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Tre domeniche di conversazioni nei luoghi di culto della città

Passeggiando tra cappelle e navate, alla scoperta delle chiese ferraresi

25-02-2009 / Giorno per giorno

Conservano fra le loro mura le tracce di secoli di devozione e preghiera, accanto a opere decorative di autentico pregio. Già protagoniste di un primo seguitissimo ciclo di visite, le chiese ferraresi tornano ad aprire le proprie porte agli appassionati di arte e di storia con tre nuovi appuntamenti domenicali nel mese di marzo. A inaugurare il percorso, organizzato dal Comune in collaborazione con l'Arcidiocesi, sarà, domenica prossima alle 11,15, la chiesa del Gesù di via Borgoleoni 56, seguita, il 15 marzo sempre alle 11,15, da Santa Maria della Consolazione e, in chiusura, da San Giorgio fuori le mura, il 29 marzo alle 12.
La formula sarà la stessa già sperimentata nell'autunno scorso e identica resterà anche la coppia di ciceroni d'eccezione che guiderà ferraresi e turisti alla scoperta delle vicende e delle bellezze dei diversi luoghi di culto. Ancora una volta, infatti, il ricercatore storico del servizio comunale Beni monumentali Francesco Scafuri ripercorrerà le tappe storiche di costruzione degli edifici, illustrerà gli elementi architettonici che ne contraddistinguono l'aspetto e racconterà dei personaggi legati a quei luoghi. Mentre il curatore dei musei civici di Arte antica Giovanni Sassu si dedicherà all'analisi delle opere decorative che arricchiscono l'interno delle chiese, richiamando l'attenzione sulla cifra stilistica di ciascun artista.
"Il riscontro ampiamente positivo in termini di presenze e di interesse ottenuto in occasione del primo percorso di visite - ha dichiarato stamani in conferenza stampa il sindaco Gaetano Sateriale - ci aveva portato fin da allora a immaginare una prosecuzione dell'iniziativa. Tante infatti sono ancora le chiese ferraresi che attendono di essere riscoperte e il nostro auspicio è che altre visite possano essere proposte anche in futuro".
"Ogni domenica - ha spiegato Francesco Scafuri - faremo un viaggio nel tempo che ci porterà ad attraversare idealmente diverse epoche storiche, ripercorrendo accanto agli aspetti storici e artistici
dei vari edifici, anche racconti di vicende straordinarie e di vita quotidiana ferrarese. Saranno conversazioni alla portata di tutti, supportate da ricerche bibliografiche e ricche di notizie anche su ciò che avveniva nelle immediate vicinanze dei luoghi di culto, come quelle relative al collegio dei gesuiti di cui parleremo in occasione della visita alla Chiesa del Gesù".
"Analizzeremo inoltre - ha aggiunto Giovanni Sassu - le diverse opere d'arte che decorano gli interni degli edifici, scoprendo come ciascuna di esse sia testimone dell'epoca storica in cui ha visto la luce".
Già in fase di programmazione, per i prossimi mesi di maggio e giugno, è poi il nuovo ciclo di passeggiate notturne alla scoperta delle vie e dei palazzi del centro storico, sempre al seguito di Francesco Scafuri. E in via di completamento è anche la preparazione del testo con le notizie e gli approfondimenti relativi alla prima serie di percorsi notturni e visite alle chiese che sarà distribuita a guide turistiche, associazioni e biblioteche e sarà disponibile per tutti on line.


Questi gli appuntamenti in programma:

CHIESE A FERRARA TRA STORIA, FEDE E ARTE
Conversazioni nei luoghi di culto, aperte a tutti gli interessati
(Testi a cura di Francesco Scafuri e Giovanni Sassu)

Chiesa del Gesù
(Via Borgoleoni, 56)
Domenica 1 Marzo ore 11,15
Luogo di ritrovo: sagrato della chiesa

