L'Amministrazione comunale aderisce alla giornata di protesta e mobilitazione dei medici italiani
Per garantire salute e cure primarie a tutti gli individui
17-03-2009 / Giorno per giorno

I cittadini extracomunitari possono rivolgersi tranquillamente e con fiducia alle strutture sanitarie del nostro territorio. Lo hanno ribadito questa mattina in residenza municipale i rappresentanti del Comune, l'assessore Maria Giovanna Cuccuru e Ivano Guidetti, dirigente del Servizio Sicurezza urbana, e quelli dell'ambito medico-sanitario, Riccardo Baldi (Az. Ospedaliera S.Anna), Maria Gabriella Piccinini (Ordine dei Medici), Chiara Benvenuti e Caterina Sateriale (Ausl Ferrara) nel condividere questa giornata di protesta e mobilitazione contro un provvedimento contenuto del decreto legge "Sicurezza" del Governo, approvato in Senato, che se definitivamente operativo alla fine dell'iter produrrebbe effetti negativi sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista sociale e del rispetto dei diritti umani nonché dei principi etici e deontologici dei medici. Nel corso dell'incontro sono stati esplicitati nel dettaglio i motivi di questo dissenso tempestivo e generalizzato con il provvedimento governativo, un dissenso espresso anche dal Consiglio Comunale che in febbraio ha votato a maggioranza un documento proprio su questo tema. Vengono già registrati sia a livello territoriale locale (provincia e regione) sia nazionale, pericolosi cali di flussi alle strutture sanitarie da parte di cittadini extracomunitari, In attesa dei dati ufficiali, si è parlato di una media del 20% con punte del 50% nei Pronto Soccorsi. Sottolineati gli aspetti di pericolosità della situazione soprattutto se a questa azione legislativa venisse associato il ventilato inserimento del reato di clandestinità. In questo caso - affermano concordi i relatori presenti in conferenza stampa - si creerebbero situazioni di clandestinità anche nella ricerca della cura con grave pericolo per le persone e per la collettività nella gestione delle malattie a carattere epidemico, rischio che invece il diretto controllo del servizio sanitario nazionale ha fino ad oggi scongiurato.
Aziende ospedaliere e sanitarie, in particolare del nostro territorio e della regione, sono impegnate nel diffondere messaggi di rassicurazione alla popolazione extracomunitaria: è stato realizzato in nove lingue un manifesto che di fatto chiarisce che a tutt'oggi le cure primarie sono garantite anche a chi non è in regola con il permesso di soggiorno secondo le modalità e regole ancora in vigore. Sta di fatto che il passa parola e il rischio che la disposizione concluda il suo iter diventando operativa ha già prodotto quell'allarme fra i 'non regolari' che frequentano meno le strutture sanitarie. A questo stanno appunto cercando di porre rimedio enti e istituzioni pubbliche e sanitarie con questa ferma presa di posizione.
LA SCHEDA (a cura degli enti che hanno aderito alla giornata di protesta e mobilitazione) -
ADESIONE A GIORNATA DI PROTESTA E MOBILITAZIONE CONTRO DISEGNO DI LEGGE SULLA SICUREZZA IN DISCUSSIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
E' in questi giorni all'esame da parte delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera il ddl sicurezza (A.C. 2180, approvato dal Senato il 5 febbraio 2009 come A.S. 733) che introduce" il reato dell'ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato" , e contestualmente( all'art. 45 punto t )abroga il comma 5 dell'art.35 del Testo Unico del decreto legislativo 25 luglio 1998,n.286 ,che prevede :" L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non puo' comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita', salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parita' di condizioni con il cittadino italiano "
Qualora la proposta normativa dovesse essere definitivamente approvata il medico che riveste il ruolo di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio , a seconda delle situazioni, in base all'art. 361 e 362 del codice penale verrebbe sanzionato con una multa se omettesse denuncia di un reato ( in questo caso il reato di clandestinità ) di cui sia venuto a conoscenza nell'esercizio delle sue funzioni o a causa dell'ufficio o del servizio svolti .
