Iniziative per raccontare la storia dei profughi di Istria, Fiume e Dalmazia
Ricordo dell'esodo di un popolo
19-02-2008 / Giorno per giorno

Nel novembre 1945 la Giunta comunale di Ferrara deliberava la costituzione del comitato di assistenza ai profughi di guerra e l'apertura di un campo di accoglienza in via De' Romei 12 (ex Istituto Magistrali); quattro anni più tardi, nell'agosto 1949, esaurita l'emergenza ne decretava la chiusura. Per tante famiglie dell'Istria italiana, costrette dagli eventi all'esilio, la vita ripartì dalla nostra città. Per raccontare e ricordare quelle storie delle persone che vissero momenti difficili del dopoguerra, sono state organizzate alcune iniziative presentate alla stampa questa mattina nella residenza municipale alla presenza del vice sindaco Rita Tagliati, del responsabile del Centro Documentazione Storica del Comune Gian Paolo Borghi, Flavio Rabar (Associazione Venezia Giulia e Dalmazia) e Giorgio Franceschini (Associazione Partigiani Cristiani). Tra gli appuntamenti in programma vi sono la mostra fotografica e documentaria dal titolo "Ricordo di un esodo: i campi profughi" visitabile al museo del Risorgimento e della Resistenza di via Ercole d'Este da mercoledì 20 febbraio (inaugurazione ufficiale venerdì 22 febbraio alle 17.30) fino al 9 marzo, un concerto di musica sacra sabato 1 marzo alle 21 nella chiesa di S.Maria Nuova - S.Biagio con la Nuova Cappella Musicale di Ferrara diretta dal maestro Pierluigi Calessi, la proiezione mercoledì 5 marzo alle 21 (Corso Ercole d'Este 150) di un documentario "Ritorno a casa" a cura dell'associazione Pico Cavalieri, mentre venerdì 7 marzo (museo del Risorgimento e Resistenza), è prevista una conferenza di Paolo Jelich, vice presidente del comitato provinciale di Bologna dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia. Completerà il pacchetto di iniziative la "Tre giorni di cucina istriana" in programma il 27, 28, 29 febbraio al ristorante "L'Officina del Gusto" in via Foro Boario 60 (per prenotazioni tel. 0532-909523) curata da Marisa Antollovich.
Tutte le iniziative sono state realizzate dall' Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) insieme all'associazione nazionale Partigiani Cristiani, al Centro di Documentazione Storica, all'Istituto regionale cultura Istriano-Fiumano-Dalmata e al Gruppo giovani Unione degli Istriani. A loro si sono affiancati enti pubblici e privati, associazioni culturali e sindacali del territorio ferrarese nonché la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara. Gli organizzatori hanno dedicato questi appuntamenti culturali a Moreno Incerpi dell'associazione nazionale Partigiani Cristiani, scomparso nell'ottobre 2006, primo motore e ispiratore di queste manifestazioni
LE SCHEDE, GLI APPROFONDIMENTI (a cura degli organizzatori)
Il Parlamento Italiano ha, con Legge n.92 del 30 marzo 2004, istituito il "GIORNO DEL RICORDO" il 10 febbraio di ogni anno "....al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Il giorno scelto fa riferimento al 10 febbraio 1947 data in cui a Parigi venne firmato il trattato di pace, fra l'Italia e le potenze alleate, ove all'Italia venne imposta la cessione alla Jugoslavia dell'Istria, delle città di Fiume e Zara e della isole di Cherso e Lussino, complessivamente 7.700 kmq. e 500.000 abitanti. Gli enti promotori della Mostra Documentaria e Fotografica "RICORDO DI UN ESODO - I CAMPI PROFUGHI" intendono richiamare l'attenzione sulle vicende di quelle terre, per lungo tempo volutamente nascoste ed ignorate. Furono teatro di uccisioni - emblematici gli episodi delle foibe -, sparizioni, sopraffazioni e violenze nei confronti di coloro che si riconoscevano nelle abitudini, nella lingua e nella cultura italiana, costringendoli ad abbandonare le terre ove da sempre avevano vissuto, per cercare rifugio in Italia, ed anche all'estero, preferendo, in ben 350.000 italiani, una momentanea e precaria sistemazione in uno dei 109 centri raccolta profughi piuttosto che rinunciare alla loro identità nazionale. La Mostra fotografica e documentaria sui CAMPI PROFUGHI vuole far conoscere anche questo aspetto poco conosciuto e dimenticato per ricordare i patimenti e le sofferenze cui dovettero sottostare gli istriani, fiumani e dalmati per mantenere la loro identità italiana. Anche a Ferrara vene allestito un C.R.P. - Centro Raccolta Proroghi - e la stragrande maggioranza dei cittadini ne ignora completamente l'esistenza, questa iniziativa vuole essere un momento di ricordo e di riflessione affinchè le violenze subite dagli istriani, fiumani e dalmati non si debbano più ripetere, guardando al futuro in uno spirito di unità europea fra tutti i popoli.
Ferrara, 19 febbraio 2008
Associazione Nazionale Partigiani Cristiani - Sezione di Ferrara, Centro Documentazione Storica Comune di Ferrara, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Comitato Prov.le Ferrara, Istituto Regionale Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata - Trieste, Gruppo Giovani dell'Unione degli Istriani - Trieste
IL CAMPO PROFUGHI A FERRARA - Anche Ferrara si trovò a dover attivarsi per ospitare i profughi di guerra, problema che era in parte già sorto a seguito dei bombardamenti alleati, con numerose persone che si trovarono senza più un tetto e che vennero ospitate in edifici pubblici. Con la fine della guerra il fenomeno dei profughi si accentuò e la Giunta Municipale di Ferrara costituì - con delibera del 9.11.1945 - un apposito "Comitato comunale di assistenza ai profughi di guerra" in quanto il fenomeno stava assumendo sempre più vaste proporzioni Si trattò, oltre agli sfollati per i bombardamenti aerei, di provvedere ad intere famiglie provenienti dalle ex colonie africane, dall'Egeo e da città della Grecia, a queste si aggiunsero gli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia, terre occupate dall'esercito jugoslavo di Tito, con un continuo crescendo dopo la firma a Parigi del trattato di pace il 10 febbraio 1947. Oltre 350.000 persone, a causa delle violenze ed uccisioni, delle sparizioni di congiunti e conoscenti, di angherie di ogni sorta, abbandonarono l'Istria, Fiume e la Dalmazia. Una parte venne destinata a Ferrara ove venne approntato un Centro Raccolta Profughi, in pieno centro cittadino, in Via Romei n. 12, sede dell'Istituto Magistrale ed ora dell'Istituto Alberghiero e della Ristorazione "Orio Vergani". La documentazione che viene presentata ben illustra diversi aspetti della vita nel campo profughi - orari, razioni alimentari, assistenza religiosa, salute ed igiene, ecc. - , con tutte le difficoltà ed i disagi che ben si possono immaginare, non ultimo quello di essere anche in tre famiglie in un'aula scolastica, con delle coperte per pareti, per dividere i nuclei familiari. Il campo profughi venne chiuso il 12 agosto 1949 (brevemente riaperto alla fine del 1951 per gli alluvionati del Polesine) per ritornare alla sua destinazione di Istituto scolastico. Di coloro che vi vennero ospitati una parte si trasferì in altre località dell'Italia (ed anche all'estero), coloro che rimasero a Ferrara ben si inserirono proficuamente nella società cittadina, non dimenticando mai le terre che erano stati costretti a lasciare.