Magnani: "L'urbanistica non può essere contrattata giorno per giorno"
Paesaggio parola abusata che nasconde il conflitto tra conservazione e innovazione
20-04-2008 / Giorno per giorno
"La parola paesaggio ricorre 14 volte nel programma del Festival, era necessario fermarci a riflettere sul suo significato", ha detto Francesco Garofalo, architetto e docente presso l'Università di Pescara, aprendo l'incontro "Paesaggio, le nuove occasioni", lasciando poi la parola al relatore, l'architetto ferrarese Carlo Magnani, Preside della Facoltà di Architettura di Venezia.
"E' più facile definire il paesaggio dicendo quello che non è: né il giardino, né l'ambiente", ha spiegato Magnani. "E non basta nemmeno guardare fino alla linea dell'orizzonte per comprenderlo, ma bisogna andare oltre, sia lo spazio che il tempo e considerare come elementi del paesaggio, anche i mutamenti storici ed antropologici".
"Paesaggio è un parola abusata, solo apparentemente pacificatrice, che in realtà nasconde un conflitto - ha proseguito Magnani - tra conservazione e innovazione". Per questo secondo l'architetto servono piani, "perché l'urbanistica non può essere contrattata giorno per giorno". C'è la necessità di costruire degli Osservatori del Paesaggio, come luoghi di confronto, magari all'interno dell'Università. "Pensare al paesaggio come a ciò che vediamo nelle cartoline, è ridurlo alla sua estetizzazione, quindi banalizzarlo. Occorre invece pensarlo come infrastruttura, come bene comune, una risorsa che riguarda tutti, per questo ha bisogno di investimenti". Ma bisogna anche rivedere le tecniche di progettazione, gli investimenti sul medio e lungo periodo e soprattutto il diritto in materia. Un passo in questa direzione, in Italia si è cominciato a farlo con la sottoscrizione della convenzione Europea del Paesaggio del 2006. A supporto della sua attuazione si sono costituite tre reti-associazioni europee di enti territoriali, università e organizzazioni non governative. La Convenzione ha aperto scenari inesplorati di intervento e tutela che attendono adeguate formalizzazioni.
"E' arrivato il tempo in cui il diritto amministrativo deve ripartire dai principi cercando di sottrarsi alla stratificazione normativa". "Per la prossima edizione del Festival si potrebbe pensare alla Città degli Avvocati, un'area di consulenti legali da allestire in Piazza del Municipio", ha detto in conclusione Garofalo, scherzando ma non troppo.