Sabato 18 l'inaugurazione della mostra di Gianni Cestari a casa Ariosto
Viaggi pittorici senza mappa
16-10-2008 / Giorno per giorno
E' un "Viaggio senza mappa" quello che il pittore Gianni Cestari propone al pubblico ferrarese con le sue opere esposte a casa Ariosto. La mostra, promossa dall'Amministrazione comunale e curata da Marialivia Brunelli e Paul Bright, sarà inaugurata sabato 18 ottobre alle 18 e potrà essere visitata fino all'8 dicembre prossimo.
Punto di partenza del percorso espositivo è il viaggio, raccontato dall'Ariosto, di Astolfo sulla luna alla ricerca del senno di Orlando. Da qui Cestari passa poi per l'Atlante veneto del Cartografo Vincenzo Coronelli, fondatore dell'Accademia Cosmografica degli Argonauti, e approda alla fusione di immagini e testo di una breve favola dell'artista americano James Rosen, dove si racconta di un viaggio di un angelo anziano che in apparenza è stato spinto a terra da un temporale.
L'esposizione, con ingresso gratuito, sarà aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, e la domenica dalle 10 alle 13.
LA SCHEDA a cura di Paul Bright (Assistant Director, Hanes Gallery, Wake Forest University, NC)
VIAGGIO SENZA MAPPA Tra Ariosto, Coronelli e Rosen
I lavori Gianni Cestari sono permeati da una sensazione di forze primordiali. Molte di queste, con livelli diversi di astrazione, evocano mare e cielo, fluidità e volo, vettore e viaggio, mito e vissuta realtà; regni che, come quelli raffigurati sulle carte geografiche, sono tanto immaginari quanto veramente osservati.
C'è una vibrante intensità, un'attività di segno e superficie in molti dei pezzi di Gianni Cestari che rivelano una mano alla ricerca di una sensibilità barometrica. Alcuni lavori richiamano sezioni dei dipinti di J.M.W. Turner, con il quale Cestari condivide la sensibilità romantica. Entrambi sono più interessati nel rendere "il vero" della sensazione visiva piuttosto che "il fatto". Ciascun artista sembra essere ugualmente preso dagli aspetti evanescenti, mutevoli e turbolenti dell'oceano e del cielo. Le strutture costruite dall'uomo sono spesso appena accennate, avvolte o racchiuse dall'atmosfera, apparentemente fragili e insignificanti a confronto con la forza degli elementi. I lavori più astratti di Cestari sembrano essere precipitati dall'atmosfera stessa, con un'apparente scarsa intenzione dell'artista.
Nei lavori dove parole e immagini si fondono, il testo spesso fatica ad emergere fra opache atmosfere di colore scuro o tenue. In queste la leggibilità è spesso sacrificata e la specificità del significato, che le parole promettono, è implicitamente messa in dubbio. L'abrasione, la cancellazione, la parziale eliminazione della scrittura sembrano essere, come dice il saggista Guy Davenport, "tragici limiti della lingua che ci imprigionano quando vorremmo essere eloquenti e ci tradiscono
".
Casa di Ludovico Ariosto, dal 19 ottobre all'8 dicembre 2008
Inaugurazione sabato 18 ottobre alle 18