L'intervento del sindaco Sateriale alla celebrazione degli eccidi fascisti del castello
"Mai più violenza e sopraffazione infrangeranno il vivere civile"
15-11-2007 / Giorno per giorno

"Quel che accadde la notte tra il 14 e il 15 novembre del 1943 è radicato nella memoria collettiva del popolo ferrarese - ha affermato il sindaco Gaetano Sateriale celebrando la ricorrenza dell'eccidio fascista davanti al muretto del castello -. Siamo qui a testimoniare che il ricordo è sopravvissuto, a tramandarlo alle future generazioni e a onorare il sacrificio di quanti hanno perso la vita per la causa della libertà e della democrazia".
Il sindaco ha poi ricordato uno a uno i nomi dei caduti, martiri della libertà: Emilio Arlotti, senatore; Cinzio Belletti, operaio; Pasquale Colagrande, magistrato; Vittore e Mario Hanau, commercianti; Giulio Piazzi, avvocato; Gerolamo Savonuzzi, ingegnere; Ugo Teglio, avvocato; Arturo Torboli , ragioniere; Arturo Vita Finzi, rappresentante di commercio; Mario Zanatta, avvocato. "A loro - ha concluso, davanti ai cittadini, alle autorità istituzionali, ai rappresentanti delle associazioni partigiane, delle forze armate e delle associazioni combattentistiche - va il nostro grato ricordo e la promessa che mai più la violenza e la sopraffazione infrangeranno le regole del vivere civile".
Ecco il testo integrale del discorso pronunciato dal sindaco Gaetano Sateriale
"Quel che accadde la notte tra il 14 e il 15 novembre del 1943 è radicato nella memoria collettiva del popolo ferrarese. L'hanno descritto e trasformato in opera d'arte imperitura Giorgio Bassani e Florestano Vancini. L'hanno raccontato le persone testimoni di quei tragici fatti in modo che ne sopravvivesse il ricordo.
Siamo qui a testimoniare che il ricordo è sopravvissuto e a tramandarlo alle future generazioni. Quella notte si compì un'orrenda strage di cittadini inermi e privi di responsabilità personali di alcun genere. Prime vittime di una violenza brutale che si sarebbe ripetuta molte volte fino all'epilogo della guerra e alla fine del nazifascismo.
Fu rappresaglia per la morte del Federale? Certamente. Come ha scritto Piero Calamandrei fu anche vendetta per i fatti del 25 luglio, quando la maggioranza del popolo italiano aveva chiuso per sempre l'ignominiosa e sanguinosa pagina del fascismo e delle leggi razziali.
Si è tenuto or ora un convegno in ricordo del giudice Colagrande. Siamo qui per ricordare tutte le vittime di quella notte di violenza feroce.
Siamo qui ad onorare il sacrificio di quanti hanno perso la vita per la causa della libertà e della democrazia: Emilio Arlotti, senatore; Cinzio Belletti, operaio; Pasquale Colagrande, magistrato; Vittore e Mario Hanau, commercianti; Giulio Piazzi, avvocato; Gerolamo Savonuzzi, ingegnere; Ugo Teglio, avvocato; Arturo Torboli , ragioniere; Arturo Vita Finzi, rappresentante di commercio; Mario Zanatta, avvocato. Martiri della libertà.
A loro va il nostro grato ricordo e la promessa che mai più la violenza e la sopraffazione infrangeranno le regole del vivere civile. Mai più la guerra fratricida insanguinerà l'Italia e 1'Europa. Un ricordo e un saluto alle vittime della violenza nazifascista e un omaggio alle vittime del 15 novembre 1943".