La chiesa venne fondata nel 1570 dai "padri della Compagnia di Gesù" su progetto dell'architetto Giovanni Tristano, ispiratore e sovrintendente in quel periodo dell'intensa attività edilizia dei gesuiti. Il Tristano, che nacque a Ferrara nel 1515 e morì nel 1575, non poté occuparsi personalmente della costruzione anche perché, subito dopo aver eseguito i disegni, fu impegnato in altre città; secondo diversi studiosi, sarebbe stato quindi l'architetto Alberto Schiatti, probabile autore della facciata, ad eseguire i lavori. Le opere principali durarono circa dieci anni, tant'é che solo nel 1580 fu celebrata la prima messa nel nuovo tempio.
La chiesa venne poi solennemente consacrata il 21 novembre 1599 dal vescovo di Ferrara Giovanni Fontana. Nel XVII secolo fu ampliata con sei cappelle ornate di stucchi su disegno di Carlo Pasetti e Padre Palmieri.
Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù (1773), l'edificio sacro passò ai padri somaschi, per tornare ai padri gesuiti nel 1817. Le alterne vicende dell'edificio di culto, nel corso del XIX e XX secolo, sono legate alla storia travagliata dei gesuiti a Ferrara e ai vari usi incongrui a cui nel tempo la chiesa fu destinata dalle autorità. Solo nel 1979 la chiesa del Gesù passò alla Diocesi, che l'affidò all'attuale sacerdote.
Il tempio dovette subire purtroppo gli effetti dei bombardamenti del 1944, che causarono il crollo del campanile e seri danni sia all'abside che al soffitto, perciò furono necessarie importanti opere di restauro, che iniziarono nel 1945 e si conclusero in gran parte nel 1952.
La facciata in cotto, ideata secondo uno schema rossettiano, conserva in gran parte l'aspetto cinquecentesco: è divisa in due ordini da un'alta trabeazione orizzontale, posta sopra sei paraste caratterizzate da capitelli e basi marmoree, tra le quali si impongono all'attenzione il portale principale, i due ingressi laterali e due coppie di nicchie sovrapposte. Nell'ordine superiore si aprono due finestre e un rosone centrale, mentre il prospetto si conclude con un timpano triangolare sobriamente decorato in cotto e coronato da tre guglie. La chiesa, che presenta una profonda curvatura absidale, è a navata unica ed è dotata di sei cappelle (tre per lato) fra pilastri e colonne corinzie.
Il sobrio interno, a navata unica, risente dei dettami della Compagnia di Gesù in materia di architettura sacra. Gli altari laterali sono ornati da dipinti di grande pregio legati all'iconografia gesuitica come l'Annunciazione del Bastarolo (1585 c.), la Comunione di S. Stanislao Kostka e il Miracolo di S. Francesco Saverio di Giuseppe Maria Crespi (entrambi databili attorno al 1728). Ma la chiesa è nota perché vi si conserva uno dei massimi capolavori della scultura in terracotta in area padana, il Compianto sul Cristo morto opera di Guido Mazzoni che la eseguì nel 1485 c. per la chiesa di Santa Maria della Rosa.


Chiesa di Santa Maria della Consolazione
(Via Mortara, 94)
Domenica 15 Marzo ore 11,15
Luogo di ritrovo: sagrato della chiesa

La chiesa di Santa Maria della Consolazione, considerata una delle ultime opere di Biagio Rossetti, si trova in via Mortara, tra le strade principali dell'Addizione Erculea. La sua erezione fu voluta da Sigismondo ed Ercole I d'Este, che si recò di persona ad assistere alla posa della prima pietra il 5 Aprile 1501. Terminati i lavori (1516), nel nuovo tempio fu trasportata un'immagine votiva rappresentante la Madonna col Bambino, che fin dal 1189 era venerata in una piccola cappella nelle immediate vicinanze.
La chiesa e l'annesso convento furono affidati ai padri Serviti, che tennero il complesso fino al 1781, quando papa Pio VI decretò l'assegnazione dei chiostri, degli orti e delle costruzioni adiacenti all'Opera Pia Esposti, mentre l'officiatura del Tempio passò al clero diocesano. Proprio al XVIII secolo risale la costruzione del fabbricato monumentale prospiciente corso Porta Mare, che nella seconda metà dell'Ottocento venne adibito a lazzaretto, quindi a diversi usi; la chiesa rimase aperta al culto, sia pure a fasi alterne, fino 1883, quindi variamente utilizzata come deposito militare e magazzino comunale.
Fin dagli anni '60 del Novecento l'edificio di culto è stato interessato da importanti interventi di restauro, spesso sollecitati dallo storico Silio Italico Sarpi e promossi tra gli altri dalla Ferrariae Decus e dal Comune di Ferrara; tali opere, realizzate a più riprese anche negli ultimi decenni, hanno reso possibile l'apertura al pubblico nei giorni festivi. Il tempio, dopo essere stato retto dai padri francescani di Santo Spirito, ora è officiato da un padre per la Chiesa Ortodossa Rumena.
La facciata "è uno degli esempi di non finito", in quanto le riseghe in cotto denunciano chiaramente che essa doveva essere rivestita di marmo. Lo stesso protiro che dà sul sagrato è parte di un portico non completato: nella lunetta si nota l'affresco che rappresenta la "Madonna in trono fra angeli" (1581), opera attribuita al Bastianino restaurata nel 1997. Il portale d'ingresso è incorniciato da due pilastri marmorei e da una trabeazione con l'iscrizione latina che ricorda l'intitolazione del tempio. Di notevole interesse l'abside monumentale, sintesi delle esperienze rossettiane precedenti, che si può osservare da via Rampari di San Rocco.
Gli studiosi si soffermano, infine, sulla particolare suggestione dell'interno, dove i particolari effetti di luce naturale inondano le tre navate ed in particolare l'abside, creando un'atmosfera quasi metafisica.
Le sfortunate vicende che hanno coinvolto l'edificio di culto nel corso del XIX e del XX secolo, hanno portato alla rimozione di tutti gli arredi storici interni e alla perdita di gran parte delle decorazioni. Sopravvive però nel catino absidale l'affresco raffigurante l'Incoronazione della Vergine e angeli musicanti. Attribuita ora a Domenico Panetti, ora a Michele Coltellini ed infine a Baldassarre Carrari, l'opera è fra le più affascinanti e, al tempo stesso, misteriose nel panorama della cultura figurativa ferrarese tra Quattro e Cinquecento.


