Comune di Ferrara

mercoledì, 07 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Alla scoperta della basilica progettata da Biagio Rossetti

Domenica 9 la prima delle visite alle chiese cittadine

Alla scoperta della basilica progettata da Biagio Rossetti

06-11-2008 / Giorno per giorno

Sarà la basilica del miracolo eucaristico, Santa Maria in Vado, ad aprire domenica 9 novembre il percorso di scoperta delle chiese cittadine organizzato da Comune e Diocesi. Nelle quattro domeniche di novembre ferraresi e turisti saranno invitati a conoscere le opere d'arte e le vicende storiche di altrettanti luoghi di culto cittadini, seguendo le conversazioni di due esperti della materia: il ricercatore storico del servizio comunale Beni monumentali Francesco Scafuri e il curatore dei musei civici di Arte antica Giovanni Sassu. "Si tratterà - come precisato da Francesco Scafuri - di conversazioni non accademiche, della durata di un'ora circa, con notizie sulla storia e sull'architettura degli edifici, oltre che sulle opere di pregio che vi sono conservate. Ma non mancheranno anche cenni a fatti curiosi e vicende particolari".
L'appuntamento per domenica 9 novembre è alle 11,45 sul sagrato della chiesa di Santa Maria in Vado (via Borgovado, 3) e la partecipazione all'iniziativa è gratuita.


Chiesa di Santa Maria in Vado
(testo a cura di Francesco Scafuri e Giovanni Sassu)

Questo luogo di culto sorgeva ancora prima dell'anno Mille nei pressi di un guado (vado), che permetteva l'attraversamento di uno dei numerosi acquitrini presenti nella zona a quell'epoca. L'importanza della basilica è legata al miracolo Eucaristico avvenuto secondo la tradizione il 28 marzo 1171, giorno di Pasqua, quando mentre si stava celebrando la Messa alla presenza del priore Pietro, di altri religiosi e di numerosi fedeli, spruzzi di sangue sgorgarono dall'Ostia e andarono a lambire la piccola volta dell'abside sopra l'altare.
La chiesa divenne nel tempo luogo di pellegrinaggio, tanto che fu interessata da imponenti lavori di ampliamento per ordine del duca Ercole I d'Este a partire dal 1495, a seguito dei quali l'edificio di culto assunse in gran parte l'assetto architettonico e planimetrico attuale. L'incarico per l'esecuzione di tali opere fu affidato all'architetto di corte Biagio Rossetti, coadiuvato dal capomastro Bartolomeo Tristano. Siccome entrambi dovevano tener conto di alcuni disegni forniti dal grande pittore Ercole de' Roberti, il tempio rappresenta uno degli esempi architettonici più importanti dell'epoca. La nuova chiesa, caratterizzata da una pianta a croce latina a tre navate divise da colonne, venne consacrata nel 1518; subì poi le conseguenze di un tremendo terremoto nel 1570, per cui furono necessari una serie di restauri che interessarono soprattutto la parte più alta dell'edificio.
Sulla scena della grande basilica si succedettero nel tempo diversi architetti, fra cui Alessandro Balbi, che nel 1594 curò la ricostruzione (nel transetto destro) della Cappella del Preziosissimo Sangue, realizzando uno splendido tempietto, meta di fedeli e turisti. A tale opera monumentale seguirono i lavori di consolidamento della chiesa, realizzati nella prima metà del XIX secolo dall'architetto Giovanni Tosi.
Di notevole pregio il prospetto principale, nonostante sia stato in parte modificato nel corso dei secoli: il portale, per esempio, fu compiuto nel 1556 e le statue, opera dello scultore Andrea Ferreri, risalgono alla prima metà del Settecento.
Santa Maria in Vado è considerata una delle più belle chiese di Ferrara, sia per le linee architettoniche rinascimentali che per lo straordinario patrimonio artistico in essa contenuto. Oggi la possiamo ammirare in tutto il suo splendore grazie ai complessi restauri curati dal 1993 al 2000 dalle competenti Soprintendenze, con il contributo del Ministero per i Beni Culturali, della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e della Regione Emilia Romagna.
Ambiente di grande suggestione figurativa, l'interno della Chiesa è decorato, tra gli altri, da dipinti di Carlo Bononi e Giulio Cromer, posti sul soffitto della navata centrale, mentre ornano gli altari laterali pregevoli copie dei dipinti cinquecenteschi ora conservati presso la locale Pinacoteca. Da segnalare, in particolare, l'affresco del catino absidale dello stesso Bononi (1617-1620) e l'organo del 1516 sovrastato dal settecentesco Concerto degli Angeli di Giuseppe Antonio Ghedini.



Links: