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Dal 5 aprile in castello i capolavori dell'arte estense del '500

Ermitage sceglie Garofalo per la sua "prima" italiana

22-02-2008 / Giorno per giorno

Con la sua pittura raffinata ed elegante si è meritato l'appellativo di "Raffaello ferrarese", mentre i suoi suggestivi cromatismi, uniti a una peculiare solidità delle forme, hanno reso inconfondibile la sua poetica figurativa. Protagonista tra i più illustri della stagione d'oro del mecenatismo estense, Benvenuto Tisi da Garofalo ha l'onore di tenere a battesimo Ermitage Italia e la sua attività espositiva nelle sale del castello, con una mostra che sancirà solennemente il legame artistico e culturale tra Ferrara e il museo di San Pietroburgo.
Dal 5 aprile al 6 luglio prossimi, la rassegna "Garofalo. Pittore della Ferrara estense" ricondurrà nella loro terra d'origine alcuni dei suoi ineguagliati capolavori, per quello che si prospetta come un omaggio dell'istituzione museale russa alla storica tradizione artistica e culturale ferrarese, confermando ancora una volta la convinzione con cui l'Ermitage ha scelto la città estense per l'apertura della propria sede italiana.
A presentare alla stampa nazionale l'evento che segnerà il debutto dell'istituzione ferrarese sono intervenuti stamani a Milano i curatori della rassegna, Tatiana Kustodieva e Mauro Lucco, che assieme alla direttrice di Ermitage Italia, Irina Artemieva, e al sindaco Gaetano Sateriale hanno inoltre ripercorso le tappe della nascita del nuovo centro culturale e scientifico.
"La scelta di Ermitage - ha spiegato il sindaco - ha privilegiato Ferrara perché la nostra città ha preso alla lettera e ha creduto nella proposta del museo russo di aprire un centro di studi e ricerche impegnato sui temi del collezionismo e sul fronte della catalogazione delle opere italiane custodite a San Pietroburgo. La rilevanza dell'accordo è stata sancita dalla presenza di Prodi e Putin alla sigla del protocollo e dalla partecipazione del presidente Napolitano all'inaugurazione del centro il 20 ottobre scorso. Ci sentiamo onorati di rappresentare il nostro Paese in una missione culturale di questo livello".
Sulla mostra che si inaugura ad aprile Sateriale ha sostenuto che "ci è sembrato il miglior biglietto da visita quello di proporre un grande artista ferrarese come Benvenuto Tisi da Garofalo con molte opere che i ferraresi non hanno mai avuto l'opportunità di ammirare in Italia. La mostra peraltro rappresenta l'ideale sviluppo del percorso avviato con l'esposizione dei capolavori del Quattrocento ferrarese, lo scorso autunno al palazzo dei Diamanti. Due eventi correlati capaci di offrire una spaccato significativo dei fermenti culturali nell'ambito della corte estense".
"Abbiamo scelto Ferrara - ha aggiunto Irina Artemieva - anche per contribuire ai lodevoli sforzi che le istituzioni locali stanno compiendo per riportare la città ai fasti culturali del passato. La mostra che inaugura la nostra attività espositiva si caratterizza anche per un profilo internazionale derivante dalla presenza di opere non esclusivamente di proprietà di Ermitage".
"Un atto di risarcimento e giustizia storica nei confronti di un artista che ha saputo calare il sacro in contesti non convenzionali" è la definizione utilizzata da Mauro Lucco per qualificare la mostra. La prima grande monografica dedicata a Garofalo ricostruirà l'intera parabola artistica del pittore ferrarese grazie al rientro in città di molte delle sue opere, da secoli sparse fra diverse collezioni internazionali. Con i prestiti in arrivo, tra l'altro, da Londra, Dresda, Amsterdam, Parigi, Vienna e Roma, saranno circa settanta le sue opere in esposizione, tra cui venti mai presentate prima in Italia.
Di assoluto pregio i dipinti messi a disposizione dall'Ermitage, come la "Deposizione" entrata nelle collezioni del museo di San Pietroburgo all'epoca di Pietro il Grande, prima fra le opere del Rinascimento italiano giunte in Russia. E con essa, un nucleo di tre dipinti di grandi dimensioni realizzati per l'oggi scomparso convento di San Bernardino "Le nozze di Cana di Galilea", l'"Andata al Calvario" e la colossale "Allegoria del Vecchio e del Nuovo Testamento", per oltre cinquant'anni preclusa all'ammirazione del pubblico e ora nuovamente visibile grazie a un complesso restauro.
A completare il percorso espositivo saranno le opere di altri illustri pittori del Cinquecento ferrarese, da Domenico Panetti a Boccaccio Boccaccino, da Dosso Dossi a Francesco Francia, per ricomporre un quadro dello straordinario fervore artistico che in quegli anni ha posto la città estense al centro della scena culturale europea.