Al museo del Risorgimento e della Resistenza
Una mostra sui campi di concentramento italiani per il giorno della memoria
29-01-2008 / Giorno per giorno
La sala espositiva del museo del Risorgimento e della Resistenza ospiterà da domani al 17 febbraio prossimo la mostra-studio "Italiani pericolosi. I campi di internamento e di concentramento in Italia", curata da Enrico Trevisani e Gian Paolo Borghi per il Centro di Documentazione Storica del Comune di Ferrara. Inserita nel calendario ufficiale delle Celebrazioni promosse dal Comitato Provinciale 27 Gennaio, si propone di documentare una dura (e triste) pagina della storia italiana, per taluni versi ancora non completamente nota.
Il 4 settembre 1940 Mussolini firmò un decreto con cui vennero istituiti i primi 43 campi di internamento per cittadini di paesi nemici dislocati nelle province centro-meridionali; ancora oggi è difficile stabilire con precisione il numero dei campi presenti in Italia (spesso situati in edifici non utilizzati o abbandonati): si ritiene che ne esistessero più di 400. Furono creati anche campi d'internamento civile sottoposti alla giurisdizione del ministero dell'Interno che, per garantire l'applicazione delle disposizioni previste per l'internamento, nominò specifici ispettori generali di pubblica sicurezza. Le condizioni generali di vita nei campi erano in genere primitive e umilianti: la perdita di libertà degli internati era accompagnata da sovraffollamento, vitto insufficiente, mancanza di riscaldamento e di acqua potabile.
Accanto ai campi di detenzione gestiti da italiani vi erano, in Italia, anche campi di concentramento e di smistamento gestiti dalle milizie naziste a Fossoli di Carpi (Modena), San Dalmazzo (Cuneo), Bolzano-Gries e Trieste (risiera di San Sabba) nei quali le condizioni di vita erano peggiori, tanto da essere considerati vere e proprie anticamere dello sterminio. In particolare la risiera di San Sabba, dopo l'occupazione tedesca dei territori della Venezia Giulia, da campo di detenzione per partigiani fu destinata a divenire centro di raccolta e smistamento per gli ebrei: in pratica un vero e proprio campo di sterminio
La mostra è stata progettata con la collaborazione di musei e istituti italiani interessati alla tematica e si avvale anche degli apporti di Donato Bragatto, Micol Bonsi, Ilenia Verzola ed Enrico Tumiati. L'impaginazione digitale è stata realizzata da Riccardo Pareschi. Ad ingresso libero, può essere visitata da martedì a domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Sono previste visite guidate gratuite per tutte le scuole di Ferrara e provincia attraverso una telefonata di prenotazione allo 0532.242215.
La presentazione ufficiale di Italiani pericolosi si terrà sabato 2 febbraio, alle ore 17, cui farà seguito la presentazione del volume La repubblica nera. La R.S.I. a Desenzano, a Brescia e nell'alto Garda, di Gaetano Paolo Agnini.