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Come anche la partecipazione dal basso modifica il territorio

Al Cittàterritorio festival la democrazia dei comitati cittadini

18-04-2008 / Giorno per giorno

Anche i comitati cittadini hanno il potere di modificare il paesaggio, o meglio di bloccarne il mutamento. Se questo sia giusto o no è stato al centro di un animato dibattito moderato da Pierluigi Sullo, direttore della rivista Carta, davanti ad un centinaio di attenti spettatori nell'Aula Magna dell'università di Ferrara. Questo incontro del Cittaterritorio Festival era particolarmente atteso per la presenza del noto volto televisivo Luca Mercalli, meteorologo ed esperto di cambiamenti ambientali del programma di Rai 3 Che tempo che fa. Meno famoso è invece un episodio che lo ha visto coinvolto in un processo e che lui stesso ha riportato. "A Barge, provincia di Como, dove ero invitato ad un incontro ho criticato la costruzione di un'area industriale di 34 ettari a ridosso di un'abbazia, area tuttora parzialmente inutilizzata. Per questo il Sindaco mi ha denunciato per diffamazione e mi hanno condannato ad una multa di 15 mila euro". Questo episodio ha indotto Mercalli a pensare se non fosse meglio "ritirarsi buono buono in uno dei pochi paradisi per ricchi che sono rimasti". Questo spunto personale ha animato il dibattito successivo che ha visto coinvolti Paolo Fontanelli, ex Sindaco di Pisa, Donatella della Porta, sociologa, e Mario Bencivenni, docente ed esponente del Coordinamento dei Comitati fiorentini. "Il nostro paese non si ama, si consuma - ha rincarato Mercalli - sulla spinta di una contingenza temporanea, continuando a costruire ci stiamo cannibalizzando". Che potere hanno in questo contesto i comitati? "Sono 250 quelli che attualmente stanno bloccando grandi opere in Italia" ha riportato Sullo, chiedendosi poi quale sia il rapporto tra queste forme associative locali e la democrazia. "La democrazia non è solo quella parlamentare o rappresentativa - ha risposto della Porta - ma ci sono anche altre forme, e i comitati ne sono un esempio. Ho fatto ricerche su vari casi, tra gli ultimi il No Tav e il No Pont, e ne ho dedotto che non è corretto bollarli con l'attributo di nimby, (not in my back yard, non nel mio cortile, ndr), per liquidarli in quanto egoistici e preoccupati solo del proprio interesse locale, perché i tratti riscontrati in tutti sono invece la condivisione, l'interesse bene comune, e la forte coscienza politica che travalica la mera opposizione tra amministrazione locale e comitato cittadino". Che i comitati siano garanzia di democrazia lo ha ribadito anche Fontanelli per il quale però "i comitati, come gli amministratori, non sono tutti uguali". Nella sua passata esperienza di Sindaco si è anche trovato in forte disaccordo con realtà come quelle contro la costruzione del ponte, o ancora la raccolta differenziata porta a porta e addirittura la costruzione di un ricovero per anziani. "L'unica possibilità per superare le difficoltà è il confronto e lo studio scientifico di ogni singolo caso".
Per Bencivenni "i comitati esprimono un bisogno: quello di non stare zitti di fronte al degrado dell'ambiente in cui viviamo, ma anche di studiare come si è arrivati a questo e di proporre alternative".
Molti gli esempi che ha portato a sostegno di questo, come il noto caso di via Arnoldi a Firenze dove un gruppo di vicini ha impedito la costruzione di un palazzo prima bloccando una strada, poi vincendo un ricorso al Tar.

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