Resoconto seduta di lunedì 23 febbraio 2009. Oggi, 24 febbrario, in programma il dibattito sul Bilancio
Consiglio Comunale: odg e delibere approvate, la relazione sul Bilancio 2009 del Comune
24-02-2009 / Giorno per giorno
CONSIGLIO COMUNALE - seduta di lunedì 23 febbraio
Elezioni del nuovo presidente e del vice presidente della Commissione consiliare di Controllo dei servizi pubblici locali.
L'Assemblea comunale ha quindi proceduto alle elezioni del nuovo presidente e del vice presidente della Commissione consiliare di Controllo dei servizi pubblici locali. Il presidente dovrà essere nominato tra i consiglieri di minoranza, il vice presidente tra i consiglieri di maggioranza. Le elezioni si effettuano con due distinte votazioni segrete, mediante schede, ed è necessario il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri assegnati.
La prima votazione non ha dato alcun esito. La seduta è stata sospesa dal presidente del consiglio comunale Romeo Savini per alcuni minuti con l'obiettivo di trovare un accordo fra i capigruppo.
Le successive due votazioni hanno dato questo esito: presidente della commissione Alfredo Calura (FI), vicepresidente Barbara Diolaiti (Verdi).
Ordine del giorno - Segnalazione da parte dei medici di extracomunitari irregolari
Con i voti a favore dei gruppi Pd, Prc,Verdi, Ps, Pdci, dei consiglieri Masotti e Pierpaoli (FI), contrari di Balboni, Brandani, Malaguti (An), Calura (FI) e Cavallari (IaF), astenuti Orsatti e Zardi (FI), è stato approvato l'ordine del giorno presentato da PD, Prc,Verdi, PS e Pdci in merito "all'approvazione in Senato dell'emendamento a firma di alcuni parlamentari della Lega Nord con il quale si rimuove il divieto di segnalazione da parte dei medici alle autorità di pubblica sicurezza di extracomunitari irregolari che a loro si rivolgono per l'erogazione di una prestazione sanitaria".
Il documento è stato illustrato da Simone Merli (Pd); sono intervenuti i consiglieri Massimo Masotti (FI), Alberto Balboni (An), Barbara Diolaiti (Verdi), Kiwan Kiwan (Prc), Massimo Pierpaoli (FI), Irene Bregola (Prc). Per dichiarazione di voto: Gianluca Vitarelli (Pd), Barbara Diolaiti (Verdi) e Irene Bregola (Prc)
Queste le delibere esaminate
Assessore Raffaele Atti
- Approvazione di Piano particolareggiato in variante al Piano regolatore relativo a un'area di Porotto sottozona C2 presentato dalla ditta Sogeco srl; APPROVATA (contrari IaF)
- Variante al Piano regolatore per la modifica della categoria di intervento di edifici in base ai disposti dell'art. 15 comma 4 Legge regionale 47/78 e successive modifiche e integrazioni , controdeduzioni e approvazione; APPROVATA (contrari IaF, astenuti An, FI)
Assessore relatore Massimo Maisto
- Approvazione del Bilancio 2009, del Bilancio pluriennale e del Piano-programma dell'Istituzione dei Servizi educativi Scolastici e per le famiglie del Comune di Ferrara.
Dopo l'illustrazione della delibera da parte dell'assessore Maisto, sono intervenuti Mauro Malaguti (An), Mirella Tuffanelli (Pd), Barbara Diolaiti (Verdi), assessore Marcello Marighelli, Francesco Rendine (An), Irene Bregola (Prc), Ilario Zamariolo (Ps), Alessandra Chiappini (pres. Istituzione Scuola). Per dichiarazione di voto Mauro Malaguti (An), Gianluca Vitarelli (Pd), Barbara Diolaiti (Verdi), Irene Bregola (Prc).
