L'opera è stata acquistata e resa disponibile dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara
La cantante mondana arricchisce il museo Boldini
06-11-2008 / Giorno per giorno

La "Cantante mondana" da oggi arricchisce la collezione del museo Boldini di Ferrara. La tela, acquistata per 375mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e concessa alla disponibilità del museo, era già stata esposta a Ferrara nel 1963, poi nel '94 e infine nel 2003. "A distanza di cinque anni dalla sua ultima visita - ha commentato il sindaco Gaetano Sateriale in conferenza stampa - La cantante mondana torna a Ferrara non per il breve tempo di una mostra, ma per prendervi dimora, in deposito temporaneo al Museo Boldini, accrescendone la qualità delle collezioni. Si deve questo importante avvenimento al prezioso impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara volto ad aumentare il prestigio della nostra città come centro d'arte e di cultura". "La vocazione alla tutela, alla valorizzazione e all'incremento del patrimonio artistico ferrarese contraddistingue da sempre l'attività della Fondazione nella città e nel territorio", ha aggiunto di rimando il presidente Sergio Lenzi.
"Nella pur ampia gamma di opere di Giovanni Boldini conservate nelle collezioni del Museo a lui intitolato - ha sottolineato Andrea Buzzoni, direttore delle Gallerie d'Arte moderna e contemporanea di Ferrara - mancava un quadro di alto livello che testimoniasse il periodo di massima tangenza alle ricerche pittoriche dei grandi francesi contemporanei e in particolare di Degas. Grazie all'acquisto, da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, di uno dei capolavori riconosciuti di quella breve ma fondamentale stagione, La cantante mondana, la raccolta cittadina si arricchisce oggi di un nuovo prezioso tassello che le permetterà di offrire ai visitatori un profilo più esauriente dell'intero percorso dell'artista". "La cantante mondana - ha confermato Barbara Guidi, curatrice delle Gallerie - è un quadro fondamentale del periodo che precede la svolta definitiva di Boldini verso il genere del grande ritratto. Appartiene al cruciale quindicennio, compreso fra il 1871 e il 1886, in cui il pittore ferrarese ritrae ogni aspetto della vita della metropoli traducendone le atmosfere in pennellate scattanti, nervose, talvolta travolgenti, sapendo cogliere con occhio personalissimo fotogrammi della realtà che lo circonda".
Intervento di Gaetano Sateriale, sindaco di Ferrara
La cantante mondana torna oggi a Ferrara. La nostra città l'aveva conosciuta nel lontano 1963, in occasione della grande antologica dedicata a Giovanni Boldini che si tenne prima a Parigi, al Musée Jacquemart-André, poi qui da noi, a Casa Romei. Vi tornò nuovamente nel 1994, per una mostra allestita presso la Palazzina Marfisa d'Este dal titolo Il tempo del ventaglio. Memorie ferraresi e invenzioni d'autore. E' stata infine esposta a Palazzo dei Diamanti nel 2003, alla mostra Degas e gli italiani a Parigi che Ferrara Arte organizzò in collaborazione con la Galleria Nazionale di Edimburgo che la ospitò, dopo il debutto ferrarese, nella sua sede della Royal Scottish Academy. Fu una mostra di grande fascino che indagò gli inediti rapporti tra uno dei padri del movimento impressionista ed un manipolo di artisti italiani - tra cui il nostro Boldini - che a Parigi, oltre a intrattenere rapporti personali e di amicizia con lui, fecero tesoro della sua lezione e la interpretarono ciascuno a suo modo e con spiccata personalità.
La rassegna incontrò un grande successo di pubblico e di critica, e se questo fu possibile è anche perché furono esposte opere di alta qualità, sia per quanto riguarda il maestro francese, che per i suoi colleghi italiani. Ciò è ancor più vero nel caso di Boldini che, grazie a dipinti di gran pregio come La cantante mondana, da quella mostra uscì da protagonista pur a fianco di un mostro sacro come Degas e di grandi artisti come De Nittis, Zandomeneghi e Medardo Rosso.
A distanza di cinque anni dalla sua ultima visita, La cantante mondana torna oggi a Ferrara non per il breve tempo di una mostra, ma per prendervi dimora, in deposito temporaneo al Museo Boldini, accrescendone la qualità delle collezioni. Si deve questo importante avvenimento al prezioso impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara volto ad aumentare il prestigio della nostra città come centro d'arte e di cultura e alla sua vocazione a salvaguardare, valorizzare e arricchire il patrimonio cittadino.
