Per Boeri l'architettura è dialogo tra identità molteplici
Lo spazio, metafora imperfetta della società
20-04-2008 / Giorno per giorno
Stefano Boeri nel suo intervento al festival propone uno sguardo letterario e sociale sul tema della città, lontano dallo specialismo architettonico ed urbanistico dell'addetto ai lavori, ed anche da suggestioni solo visive e sensoriali nell'interpretare il fenomeno urbano contemporaneo.
Città infinita, città diffusa, città estesa sono espressioni imperfette secondo Boeri, per il quale l'architettura contemporanea fatica a definire i fenomeni che si muovono sulla doppia direttrice dell'estensione e della moltitudine, due aspetti che rendono lo spazio urbano la metafora imperfetta della nostra società, ormai soggetta alle stesse dinamiche.
La percezione diretta della condizione della città, per chi la osserva e per chi la vive, registra un fenomeno di crescita diffusa della sua fisionomia.
La città, per chi quotidianamente attraversa i suoi spazi e i suoi luoghi, si distingue dal resto del territorio per una densità, fisica e simbolica, di infrastrutture, di nodi e di reti, materiali e immateriali, nelle quali scorre il flusso della urbanità contemporanea. L'espansione della realtà urbana superara i suoi perimetri geografici e demografici, trasforma i suoi lineamenti senza dissolverli.
Le città infatti continuano ad essere percepite come entità singolari, dalla forte carica simbolica, portatrice del valore di una idea condivisa e dell'immagine di un luogo dalla fisionomia chiara. Tuttavia sono cambiati i parametri che ne caratterizzano la crescita.
Se in età moderna la città si è strutturata per differenze spaziali e temporali, con variazioni di singole parti omogenee al suo interno, la città contemporanea ha visto decadere queste due categoria. La città cresce ormai per singoli edifici, secondo uno sviluppo molecolare, quasi individuale, la cui cifra caratterizzante è data dal convergere su uno spazio comune di soggetti architettonici ed urbanistici con intenti e fini diversi. La città si configura come luogo che ospita sistemi autoreferenziali ed egoistici che hanno determinato la frammentazione degli spazi urbani. Boeri alla tante similitudini usate per indicare la città, che vanno dalla città come corpo alla città come rete preferisce usare la similitudine della città come specchio della società: una società formata dalla moltitudine delle minoranze ripensa la città come una frantumazione dello spazio collettivo. La sfida oggi per l'architettura non è limitare lo sviluppo della città ma far dialogare le identità molteplici, lasciando spazio soprattutto a quella ecologica. Boeri invoca l'etica come guida dell'indirizzo dell'azione sul territorio che deve essere espressione viva di mobilità sociale, aperta a nuovi principi di coabitazione in cui non sia più solo l'etica antropocentrica a dettare le regole del vivere urbano.
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