APPROVATA (a favore Verdi, Pdc, Pd, Ps; contro IaF, An, FI, Prc)
LA SCHEDA - La neonata ISTITUZIONE dei Servizi Educativi Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara diversamente da quanto avvenuto nel primo anno di attività in via sperimentale (anno 2008) ha predisposto il proprio Bilancio 2009 secondo la logica di contabilizzazione dei costi e dei ricavi di gestione, utilizzando lo schema del DM 26/04/95. La dimensione economico finanziaria del Bilancio punta al pareggio nel rispetto del principio della competenza, secondo questi dati: RICAVI 24.225.559,00 COSTI 24.225.559,00
Tra i Ricavi i proventi sono quasi esclusivamente provenienti da tariffe e trasferimenti da Stato, Regione, Provincia ed altri Enti Pubblici, per un valore pari rispettivamente a 3.689.000 ed 1.423.314,00 con una differenza pari ad 19.112.945,00 a carico del Comune.
Tra i Costi la voce più consistente riguarda il Personale ( 14.737.945,00) e il restante per la gestione dei servizi. I ricavi e i costi sono stati stimati nel rispetto dei principi di prudenza e valutazione storica del loro andamento, in base alla continuità di gestione dei servizi educativi , scolastici e per le famiglie originariamente già attivati dal Comune.
Il piano programma dell'Istituzione si apre appunto con due elementi fondamentali: il primo rappresentato dal vero avvio dell'Istituzione con Bilancio proprio e autonomo, quale mediazione tra le esigenze di flessibilità/autonomia gestionale tipica della gestione aziendale e il mantenimento di principi e regole dei servizi fortemente caratterizzati da una valenza a carattere e rilievo collettivo, come quelli del Comune,il secondo rappresentato dalla ricerca del mantenimento dell'attuale livello qualitativo dei Servizi, nonostante la situazione di forte criticità finanziaria locale e nazionale.
Gli impegni più rilevanti continuano ad essere i seguenti:
L'ampliamento dell'offerta di posti Nido e comunque di forme di reale sostegno alle famiglie per rispondere alle pressanti esigenze di conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.
Ciò attraverso convenzioni con soggetti privati autorizzati, ovvero sostenendo le iniziative di Nidi aziendali o comunque forme indirette di sostegno economico alle famiglie attraverso l'adesione a nuove progettazioni regionali ed europee.
Si tratta di un grande ambito strategico di azione che continuerà a basarsi sul coordinamento reale fra i servizi pubblici educativi e scolastici, sociali e sanitari a livello interistituzionale ed i servizi privati, in un sistema realmente integrato, tale da consentire il più diffuso e uniforme intervento qualitativo a favore dei minori e delle famiglie.
Prenderà avvio concreto il piano di razionalizzazione e dimensionamento della rete scolastica territoriale in collaborazione con le Autonomie Scolastiche e verrà potenziato il raccordo tra scuole ed Ente Locale sulla qualificazione dell'offerta formativa scolastica ed extrascolastica offrendo il coordinamento della rete dei servizi pubblici e privati, per favorire azioni di aggregazione e integrazione reale scolastica ed extrascolastica dei minori con disabilità e forte disagio sociale.
Tutte le azioni di integrazione rivolte ai minori e alle famiglie rientrano a primo titolo nella progettazione interistituzionale territoriale dei PIANI DI ZONA. Secondo programmi specifici di ricerca, consulenza e formazione in rete e interventi mirati a sostegno delle competenze e responsabilità genitoriali, nonché del sistema socio-educativo e scolastico territoriale.
Permangono come scelte fondamentali quelle di :-
- Facilitare l'effettiva fruizione del Diritto allo Studio proponendo condizioni agevolate di servizi di trasporto, frequenza scolastica per nuclei con minori in carico al Servizio Sociale e in particolari condizioni di fragilità, in rete con i servizi territoriali.
- Sostenere un programma teso a valorizzare la cultura dell'infanzia e dell'adolescenza a livello di ricerca scientifica, di confronto su interventi innovativi e sperimentali.