Un impegno fondamentale, perché se è giusto approfondire la conoscenza dei nostri artisti e del loro mondo e valorizzarne la personalità e l'opera attraverso studi, ricerche e grandi mostre, è altrettanto giusto farlo acquisendone, ove possibile, le opere e favorendo, anche in tal modo, l'ampliamento dell'offerta culturale di Ferrara. Tutto questo la Fondazione Cassa di Risparmio lo fa da sempre con intelligenza ed entusiasmo, sia con proprie iniziative, sia sostenendo progetti di altri enti, ma sempre concorrendo in maniera significativa alla crescita culturale della nostra città nella convinzione che questa rappresenti una delle strade maestre per il suo sviluppo civile, sociale ed economico.
Intervento di Sergio Lenzi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara
La vocazione alla tutela, alla valorizzazione e all'incremento del patrimonio artistico ferrarese contraddistingue da sempre l'attività della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara nella città e nel territorio.
Grande attenzione è stata prestata al restauro di opere d'arte, edifici e complessi monumentali. Un impegno che ha raggiunto di recente uno dei suoi massimi esiti nella conclusione del restauro dei dipinti e degli arredi liturgici della chiesa di San Cristoforo alla Certosa, che ha concorso a restituire il tempio alla città nel suo antico splendore.
Energie importanti sono state spese anche per risarcire Ferrara di parte del patrimonio storico-artistico andato disperso nel corso del secoli. Basti ricordare, ad esempio, l'acquisizione della collezione Sacrati-Strozzi, quella delle due splendide tele di Dosso Dossi raffiguranti l'Astronomo con il libro e l'Astronomo con il compasso e il globo, e di una bella collezione privata di ceramiche artistiche ferraresi.
In quest'ambito s'inscrivono anche due importanti interventi della Fondazione a favore dell'arte moderna e contemporanea quali l'acquisizione, tre anni or sono, de I grandi fiori di Casa Massimo di Filippo de Pisis, del 1931, e, oggi, de La cantante mondana di Giovanni Boldini, del 1884 circa. Depositati temporaneamente presso le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, questi due capolavori ne hanno sensibilmente valorizzato e arricchito il patrimonio, un patrimonio estremamente significativo per la città che comprende, tra l'altro, i più importanti fondi di opere dei due maggiori maestri ferraresi dell'Otto-Novecento, protagonisti sulla scena artistica internazionale. I grandi fiori di Casa Massimo sono infatti un'opera fondamentale che segna l'inizio della piena maturità artistica del pittore e la nascita dello stile inconfondibile che lo rese celebre, mentre La cantante mondana è un dipinto straordinario di Boldini che testimonia un periodo cruciale della sua carriera, quello di maggiore vicinanza alle ricerche degli impressionisti francesi.
È motivo di orgoglio per la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara l'aver contribuito, ancora una volta, ad incrementare il patrimonio artistico cittadino affiancando, in questo caso, l'importante lavoro compiuto negli anni dall'Amministrazione Comunale di Ferrara.
Intervento di Andrea Buzzoni, Direttore delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
Nella pur ampia gamma di opere di Boldini delle più diverse stagioni della sua arte conservate nelle collezioni del Museo a lui intitolato mancava un quadro di alto livello che testimoniasse il periodo di massima tangenza alle ricerche pittoriche dei grandi francesi contemporanei e in particolare di Degas. Grazie all'acquisto, da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, di uno dei capolavori riconosciuti di quella breve ma fondamentale stagione, La cantante mondana, che con atto di grande liberalità ha deciso di depositare presso le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, la raccolta cittadina si arricchisce oggi di un nuovo prezioso tassello che le permetterà di offrire ai visitatori un profilo più esauriente dell'intero percorso dell'artista.
Durante gli anni Ottanta dell'Ottocento le ricerche di Boldini si avvicinano alle tematiche della pittura naturalista care agli impressionisti. Inizia così a comparire nei suoi lavori un particolare interesse per le scene della Parigi notturna, interesse che coincide con il lavoro che il collega e amico Degas stava portando avanti proprio in quel periodo. In particolare, il mondo del teatro e dei caffé concerto diviene uno dei campi di indagine prediletti dai due maestri che ne frequentano gli ambienti per studiare attentamente i personaggi che li animavano: ballerine, cantanti, musicisti, direttori d'orchestra, platee di spettatori. Boldini, al pari di Degas ma con uno stile diverso e personale, li coglie, secondo i principi del "ritratto d'ambiente", nell'esercizio della loro professione e ne registra le sembianze e i gesti fissandoli istantaneamente sul taccuino e poi sulla tela.
