, grazie ad immagini, mappe, reperti e ricostruzioni tridimensionali verranno esposti i risultati delle ricerche sul campo, le prospettive di evoluzione naturalistica del patrimonio rappresentato dai maceri e storia e futuro dell'industria canapicola nel ferrarese.
Fauna "minore" dell'Emilia-Romagna - Presentazione dell'opuscolo informativo e inaugurazione
sabato 17 novembre 2007
Nel luglio del 2006 la Regione Emilia-Romagna ha approvato la legge n. 15/2006 "Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna". Con questa importantissima legge, che avrà notevoli ricadute gestionali non solo all'interno delle aree protette ma su tutto il territorio regionale, si intende dare protezione a molte specie animali presenti nella nostra regione e minacciate di estinzione. Ma cos'è questa "fauna minore"? Perché le si dà questo nome? Per quali motivi è tanto importante? Quali sono le minacce che la riguardano? Cosa si può fare per evitare la perdita irreversibile di tanti organismi? A queste domande, il Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna e il Museo di Storia Naturale di Ferrara hanno cercato di dare risposte semplici ma esaurienti e scientificamente rigorose attraverso un opuscolo scritto da Carla Corazza e Stefano Mazzotti del Museo e curata da Monica Palazzini e Maria Vittoria Biondi del Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna.
FAUNA MINORE DELL'EMILIA-ROMAGNA: LA BROCHURE
Come è ormai noto, il Museo di Storia Naturale di Ferrara è una delle istituzioni regionali in prima linea per lo studio della biodiversità. Si tratta di un argomento di fondamentale importanza: dagli equilibrati rapporti tra le varietà delle forme di vita esistenti dipende il funzionamento degli ecosistemi e il conseguente mantenimento di acqua, aria e suolo in condizioni adeguate alla sopravvivenza di tutte gli organismi animali e vegetali, specie umana compresa.
Purtroppo però, in diretta conseguenza delle molteplici attività umane, è in atto una velocissima perdita di specie: molti organismi si sono ormai estinti da quando l'uomo ha iniziato ad usare in maniere intensiva le risorse naturali e queste specie non ricompariranno mai più. L'estinzione è per sempre e la perdita di specie è un danno, oltre che materiale, anche culturale: stiamo dilapidando un patrimonio che mai più ci verrà restituito.
Le comunità internazionale ha riconosciuto la gravità di quanto sta accadendo e, nel 2002, con il vertice di Johannesburg, si è stabilito l'impegno, fatto proprio anche dagli Stati europei, alla riduzione del tasso di perdita di biodiversità entro il 2010.
Purtroppo però la scadenza è ormai molto vicina e non si registrano grandi progressi.
E' necessario un maggiore impegno collettivo e soprattutto, è necessario che chi si occupa di questi problemi a livello scientifico lavori anche per aumentare la consapevolezza di tutti i cittadini, amministratori compresi, della gravità di quanto sta succedendo e della reale necessità di porre un freno alle estinzioni.
Tra le specie attualmente a rischio, ci sono molti animali la cui esistenza è misconosciuta: non è necessario proteggere soltanto i grandi animali come il lupo, l'orso, le balene, i delfini, gli squali, le foche, eccetera ma anche tanti animali che spesso vivono a pochi passi da noi, senza creare in realtà problemi concreti per l'uomo, ma che vengono per lo più ignorati, oppure guardati con grande diffidenza e spesso perseguitati. Si tratta di animali che vanno dai piccoli insetti che utilizzano il legno degli alberi morti o morenti per le proprie esigenze vitali ai piccoli mammiferi un tempo diffusi nei boschi e nelle zone umide, dai pochi gamberi di fiume e pesci autoctoni che sopravvivono ormai circondati da una gamma ampissima di minacce (inquinamento, cementificazione dei corsi d'acqua, introduzione di specie esotiche, malattie ecc.) ai pipistrelli, utilissimi nemici di tanti insetti dannosi, da rane e rospi che non trovano quasi più specchi d'acqua idonei alla loro sopravvivenza alle testuggini ed alle innocue bisce acquatiche, animali spesso temuti e cacciati.
Sono talmente tante queste specie che, in realtà, non avrebbe senso parlare di fauna "minore": si pensi che i grandi Vertebrati ai quali di solito rivolgiamo la nostra immaginazione quando sentiamo la parola "fauna" rappresentano molto meno dell'1% delle 57500 specie di animali pluricellulari che vivono in Italia: le nostra categorie mentali tradizionali ci portano perciò a definire "minore" qualcosa come il 99,9% degli animali che vivono nel nostro Paese.
E' nata allora l'esigenza di proteggerla in modo esplicito, questa fauna "minore", in realtà tanto abbondante da essere assolutamente determinante per la continuità della vita nei nostri ecosistemi.
Nel luglio 2006, la Regione Emilia-Romagna, colmando in parte una lacuna della legislazione nazionale che non ha ancora una legge sulla tutela della fauna che invece sarebbe necessaria per un pieno adeguamento alle direttive europee, ha approvato la propria legge n. 15/2006 "Disposizione per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna": vengono così protette automaticamente tutte le specie che insistono sul nostro territorio regionale e che sono incluse nella Direttiva Europea "Habitat" del 1992 e altre specie, il cui elenco è in corso di definizione, che non ricadono nella direttiva europea ma che risultano particolarmente a rischio nella nostra regione.
Il dato importante è che questa tutela, che si manifesta attraverso la protezione anche dei luoghi utilizzati dalle specie nel corso della loro esistenza, non si applica solo all'interno di territori già protetti come parchi e riserve naturali, ma si esplica sull'intero territorio.