- Potenziare lo sviluppo dei Centri di ricerca e documentazione già avviati a livello locale, secondo progettazioni basate su convenzioni/confronti con Enti e Università nazionali ed europee, sia a livello di progettualità della pedagogia speciale che della sperimentazione pedagogica.
- Sostenere lo sviluppo dell'integrazione interculturale proponendo azioni coerenti, complementari e coordinate rispetto agli interventi interculturali a livello di ricerca, innovazione e consulenza.
- Comune di Ferrara città per la pace, adesione al coordinamento nazionale degli enti locali per la pace. E' intervenuta la consigliera Barbara Diolaiti (Verdi) e Anna Quarzi (Pd). APPROVATA (contrari IaF; astenuti An, FI)
- Approvazione del Regolamento del Museo del Risorgimento e della Resistenza.
La delibera è stata illustrata dall'assessore Massimo Maisto.
APPROVATA (contrari IaF)
LA SCHEDA - Il nuovo Regolamento costituisce la sintesi operativa dei più salienti aspetti scientifici e divulgativi quotidiani di questo civico museo la cui origine ascende al 1903 (dopo esperienze preparatorie ottocentesche), segue un itinerario storico-scientifico e operativo approdante nell'attuale sede nel 1958 scandito, nell'anno successivo, dall'allestimento della sezione dedicata alla Resistenza che conduce all'attuale denominazione.
La nuova stesura apporta significative modificazioni al precedente Regolamento, risalente agli anni '60, e si allinea alle direttive regionali e alla normativa di carattere più generale interessante anche i restanti musei civici ferraresi. La sua elaborazione è frutto sia di un lungo lavoro di ricerca, finalizzato alla rilevazione e alla verifica di regolamenti similari esistenti (o in fase elaborativa) nel territorio nazionale, sia della ricerca e rilevazione di nuovi standard qualitativi auspicati e caldeggiati dalla più recente legislazione nazionale e regionale.
In particolare, il Regolamento ribadisce i fondamentali obiettivi del museo, rapportati alla sua identità storica, agli indirizzi generali perseguiti dal Centro di Documentazione Storica-Centro Etnografico (istituto scientifico di riferimento) e al suo contesto locale e nazionale: fa parte, peraltro, in qualità di "aggregato", del sistema nazionale degli istituti di storia contemporanea e della Resistenza. Le norme, inoltre, si muovono conseguentemente nell'ordine di un sistema regionale sia dei musei della stessa tipologia storico-contemporanea sia delle strutture museali (o di centri di documentazioni) a connotazioni etnostoriche ed etno-antropologiche, dialoganti a livello dell'intera regione, nonché in circuiti nazionali e internazionali
In tale ottica di sistema, quindi, la specificità del Museo (e del Centro di Documentazione Storica cui afferisce) è riconoscibile nel suo ruolo consolidato di istituto di riferimento di primaria importanza - a livello nazionale, regionale e locale - per le politiche e le azioni relative alla conservazione dei materiali documentari e alla loro diffusione nell'ampio ambito delle discipline sopra delineate. Coerentemente con tali criteri, il Museo del Risorgimento e della Resistenza si pone la missione di valorizzare il proprio patrimonio e la propria identità storico-antropologica dando un opportuno ed organico impulso tanto agli aspetti relativi alla acquisizione e conservazione dei beni, alla cura e all'aggiornamento delle esposizioni permanenti ed alle attività di ricerca, quanto alla diffusione della cultura nella popolazione da perseguire attraverso iniziative espositive temporanee, attività convegnistiche, seminariali, editoriale e didattiche, l'erogazione di servizi diversificati per il pubblico, nonché tutte le altre forme giudicate idonee di comunicazione.
Assessore Roberto Polastri
- "Bilancio di previsione del Comune di Ferrara per l'anno 2009, del Bilancio per il triennio 2009-2011, della Relazione Previsionale e Programmatica per il periodo 2009-2011 e relativi allegati; approvazione dell'elenco dei lavori da avviare nell'anno 2009 e del programma 2009-2011 dei lavori pubblici".
