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Un tentativo di speculazione edilizia respinto grazie all'attivismo dei comitati civici

Asor Rosa: "La Valdorcia insegna che non bisogna tacere né arrendersi mai"

17-04-2008 / Giorno per giorno

"Non bisogna mai tacere, mai adeguarsi e adattarsi. Se si apre la bocca gli effetti possono essere anche più vasti di quelli che si sarebbe potuto immaginare prima di muoversi. Questa è la lezione democratica che traggo dall'esperienza ambientalista che mi sono trovato a vivere in Toscana".
Alberto Asor Rosa, ospite a Cittàterritoriofestival, ha ripercorso la vicenda della piccola comunità di Monticchiello in Valdorcia, in un territorio riconosciuto dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità, insidiato da un tentativo di speculazione edilizia. "A Monticchiello - ha riferito Asor Rosa - vivono circa 150 persone e altrettante nella campagna circostante. Lì nel 1996 era stata varata una modifica al piano regolatore che consentiva l'edificazione di 25 appartamenti che in seguito, dopo varie modifiche al progetto iniziale, sono diventati addirittura 95. Tale nuovo insediamento avrebbe determinato una tragica rottura dell'equilibrio preesistente per soddisfare esclusivamente appetiti di carattere economico".
"Di fronte alla denuncia del pericolo - ha annotato Asor Rosa che in questi anni ha contribuito a dare voce alla protesta - le istituzioni locali e le autorità regionali non hanno però aperto alcuno spiraglio al confronto. Diversa sensibilità ha mostrato il governo, con una decisa e concreta presa di posizione dell'allora ministro ai Beni culturali Rutelli, in seguito alla quale si è potuto evitare lo scempio. Ma un ruolo fondamentale di pressione - ha riconosciuto - va attribuita anche ai grandi giornali nazionali".
Proprio le cronache giornalistiche "hanno permesso di evidenziare che problematiche analoghe a quelle di Monticchiello e di altre zone della Toscana si sono verificate in questi anni in varie aree di pregio, in particolare in Liguria, in Umbria, in Veneto e nelle Marche. Anche in quelle regioni hanno svolto un lavoro prezioso i comitati civici che, in quelle realtà come in Toscana dove operano in 160, rappresentano un importante elemento di resistenza".
Sul ruolo dei comitati ha concordato l'urbanista Bernardo Secchi, presente in sala e intervenuto a margine della conferenza. "I comitati del no - ha affermato - sono una presenza utile, ma non esauriscono per loro natura l'imprescindibile bisogno di progettualità al quale è indispensabile dare risposta".

a cura dell'ufficio stampa di Cittàterritoriofestival

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