Diventa così molto importante spiegare alla gente comune cos'è questa fauna minore, perchè va protetta e come.
Per questo motivo, il Servizio Parchi della Regione Emilia-Romagna ha incaricato il Museo di Storia Naturale di Ferrara, con apposita convenzione, di scrivere un testo divulgativo, portabile anche nel formato (24 x 11 centimetri, pochi grammi di peso), colorato, ricco di illustrazioni, sintetico e di semplice lettura ma scientificamente corretto ed esauriente, stampato con una tiratura di 50.000 copie e destinato alla distribuzione gratuita.
Il volume è stato ideato e coordinato da Monica Palazzini e Maria Vittoria Biondi del Servio Parchi regiona mentre i testi sono stati realizzati da Carla Corazza e Stefano Mazzotti, rispettivamente ecologa e conservatore di zoologia del Museo, che hanno curato anche quasi tutta la scelta iconografica.
LE STAGIONI DEI MACERI. PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLA NOSTRE "ISOLE D'ACQUA": LA MOSTRA
Esiste uno stretto legame tra fauna minore e maceri: infatti, i maceri, le antiche vasche un tempo usate per la lavorazione della canapa e ora sopravissute come piccole isole di naturalità nel monotono panorama agrario della nostra pianura, ospitano molte specie di anfibi, rettili, insetti ed altri animali acquatici un tempo diffusi ed attualmente a rischio di estinzione e protetti dalla Legge Regionale 15/2006.
Oltre agli animali, i maceri sono ormai diventati tra i pochi luoghi in cui trovano rifugio anche molte piante minacciate di estinzione: felci natanti, genziane d'acqua, carici spondicole, ecc., sono ormai in rarefazione su tutto il territorio nazionale.
La conoscenza accurata della distribuzione geografica dei maceri e del loro contenuto naturalistico diventa perciò uno strumento determinante per la difesa della biodiversità, utile anche per affrontare le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici.
Dal 2004 Carla Corazza, ricercatrice ecologa del Museo, grazie ad un apposito progetto di Servizio Civile Nazionale, coordina un'attività di censimento e caratterizzazione dei maceri presenti sui 404 chilometri quadrati del territorio comunale di Ferrara che ha visto e vede tutt'ora impegnati un totale di 10 volontarie e volontari. La Mostra "Le Stagioni dei maceri: passato, presente e futuro delle nostre "isole d'acqua"" nasce, per volontà della ricercatrice che l'ha curata, direttamente dalle indagini condotte sul campo dal 2004 fino ad oggi, con lo scopo di riportare alla memoria, dei ferraresi e non solo, il grande valore storico, culturale e anche naturalistico di questi preziosissimi scrigni di biodiversità: essi stessi sono fortemente minacciati di estinzione a causa delle attività produttive del'uomo, ancor più in questo periodo in cui la globalizzazione dell'economia sta avendo pesantissimi impatti ecologici. Si è passati, infatti, dai circa 10000 maceri presenti nel ferrarese nel momento di massima fioritura dell'industria canapicola tradizionale ai soli 1400 esistenti attualmente sul territorio provinciale, con un calo, sul territorio comunale di Ferrara, di almeno il 52% soltanto tra il 1977 e il 2007.
La mostra verrà ospitata nella sala per esposizioni temporanee del Museo e riporterà anche i risultati di indagini sui maceri condotte sull'intero territorio provinciale dal servizio Protezione Flora e Fauna della Provincia di Ferrara e confluiti poi nel progetto di Rete Ecologica provinciale in via di realizzazione e sempre illustrato nella mostra.
Verranno esposti reperti animali e vegetali legati ai maceri ma anche materiali legati all'industria passata ed all'industria attuale della canapa.
Una serie di poster riccamente illustrati con immagini tutte originali e tutte derivate dal lavoro di ricerca sul campo guiderà il visitatore lungo il percorso espositivo che comprende anche un "angolo acquatico", in cui è stata ricostruita una parte della vegetazione tipica dei maceri, e un acquario che ospita un recente e negativo acquisto della fauna italiana, il gambero rosso della Louisiana, fonte di grossi problemi ecologici.
Come di consueto, alla mostra sarà abbinato un ciclo di conferenze (ben 6) che approfondiranno alcuni temi legati ai maceri ed all'industria attuale della canapa. Il ciclo è riconosciuto come corso di aggiornamento per insegnanti.
Il pomeriggio vedrà la presenza, oltre che degli autori di brochure e mostra, anche del Direttore del Museo, Fausto Pesarini, dell'Assessore alle Politiche ed Istituzioni Culturali del Comune, Massimo Maisto, del Consigliere Regionale Gianluca Borghi, promotore della Legge sulla Fauna minore, e di Monica Palazzini del Servizio Parchi regionale. Per parte provinciale saranno presenti Sergio Golinelli, assessore all'Ambiente, Elisabetta Mantovani, dirigente del servizio Protezione flora e fauna, e Moreno Po, dirigente dell'Ufficio di Piano e responsabile del progetto di rete ecologica provinciale in via di definizione.
Alla mostra, oltre agli uffici di piano di Provincia e Comune, hanno collaborato anche il Fotoclub di Ferrara, il negozio Terra dell'Orso, Ecocanapa scarl di Comacchio, l'assiociazione Didò e l'azienda agricola Giorgio Zaniboni di Ferrara, con il contributo di Cassa di Risparmio di Ferrara.
La mostra chiude il ciclo di manifestazioni dedicate alla celebrazione dei vent'anni (1987-2007) della Stazione di Ecologia del Territorio del Museo, iniziato nell'aprile di quest'anno.