L'assessore Polastri ha letto la relazione sul bilancio. La discussione sul Bilancio 2009 e la presentazione in assemblea delle richieste di emendamento sono in programma oggi, martedì 24 febbraio dalle 16,30. Questo il testo del documento.
ROBERTO POLASTRI Assessore al Bilancio Consiglio Comunale 23 febbraio 2009
Come ha correttamente affermato, qualche tempo fa, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, la manovra di Luglio è stata pensata in un'altra epoca, intendendo con ciò i contenuti del DPEF e della Legge Finanziaria.
Già in assenza della crisi economico finanziaria internazionale i provvedimenti a carico dei Comuni sarebbero stati comunque negativi.
Oggi, alla luce di ciò che sta accadendo, sono intollerabili e oltremodo lesivi degli interessi del paese.
Purtroppo alla consapevolezza del Ministro non sono seguiti fatti corrispondenti, anzi, a colpi di interpretazioni e di circolari governative il quadro già fosco si è aggravato ulteriormente.
E' davvero sconfortante assistere alla cecità di un governo che, a fronte della peggiore crisi economica dal dopoguerra ad oggi, insiste nel mortificare ed umiliare il ruolo delle istituzioni più vicine ai cittadini.
Invece di valorizzarle e di farne uno dei soggetti protagonisti delle politiche di sostegno e di rilancio della domanda aggregata e della tenuta del tessuto sociale messo a dura prova dalle ripercussioni che ricadranno sulle famiglie più deboli.
L'attuale crisi finanziaria cambierà in profondità la nostra società: siamo di fronte a fenomeni di proporzioni sconosciute e non ne conosciamo gli esiti.
Non è questa la sede per una riflessione di carattere generale, ma lo è per avere fino in fondo la consapevolezza che i Comuni, le istituzioni locali saranno i destinatari più ravvicinati dei contraccolpi economici e sociali che la crisi comporterà.
E' questa la sede per esprimere tutta la responsabile preoccupazione per gli inevitabili effetti che, aumento della precarietà, del bisogno, della povertà, genereranno domande a cui noi in prima istanza saremo chiamati a rispondere, perché è qui, sul territorio, che si è chiamati ad affrontare i problemi della gente e delle imprese che al territorio sono legate.
Non vediamo per niente, alla luce dei provvedimenti e degli atteggiamenti, che nel governo ci sia la piena consapevolezza di questo dato di fatto.
Abbiamo assistito al contrario di ciò che anche solo il buon senso richiedeva: sul fronte della spesa e dell'intervento sociale il Governo ha operato forti riduzioni ad un insieme di risorse destinate indirettamente ai Comuni o alle comunità locali, oltre al ridimensionamento pari a 200 milioni di euro del fondo ordinario dedicato ai trasferimenti.
Sono stati tagliati:
55 milioni di euro al fondo politiche giovanili
23 milioni al fondo per l'edilizia scolastica
37 milioni al fondo per il trasporto locale
275 milioni al fondo per le politiche sociali
100 milioni al fondo per l'inclusione sociale
che vanno ad aggiungersi ai tagli a scuola, università, ricerca e
sanità.
Sul versante invece del possibile contributo che potrebbe venire dal sistema degli Enti Locali per stimolare fattori anticiclici contro la recessione in atto, il giudizio non può che essere, se possibile, ancora più negativo.
Siamo in una situazione drammatica e paradossale nella quale i Comuni hanno disponibilità di risorse e non possono spenderle a causa del peso dei saldi stabiliti a carico del comparto dalla manovra per il 2009.
Il sistema Paese non può permettersi di rinunciare all'apporto degli investimenti dei Comuni che, come i dati confermano e nonostante la tendenziale flessione della spesa in infrastrutture per il settore pubblico, rimangono i maggiori investitori (l'81% della spesa per investimenti fissi lordi delle amministrazioni pubbliche nel periodo 2000/2006 è stata sostenuta da Enti Locali), i Comuni rappresentano la maggior quota con il 51% e sono dunque, a tutti gli effetti, i maggiori investitori del Paese.
