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Internazionale: emergenza petrolifera, il giudizio di Enderlin

Italia e Francia profondamente miopi sulle energie rinnovabili

04-10-2008 / Giorno per giorno

Tag: Faris, Enderlin, petrolio, crisi - Ferrara 4 ott, 19,55

Seguitissimo l'incontro sulle tematiche energetiche al Festival di Internazionale. Erano circa 500 dentro alla Sala Estense e altrettanti o più fuori sulla Piazza del Municipio gli spettatori per l'incontro dedicato all'ambiente "Black out: il mondo senza petrolio". Sintomo di come le tematiche energetiche siano profondamente sentite soprattutto dai giovani che pur non riuscendo a prendere posto il sala si sono seduti per terra, sulla piazza e hanno seguito dal maxischermo la discussione tra Stephan Faris e Serge Enderlin. A moderare i due giornalisti autori di libri d'inchiesta sulla crisi petrolifera e il cambiamento climatico, un altro giornalista, Romeo Bassoli. Dalla Cina alla Groenlandia, dall'Alberta al Darfur i due autori hanno accompagnato gli spettatori in un viaggio alla scoperta delle situazioni planetarie che meglio descrivono l'emergenza energetica e le conseguenze del cambiamento del clima.
"La diminuzione del costo del petrolio che si sta verificando in questi giorni - ha esordito Enderlin - ci costringe a ripensare tutto il sistema, tuttavia non si deve essere così ottimisti, perché è molto probabile che la quotazione cresca nuovamente". I due giornalisti sono concordi nel dire che ciò che manca ancora è una volontà politica di risoluzione del problema e che spesso i governi evitano di indagare quale sia il pensiero della popolazione. "Per capire e per intervenire in modo incisivo - ha detto Faris - bisogna incontrare la gente, scoprire come vive e sensibilizzarla, questa è la dimostrazione di come queste tematiche siano anche profondamente sociali oltre che ambientali. L'Occidente ha sempre pensato di avere una sorta di diritto esclusivo al benessere, oggi ci si deve rendere conto che non può più essere così, abbiamo bisogno del resto del mondo".
Interrogato sulle energie rinnovabili Enderlin ha osservato che in Europa si è diffusa una certa consapevolezza e ci sono Stati che stanno già facendo molto in quella direzione, basti pensare alla Danimarca, dove un quarto dell'energia consumata proviene da impianti eolici. Tuttavia "non tutti i Paesi europei - ha detto - hanno avviato politiche energetiche significative, l'Italia e la Francia ad esempio sono profondamente miopi".