La cantante mondana è un quadro emblematico di questo momento cruciale delle ricerche di Boldini, non solo per il soggetto che rappresenta ma anche da un punto di vista formale: ritratta in uno dei celebri salotti musicali che l'artista frequentava, la chanteuse è raffigurata di schiena mentre con un gesto repentino e teatrale apre il ventaglio, un elemento formale e decorativo molto amato sia da Degas che da Boldini. La composizione è audacemente costruita su un complesso intreccio di diagonali e caratterizzata da tagli improvvisi - come quello che lascia fuori dall'inquadratura l'intero corpo del pianista sulla sinistra -, espedienti che servono a rendere ancor più la sensazione di essere calati nel vivo della scena. Evidente è anche la sensibilità di Boldini colorista, una qualità che emerge con forza da questo dipinto in cui, su un'armonica sinfonia di toni bruni e neri, ravvivati qua e là da guizzi improvvisi di rosso carminio o dall'oro delle cornici di specchi e dipinti che arredano l'ambiente, l'artista fa spiccare, per contrappunto, il bellissimo incarnato rosa della cantante così come il candore del suo vestito elegante. Una soluzione questa che trova il suo diretto antecedente nella maniera di un grande maestro olandese come Frans Hals, che Boldini amò e studiò attentamente.
Per questi motivi La cantante mondana rappresenta uno dei capolavori della lunga e fortunata carriera di Boldini. Il suo arrivo a Ferrara, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio, cui desidero esprimere tutta la mia più sincera gratitudine, rappresenta un evento di grande importanza per il Museo Boldini e per il patrimonio storico-artistico cittadino.
Intervento di Barbara Guidi, Curatore Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
La cantante mondana è un quadro fondamentale del periodo che precede la svolta definitiva di Boldini verso il genere del grande ritratto.
Prima di divenire il ritrattista del bel mondo parigino infatti, Boldini fu il pittore di Parigi. Vi è nella sua lunga carriera, che ha conosciuto più momenti e più fasi, un primo cruciale quindicennio, da quando si trasferisce nella capitale francese nel 1871 fino al 1886, in cui il pittore ferrarese ritrae ogni aspetto della vita della metropoli traducendone le atmosfere in pennellate scattanti, nervose, talvolta travolgenti. Si tratta di un capitolo fondamentale nella carriera di Boldini che coincide con l'esplosione della rivoluzione impressionista e che è ancora oggi poco studiato. Comprendere come evolse la sua personalità in quella fase che lo condusse dall'esperienza macchiaiola all'acquisizione della maniera che caratterizza i grandi ritratti della piena maturità sarà lo scopo della mostra intitolata Boldini nella Parigi degli Impressionisti che si inaugurerà il prossimo autunno a Palazzo dei Diamanti.
Attraverso un centinaio di opere ordinate in sezioni tematiche, la mostra illustrerà l'ampia gamma di soggetti trattati da Boldini in questi anni di intensa sperimentazione, dalle scene di genere alle vedute di città, dai paesaggi realizzati en plein air agli interni d'atelier, dai nudi ai ritratti. Tra le varie sezioni della mostra, una sarà dedicata alle ricerche che Boldini compie sugli scenari della Parigi notturna e La cantante mondana sarà una delle opere fondamentali di questo capitolo. Appassionato melomane fin dalla giovinezza, a Parigi Boldini frequentò assiduamente gli ambienti della musica e del teatro per analizzare, con interesse analogo a quello del collega Degas, le attitudini dei loro protagonisti sotto il riverbero della luce artificiale. Con le sue opere l'artista ferrarese ci consegna, in piena sintonia con le poetiche del naturalismo, uno straordinario libro della vie moderne: in esso sono ritratti musicisti e direttori d'orchestra colti nell'esercizio della loro arte, platee di spettatori divenuti improvvisamente inconsapevoli protagonisti della scena, ballerine ritratte nello sforzo ma anche nella grazia della loro performance, uomini e donne spiate mentre si intrattengono nei locali notturni, o ancora cantanti ritratte nei caffé-concerto o negli eleganti salotti musicali che l'artista era solito frequentare. Queste opere sono vere e proprie indagini che Boldini conduce sui diversi tipi sociali che animano la vita notturna della città e che costituiscono, per usare le parole dello stesso Degas, uno «studio del sentimento moderno». In questo libro delle notti parigine - una ricerca quasi sempre confinata da Boldini nella parte più intima e meno ufficiale della sua produzione artistica, quella dei disegni, dei pastelli e delle incisioni di cui il Museo Boldini conserva una ricchissima collezione - la Cantante mondana risalta non solo per qualità e raffinatezza della composizione ma anche perché è una delle poche opere dedicate a questo tema che il maestro decise di trasferire sulla tela. Essa costituirà uno dei perni fondamentali di questa importante sezione della mostra e, al contempo, il coronamento di quella parte delle collezioni del museo dedicate a questo affascinante tema.