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INTERNAZIONALE (3ott08) - Alla blogger cubana negato il visto per partecipare alla rassegna ferarese

Cuba. Prove tecniche di transizione

03-10-2008 / Giorno per giorno

Oggi, venerdì 3 ottobre, primo giorno del festival, collegamento telefonico con Yoani Sanchez nell'incontro "Cuba. Prove tecniche di transizione".
Yoani Sanchez non è potuta arrivare in Italia per partecipare alla prima giornata di "Internazionale a Ferrara": alla giovane blogger le autorità cubane hanno infatti negato il visto e la possibilità di lasciare l'isola, ma la sua voce ugualmente è arrivata nella città estense con un collegamento telefonico nel corso dell'incontro al quale avrebbe dovuto partecipare "Cuba. Prove tecniche di transizione".

Yoani nel suo blog "Generazione Y" - che Cuba ha oscurato ma che continua ad essere leggibile fuori dall'isola grazie ad un server tedesco - si autopresenta: "Questo è un blog ispirato alla gente come me, con nomi che iniziano con la y greca, nati a Cuba negli anni 70 e 80, "segnati" dalle scuole delle campagne, i cartoni russi, le uscite dall'isola illegali e la frustrazione".
Per il Líder Máximo, il suo è "giornalismo neocolonialista e, nell'ultimo libro (Fidel, Bolivia y algo más), Castro scrive - riferito al blog della Sánchez - che bisogna smascherare "i metodi perfidi e cinici dell'Impero. Un nemico molto vigliacco perché si approfitta degli istinti, delle ambizioni e delle vanità di coloro i quali non possiedono neppure una etica elementare".
Intanto Yoani, trentatré anni, laureata in Filologia, un marito e un figlio, continua parlare del suo quotidiano a tutto il mondo. Il suo dissenso non è espresso in un attacco affannato al regime ma nel racconto della vita normale, quella di tutti i giorni, dove le angherie e i divieti del regime colpiscono direttamente uomini e donne. In uno dei suoi post si leggeva: "Lancio una proposta modesta: cambio le tre libre di zucchero, i tre chili mensili di riso e di caffé che mi danno al mercato razionato, per una dose estesa di libertà di espressione".

A colloquio con il giornalista Omero Ciai erano invece nella cittadina estense lo scrittore cileno Roberto Ampuero vissuto in esilio a Cuba dopo il colpo di stato di Pinochet e di cui è in uscita l'ultimo libro autobiografico " I miei anni verdi oliva", Rui Ferriera, internauta che si occupa di Cuba sulle pagine del Nuevo Herald e - attesissimo - il nipote di Che Guevara: Canek Sánchez Guevara.

Canek - che attualmente vive in Messico - 30 anni, è figlio di Hilda, la primogenita di Ernesto Guevara, morta nel 1995 di cancro.
Lo scorso anno, in occasione dell'anniversario della morte di suo nonno in Bolivia (9 ottobre '67), ha attaccato per la prima volta, in una lettera al settimanale messicano Proceso, il regime di Fidel: "Cuba è una dittatura nella quale si perseguitano i poeti, i liberi pensatori, i sindacalisti e gli omosessuali. Guidata da un uomo a cui il potere e la gloria hanno fatto perdere il senno".

"La rivoluzione cubana - dice - non è stata democratica perché ha generato in sé le classi sociali destinate ad impedirlo: la rivoluzione ha partorito una borghesia, apparati repressivi disposti a difenderla dal popolo e una burocrazia che questo popolo allontanava. Ma soprattutto - aggiunge - è stata antidemocratica per il messianismo religioso del suo leader. Ergersi a salvatore della patria è un discorso: esserlo, per sempre, un altro. È vero, Fidel liberò Cuba dalla banditesca dittatura di Batista, ma con la sua ostinata permanenza non è riuscito ad ottenere altro che diventare, lui stesso, un dittatore. In qualche momento del suo percorso, Fidel Castro ha cominciato a credere in se stesso: non bastandogli, ha obbligato tutti noi a credere in lui. Invece di combattere per una società scettica, critica e di libero pensiero, ha applaudito la credulità, la sottomissione e l'obbedienza assoluta del suo popolo. Tutto quello che contestava del vecchio regime, lo ha riprodotto triplicato nel "nuovo".
Anche il giornalista cubano Norberto Fuentes, in passato grande amico di Castro e oggi tra i suoi più critici oppositori (arrestato nel 1993, dopo aver tentato di lasciare l'isola, è stato rilasciato anche grazie alle pressioni di Gabriel Garcìa Màrquez e William Kennedy) e attualmente negli Stati Uniti, non potrà essere a Ferrara: da tre mesi attende un documento che gli consenta di rientrare negli USA.