Non meno critica è la situazione sul versante delle risorse di parte corrente sulle quali incombono pesanti incertezze riguardanti scelte sbagliate compiute da questo e dal precedente Governo.
Negli ultimi anni abbiamo subito ripetute riduzioni di trasferimenti derivanti da previsioni palesemente errate in ordine ad aumenti di gettito (ICI rurale) o da tagli conseguenti a presunti risparmi (costi della politica).
La prassi della sovrastima del gettito, a vario titolo di competenza dei Comuni, garantito da promessi conguagli ex post che non vengono coperti da effettivi stanziamenti nel bilancio dello Stato determina una situazione grave di incertezza gestionale e di ordine contabile causando scostamenti rilevanti fra le previsioni finanziarie indicate nei bilanci e quanto dovrà essere certificato nei consuntivi.
La vicenda del rimborso del mancato gettito dell'ICI prima casa è da questo punto di vista esemplare.
All'appello mancano 424 milioni.
A dirlo, per la prima volta ufficialmente, è il Ministero dell'Interno con la sua nota del 6 febbraio.
Verificheremo ad aprile se il Governo onorerà gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio con il documento firmato congiuntamente all'ANCI il 2 ottobre.
Certo che costruire bilanci di Comuni iscrivendo in entrata milioni di euro legati a promesse del governo centrale che non trovano riscontro nel bilancio dello Stato, non è certo una prassi virtuosa, ma la negazione dell'autonomia e del federalismo.
E' l'umiliazione dei sindaci con il cappello in mano a Roma che in particolare la Lega Nord vorrebbe cancellare.
Così come sottolineato recentemente dall'ANCI, io mi auguro sinceramente che il federalismo sia un'opportunità per tutti i cittadini e utile a rafforzare il vincolo unitario, attraverso nuovi meccanismi di funzionamento del sistema repubblicano, propri dei modelli delle più avanzate democrazie.
Un federalismo che garantisca il pieno soddisfacimento dei diritti fondamentali dei cittadini e la realizzazione dei principi di solidarietà e di coesione sociali.I principi di autonomia e di responsabilizzazione finanziaria di tutti i livelli di governo.
Il principio della tendenziale correlazione tra prelievo fiscale e beneficio connesso alle funzioni esercitate sul territorio, in modo da favorire la corrispondenza fra responsabilità finanziaria ed amministrativa.
Il principio di premialità dei componenti virtuosi ed efficienti nell'esercizio della potestà tributaria nella gestione finanziaria ed economica, del principio di flessibilità e manovrabilità fiscale.
Il principio di territorialità dell'imposta.
Il principio della tendenziale corrispondenza tra autonomia impositiva ed autonomia di gestione delle proprie risorse umane e strumentali da parte delle Regioni e degli Enti Locali.
Il principio di lealtà istituzionale tra tutti i livelli di governo e la previsione di una nuova sede di concertazione e di coordinamento della finanza pubblica.
A fronte di tutto ciò confesso che non sono per nulla certo che il DDL che verrà approvato, forse, a breve dal Parlamento, possa garantire un buon esito rispetto alle aspettative.
Troppo lunghi i tempi previsti per i decreti attuativi e poi per l'entrata a regime delle norme, troppe incertezze su aspetti fondamentali: manca il codice delle autonomie che dovrebbe definire le funzioni assegnate, e in assenza di ciò è impossibile ragionare correttamente sul livello delle risorse corrispondenti.
Lo stesso Ministro Tremonti, che sfoggia idee precise su ogni cosa, a partire dai destini futuri del capitalismo mondiale, ha candidamente affermato che non è in grado di fare stime sulle risorse necessarie a finanziare il nuovo sistema.
Voglio sperare che quando verrà il tempo dell'espressione finale del voto in Parlamento ciò che guiderà il giudizio dei parlamentari e dei gruppi politici sia un meditato giudizio di merito sul testo e non prevalgano ragioni di opportunismo contingente.
