Domenica alle 18 l'iniziativa al Giardino delle Duchesse
Un messaggio di pace e libertà per tibetani e cinesi
08-08-2008 / Giorno per giorno
Dal Giardino delle Duchesse un messaggio di pace e di non violenza per la libertà e la democrazia per tutti i tibetani e per tutti i cinesi. Ferrara intende testimoniare il suo impegno contro ogni negazione del rispetto dei diritti umani e dell'autonomia politica, civile e religiosa di ciascun individuo e di ciascun popolo, accogliendo domenica 10 agosto alle 18, in concomitanza con l'inaugurazione dei Giochi olimpici, l'iniziativa "In giardino con il Tibet ". All'incontro, promosso dalla 'Comunità di pratica di Buddismo tibetano e zen' e dai Radicali Ferrara - con la collaborazione di Cgil e Sinistra Democratica e il patrocinio del Comune e della Provincia di Ferrara - interverranno il presidente della circoscrizione Centro Cittadino Leonardo Fiorentini insieme a Gabriele Piana (monaco dell'istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia), Bruno Mellano (presidente dei Radicali italiani), Matteo Mecacci (coordinatore dell'intergruppo parlamentare per il Tibet), Thupten Tenzin (presidente della Comunità tibetana in Italia) e Rincen (dell'istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia).
"I tibetani sono un popolo occupato militarmente da sessant'anni e che non ha mai chiesto indipendenza, bensì autonomia di costumi, di tradizioni, di religione - ha ricordato oggi Mario Zamorani illustrando l'iniziativa nella sede dell'incontro in via Garibaldi 6 - e ha sempre combattuto con le sole armi della non violenza. Così come il Dalai Lama non ha mai chiesto il boicottaggio dei Giochi olimpici. Elementi che rendono questo Paese vicino a noi e che saranno al centro dell'incontro di domenica, frutto davvero di grandi aperture e di impegno trasversale fra diverse forze politiche e istituzioni."
"L'iniziativa, che abbiamo ben volentieri patrocinato, - ha affermato la vicesindaco Rita Tagliati presente a nome dell'Amministrazione insieme al presidente della circoscrizione Centro Cittadino Leonardo Fiorentini - è un auspicio di pace per tibetani e cinesi, nel riconoscimento dei diritti fondamentali di ogni individuo e di tutti i popoli. Una tensione perfettamente condivisa dal Consiglio comunale - ha aggiunto - che nei mesi scorsi su questo tema ha approvato all'unanimità un ordine del giorno caldeggiando l'esposizione in Municipio della bandiera tibetana." Un sentire che troverà ulteriore conferma domenica pomeriggio quando il gruppo dei relatori, alcuni dei quali rappresentanti del popolo tibetano in esilio, saranno ricevuti in Municipio proprio dalla vicesindaco prima dell'incontro al Giardino delle Duchesse.
"Qualsiasi negazione dei diritti umani - ha affermato l'assessore provinciale Sergio Golinelli - coinvolge tutta la comunità. Ecco perché, oltre all'ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio provinciale e all'esposizione della bandiera tibetana in Castello, la Provincia ha aderito insieme al Comune di Ferrara all'associazione "Enti locali per il Tibet" e fa parte del Coordinamento per la pace e i diritti umani".
"L'appuntamento al Giardino delle Duchesse - ha ricordato Rosa Fogli della 'Comunità di pratica di Buddismo tibetano e zen'- è una delle tappe del percorso intrapreso dal comitato, che ha attivato marce e banchetti di raccolta firme in un'opera di sensibilizzazione di cittadinanza e istituzioni, un impegno che proseguirà ben oltre la chiusura dei Giochi olimpici."
Free Tibet, free China libertà per i tibetani, libertà per i cinesi
Anche a Ferrara intendiamo testimoniare una presenza di solidarietà con il
popolo tibetano e di protesta contro la politica del governo cinese, che
nega a quel popolo il rispetto dei diritti umani e ogni grado di autonomia
politica, civile, religiosa. Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, che
vive in esilio a Dharamsala in India dal 1959 ha, con forza e coraggio,
denunciato il "genocidio culturale" che il proprio popolo sta subendo da
quasi 60 anni. L'invasione militare della Repubblica Popolare di Mao risale
al 1950, da allora il regime cinese ha messo in campo tutti gli strumenti
del totalitarismo per piegare e soggiogare il popolo tibetano. Oggi occorre,
per precisione, parlare di un "genocidio per diluizione": i tibetani sono
ormai minoranza nel proprio territorio, relegati ai margini di una società
sempre più cinesizzata. Il piano di Pechino prevede la presenza di
20.000.000 di cittadini Han, l'etnia prevalente in Cina, entro il 2020: ora
sono già più di 8 milioni contro i 6 milioni di tibetani. Dopo i tragici
eventi della rivoluzione culturale che portò in Tibet alla distruzione di
6.000 monasteri e del loro patrimonio culturale, ora la strategia cinese
punta direttamente al controllo del Tibet attraverso deportazioni forzate e
immigrazioni incentivate.
(Testo a cura degli organizzatori)