Il 17 novembre al Pac l'inaugurazione della mostra "Souvenir Schifanoia"
Il Ciclo dei Mesi sullo sfondo dei "paesaggi-schermo" di Flavio de Marco
14-11-2007 / Giorno per giorno

Inusuale fusione tra moderne icone telematiche e classiche raffigurazioni quattrocentesche, l'arte di Flavio de Marco si svela come un incessante gioco di rimandi tra linguaggi figurativi rinascimentali e immagini simbolo della contemporaneità. Realizzato su invito delle Gallerie d'Arte moderna e contemporanea di Ferrara, il suo "Souvenir Schifanoia" propone, nella cornice del Pac di Palazzo Massari, una sequenza di riletture del celebre Ciclo dei mesi, reinterpretato e inserito sullo sfondo dei "paesaggi-schermo", emblema stilistico dell'artista.
L'inaugurazione della mostra, inserita tra le iniziative di Ferrara città del Rinascimento, è prevista per sabato 17 novembre alle 18 e sarà animata dalla compagnia "Teatrino clandestino" che presenterà la performance "Applicazione de Marco", frutto del sodalizio con l'artista e di scambi con esponenti di altre forme di espressività.
La mostra, curata da Maria Luisa Pacelli delle Gallerie d'Arte moderna e contemporanea di Ferrara, resterà aperta fino al prossimo 6 gennaio, e rappresenta la prosecuzione del progetto espositivo dedicato agli affreschi di Schifanoia, che ha preso il via nei mesi scorsi, al Pac, con la rassegna "La signoria degli astri" del videoartista Alexander Hahn.
Due le sezioni su cui si articola la mostra di de Marco. Al piano terra del Padiglione sono proposte sette tele che, con la tecnica del "paesaggio-schermo", riproducono schermate di un sistema operativo, tra cui appaiono riproduzioni in scala degli affreschi dei Mesi. Al piano superiore è invece presente un'installazione a parete, realizzata con pittura su muro, e una selezione di quadri realizzati dall'artista dal '99 ad oggi.
Il catalogo della mostra è a cura di Maria Luisa Pacelli, con testi di Federico Ferrari, Francesca Pasini e Teatrino Clandestino.
L'esposizione sarà aperta al pubblico dal 18 novembre 2007 al 6 gennaio 2008, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Ingresso 3 euro, ridotto 2 euro (giovani dai 18 ai 30 anni titolari della carta giovani, over 65 anni, studenti universitari, categorie convenzionate), scuole ingresso gratuito, gruppi (almeno 10 persone) 2 euro (gratuito un accompagnatore).
Il Call Center Ferrara Mostre e Musei è a disposizione per informazioni e prenotazioni relative a questa rassegna e ai Musei Civici di Ferrara, al numero 0532 244949 - fax 0532 203064. È possibile richiedere materiale informativo scrivendo a diamanti@comune.fe.it. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito http://www.artecultura.fe.it
La scheda a cura degli organizzatori
Flavio de Marco "Souvenir Schifanoia"
Padiglione d'arte contemporanea, Palazzo Massari, (corso Porta Mare 5)
18 novembre 2007 al 6 gennaio 2008
Flavio de Marco lavora dal 1999 a una peculiare tipologia di "paesaggi-schermo", rappresentazioni del sistema operativo del computer private dell'aspetto testuale. Nelle sue opere, realizzate mediante i mezzi ed il linguaggio della pittura, egli sconfina spesso nello spazio circostante, interagendo e dialogando con esso in una fusione tra opera e ambiente espositivo.
Nella mostra Souvenir Schifanoia l'artista si misura in una rilettura del ciclo di affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, uno dei vertici della cultura figurativa del Quattrocento. Realizzato tra il 1469 e il 1470, il celebre ciclo fu in seguito imbiancato e dimenticato, finché non venne riscoperto nel 1820 e riportato alla luce, sebbene danneggiato in ampie porzioni.
Al piano terra del Pac, De Marco presenta sette tele dedicate ai Mesi di Schifanoia ancora leggibili. In queste opere, l'artista ha dipinto le schermate del sistema operativo come fossero delle quinte che in parte si sovrappongono una all'altra, lasciando scoperte porzioni del supporto dove sono stampate in scala riproduzioni degli affreschi. Il vocabolario è quindi quello consueto, ma l'inserimento di immagini, per quanto parziali, dei dipinti quattrocenteschi ne sovverte intimamente il codice. Le tele sono allestite in maniera isolata e ciascuna funziona autonomamente, negando la continuità narrativa del Salone ed esaltandone invece il ritmo diacronico, mobile e stratificato, messo in luce dagli studi iconologici di Warburg.
L'intervento per il piano superiore è un'installazione a parete realizzata con pittura su muro, l'inserimento di carte stampate e incollate e una selezione di quadri che documentano la produzione dell'artista dal 1999 ad oggi. Questa parte della mostra è dedicata alle sezioni non più visibili del Salone, che vengono assunte come metafore della distanza che separa l'esperienza del tempo presente da quella del passato. Attraverso il suo intervento De Marco sottolinea l'impossibilità di decifrare sino in fondo le testimonianze storiche, rivendicando nello stesso tempo la possibilità di attribuire ad esse significati e valenze sempre nuovi ed originali.