Chiesa di San Giorgio fuori le mura
(Piazzale San Giorgio, 27)
Domenica 29 Marzo ore 12,00
Luogo di ritrovo: sagrato della chiesa

Sorse nella seconda metà del VII secolo o nei primi decenni del successivo. Fu la prima cattedrale di Ferrara e sede del vescovado fino al XII secolo, quando il titolo venne trasferito in quella attuale. L'originaria struttura altomedievale dell'antica chiesa fu in seguito letteralmente sommersa da una serie di interventi succedutisi nel tempo. Nella seconda metà del Quattrocento, per esempio, ebbe inizio uno dei più importanti interventi che portò alla ricostruzione del tempio, già allora affidato ai monaci olivetani. Ai cantieri, che interessarono nel contempo l'adiacente monastero, lavorò anche Biagio Rossetti che, tra l'altro, progettò la torre campanaria (ultimata nel 1485), una delle prime opere impegnative dell'architetto ferrarese nell'ambito dell'architettura religiosa. Il campanile divenne il punto di riferimento per chi entrava o usciva dalla città e fungeva da faro per chi navigava sul fiume; il suo valore urbanistico si manifestava ancora più palesemente agli inizi del XX secolo, quando (secondo Zevi) l'alta torre costituiva "l'unico elemento di tensione e di riscatto" della zona sud-orientale di Ferrara, allora priva delle costruzioni circostanti.
Nel 1512, al tempo della guerra di papa Giulio II, il complesso subì notevoli danni, perciò fu interessato da una prima ristrutturazione. Altre trasformazioni vennero eseguite all'interno della basilica da Alberto Schiatti nel 1581, poi nel corso del XVII secolo. Gravi danni furono inflitti alla chiesa nel 1708 dalle cannonate sparate dalle truppe pontificie (appostate sui baluardi cittadini) contro i tedeschi prussiani che si erano asserragliati nel convento; perciò nel 1709 fu necessario un nuovo restauro, su progetto degli architetti Francesco Mazzarelli e Giacomo Bottoni, nell'ambito del quale si accorciò la chiesa di una campata. A tali opere si aggiunse nel 1722 il rifacimento la facciata, realizzato su disegno dello scultore Andrea Ferreri.
La pianta della chiesa è caratterizzata da un impianto basilicale, a tre navate, con presbiterio e coro.
Di disegno molto elegante sono la sacrestia e il chiostro, l'unico rimasto dei tre che arricchivano l'ampio monastero.
L'interno della chiesa reca i segni sontuosi degli interventi di età barocca, soprattutto nella navata centrale, nella zona del presbiterio nella cappella dei Santi Benedetto e Maurelio. Tra i molti dipinti che ornano gli altari si possono ricordare le due grandi tele raffiguranti la Flagellazione e l'Incoronazione di spine del caravaggesco ferrarese Francesco Costanzo Catanio (1630 c.), o i bei dipinti di Francesco Naselli, ispirati alle opere eseguite dai Carracci e da Guido Reni nell'eremo benedettino di San Michele in Bosco a Bologna. Nel presbiterio è situata invece la tomba del vescovo Lorenzo Roverella, scolpita nel 1475 da Ambrogio da Milano e da Antonio Rossellino, uno dei capolavori della scultura rinascimentale a Ferrara. Vicino al campanile si trova la sepoltura del grande pittore estense Cosmè Tura, morto nel 1495.