ENTRATE
Sul fronte delle entrate, rimanendo nel contesto delle voci di maggior rilievo, la proposta di Bilancio mantiene inalterato il livello di pressione tributaria e tariffaria rimasto nelle nostre competenze.
E' doveroso sottolineare che anche la TIA, pur non facendo parte formalmente del sistema fiscale comunale, rimane invariata per il quarto anno consecutivo, quindi riducendosi notevolmente in termini reali.
Nonostante il blocco dell'aliquota dell'addizionale IRPEF è stato iscritto a bilancio un incremento di gettito rispetto alla previsione 2008, grazie al maggior accertamento ascrivibile agli esercizi 2007 e 2008 sulla base della certificazione del Ministero per l'esercizio 2006.
Malgrado le gravi incertezze sulle effettive intenzioni del governo di onorare gli impegni assunti con i Comuni, sono stati iscritti in entrata i trasferimenti a copertura del mancato gettito dell'ICI prima casa, dell'ICI cosiddetta rurale e dei "costi della politica", così come certificati dai nostri uffici.
Il prevedibile rallentamento del mercato immobiliare ha consigliato un ridimensionamento nella previsione di entrata riguardante gli oneri di urbanizzazione, il cui andamento andrà attentamente monitorato durante l'anno per verificarne la coerenza con la previsione iniziale e consentire eventuali correzioni per il mantenimento degli equilibri contabili.
Da ultimo va sottolineato che tutte le entrate riferite ai servizi scolastici e, del pari, tutte le uscite corrispondenti non costituiscono più parte del bilancio comunale ma di quello dell'istituzione Scuola.
SPESA
La riduzione di voci significative di entrata e l'aumento di spesa di uscite di carattere rigidamente vincolato (oneri sui mutui, contratti di servizio, spese per l'organizzazione delle prossime elezioni amministrative) hanno determinato un deciso intervento di ridimensionamento della spesa per servizi che ha però salvaguardato l'esigenza di fornire maggiori risorse agli interventi
necessari a fronteggiare al meglio le conseguenze della crisi economica in atto.
Già nella proposta iniziale di bilancio erano previste maggiori risorse, rispetto a quanto effettivamente speso nel corso del 2008, agli assessorati competenti per le attività economiche e per i servizi di welfare.
Con l'emendamento presentato dal Sindaco a nome della Giunta questa scelta di bilancio viene ulteriormente rafforzata incrementando di oltre 400 mila euro la spesa per il sostegno alle fasce più disagiate della popolazione e di 200 mila euro per interventi a favore del mondo produttivo ferrarese.
INVESTIMENTI
Senza i vincoli imposti dalle norme vigenti sul Patto di stabilità, la nostra amministrazione potrebbe impegnare per politiche di investimento oltre 20 milioni di euro durante l'anno e ciò senza aumentare lo stock di debito accumulato alla data l'1/1/2009.
Per le ragioni argomentate in precedenza, in assenza di modifiche del quadro normativo, queste possibilità sono sostanzialmente azzerate e sarebbe questo un grave danno alla città e la perdita di rilevanti opportunità di lavoro per il tessuto economico del territorio.
DEBITO
Intimamente connesso alla politica degli investimenti è il tema del debito.
Tema sul quale si sono esercitati, più o meno autorevolmente, diversi commentatori di estrazione varia.
Un dibattito confuso e superficiale unicamente teso a sollevare polveroni allarmistici a scopo di dozzinale propaganda, nulla che abbia a che fare con la rigorosa logica dei numeri e dell'analisi economico finanziaria.
Mettendo in relazione grandezze fra loro confrontabili ciò che si può sostenere è che:
all'inizio della legislatura, all'1/1/05 il residuo debito in ammortamento era di 149.767.850,34.
Alla fine della legislatura all'1/1/09 il residuo debito è di 150.351.500,25.
Quindi, in termini reali il debito è diminuito.
All'1/1/05 il residuo debito in relazione alle entrate era pari a 128,7%.
All'1/1/09 il residuo debito in relazione alle entrate è pari a 114,5%.
Quindi è diminuito il rapporto tra debito e risorse a disposizione per fronteggiarlo.
Nel consuntivo 2004 la quota di ammortamento del debito ha assorbito il 12% della spesa.
Nel consuntivo 2008 la quota di ammortamento del debito ha assorbito il 14% della spesa ed è intuibile che a seguito del calo dei tassi nell'esercizio 2009 questa quota verrà ridimensionata.
Nel 2006 (dati del Sole24ore) la media della quota procapite di debito nei Comuni capoluogo era di 1.542 euro; nel Comune di Ferrara era di 1.207.
A fronte di ciò durante questa legislatura sono stati realizzati investimenti per 205.859.363 euro (2004/2008).
Questi sono i dati; il resto è materia da comizio per politici faziosi e superficiali.
Le dure posizioni dell'ANCI espresse sempre all'unanimità negli ultimi mesi contro i provvedimenti del governo, la mobilitazione di tanti sindaci di ogni appartenenza politica segnalano un profondo disagio da parte di chi è, a tutti gli effetti, ed orgogliosamente si sente, parte fondamentale della classe dirigente del paese.
E' il disagio di chi è stanco che si continui da parte del governo centrale e del Parlamento a scaricare su di loro le contraddizioni, invece di essere considerato una forza fondamentale su cui far leva per affrontare le difficoltà prodotte dalla crisi.
Di chi è stanco di quel muro sempre più alto di incomunicabilità che c'è fra i diversi livelli istituzionali per il quale si è creato un mondo fatto di amministratori, dirigenti, dipendenti che si sforzano di ragionare di politiche locali, di welfare locale, di sviluppo locale, di competitività dei territori, di piattaforme territoriali, di rapporto fra Università e sviluppo, di turismo, di casa, di sicurezza, di riorganizzazione dei servizi, di innovazione tecnologica, di formazione, di creazione di imprese e chi invece, sempre di più, si assume la responsabilità di decisioni senza conoscere la realtà e che pensa che si possano sistemare le situazioni difficili con provvedimenti che fanno riferimento a numeri, a medie astratte, come se fosse la stessa cosa spendere 100 e dare 90 in servizi, o spendere 100 e dare in servizi 10, senza distinguere ciò che va tagliato da ciò che va incentivato, quello che incide sui privilegi da quello che finisce per colpire la vita dei cittadini.
Il bilancio dei rapporti tra enti locali e governo centrale di questa legislatura è in profondo rosso.
Anno dopo anno l'autonomia finanziaria dei Comuni è calata invece di crescere, abbiamo dovuto fare i conti con tutti i provvedimenti estemporanei varati di anno in anno con le leggi finanziarie, con il blocco delle assunzioni, gli stop and go sulle addizionali, fino alla manomissione dell'ICI. Abbiamo dovuto arrangiarci per stare dentro a cervellotici patti di stabilità ogni anno ritoccati.
Se ci fosse stato garantito un quadro di certezze su cui misurare davvero le nostre capacità si sarebbero forniti maggiori strumenti ai cittadini per valutare e giudicare.
Così non è stato ed in queste condizioni essere riusciti a mantenere i conti in equilibrio, continuando a garantire alti livelli di servizi alla città e politiche di investimento decisive per la qualità del territorio e per il suo sviluppo, è di per sé un risultato importante.
Abbiamo di fronte mesi complicati, in particolare sul fronte delle emergenze economico-sociali.
L'impianto di questo bilancio è qui a testimoniare che di questo c'è piena consapevolezza e che il primo obiettivo che esso persegue è la limitazione delle conseguenze della crisi sul tessuto civile della città.
Un bilancio che punta a sostenere le famiglie e l'economia, mi conforta che questo sia già stato riconosciuto dalle organizzazioni sociali cittadine, ed è quindi con serenità e fiducia che chiedo il voto di approvazione del Consiglio Comunale.