Se una disposizione come quella proposta nel ddl 733 dovesse diventare legge dello stato, ci troveremmo davanti ad una palese violazione dell'articolo 32 della Costituzione italiana:
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti" ed in contrasto
con la peculiarità della professione medica il cui principio deontolologico (espresso dal giuramento professionale e dall'art.3 del codice deontologico ) impone ai medici di curare ogni individuo senza discriminazioni legate all'etnia , alla religione, al genere, all'ideologia , di mantenere il segreto professionale e di seguire le leggi quando non siano in contrasto con gli scopi della professione, si creerebbero quindi "situazioni di conflitto per il medico e per tutti gli operatori sanitari "e "una sanità clandestina"
L'emendamento è inutile, dannoso e pericoloso, parole che negli ultimi mesi sono state pronunciate da tutte le associazioni mediche e infermieristiche, ordini dei medici ,degli psicologi e degli assistenti sociali, i collegi degli infermieri
L'emendamento provocherà danni sulla salute, sia a livello individuale che a livello collettivo., anzi li ha già provocati in quanto in alcune realtà italiane c'è già stato un calo di afflusso ai servizi sanitari
A livello individuale, sugli immigrati ammalati, che per timore di essere denunciati si presenteranno per cure tardivamente con conseguenti complicanze. E in questo caso, dobbiamo pensare soprattutto alle donne in gravidanza :controlli in gravidanza per prevenzione di problematiche di salute per la madre e per il nascituro ( parto prematuro, malformazioni, cerebropatie etc) e ai bambini :trattamento tempestivo delle patologie acute e profilassi con le vaccinazioni .
A livello collettivo perché, nel caso in cui gli immigrati irregolari abbiano malattie infettive non curate tempestivamente, c'è il rischio di diffusione di malattie per tutta la collettività.( come TBC
o altre malattie infettive)
Gli immigrati irregolari diventeranno più invisibili , non diminuiranno ed aumenteranno invece i costi della sanità in quanto se gli immigrati si presenteranno in fase avanzata di malattia i costi dell'assistenza aumenteranno(ricoveri in ospedale , trattamento delle complicanze)
Per tutelare realmente la salute, bisogna in primo luogo accogliere, gli ambulatori e gli ospedali sono luoghi di accoglienza e di cure e non uffici di polizia
Si correrà il rischio che si creino dei luoghi di cura clandestini , non pubblici , e non mancherà chi se ne approfitterà
La salute è un bene primario e indivisibile e non è possibile pensare che ci siano cittadini tutelati e altre persone, con uguale dignità umana, messe al margine
Il 26/02 2009 l'Assessore alle Politiche della Salute della Regione Emilia Romagna Bissoni , fatto salve le azioni che la Regione Emilia Romagna potrà adottare qualora il provvedimento dovesse divenire definitivo per salvaguardare i principi di tutela della salute nonche' di uguaglianza e non discriminazione degli utenti, ha trasmesso indicazioni operative affinché il solo "effetto annuncio" di tale legge possa far diminuire l'afflusso degli immigrati presso i P.S. e le strutture ambulatoriali territoriali :
-Informazione anche attraverso cartelli affissi presso i Pronto Soccorsi e gli ambulatori in cui si ribadisce che gli immigrati possono rivolgersi ai servizi sanitari su tutto il territorio regionale
senza alcun timore di possibili conseguenze legate al proprio stato giuridico,
-monitoraggio degli accessi degli immigrati STP per supportare puntuali e tempestive valutazioni relative alla prioritaria esigenza di tutela della salute collettiva
Dall'azienda USL ed Azienda Ospedaliera è stato fatto un manifesto multilingue per rassicurare gli stranieri affinché possano rivolgersi ai servizi con tranquillità e fiducia .
Pertanto le istituzioni presenti riconfermano " NESSUNA DENUNCIA ALL' AUTORITA' GIUDIZIARIA DI CITTADINI STRANIERI SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO" ma
" SI ALLA CURA " a tutela della salute del singolo individuo e della collettività.
Assessore
Alla Salute e Servizi alla Persona
Immigrazione
Maria Giovanna Cuccuru
Direttore Generale
AZ. Ospedaliero Universitaria S.Anna-Fe-
Riccardo Baldi
Direttore Dip. Cure Primarie
Az. Ausl- Fe-
Chiara Benvenuti
Preside Facoltà di Medicina e Chirurgia
-Università di Fe -
Alberto Liboni
Coordinatrice Comm. Immigrazione
Ordine dei Medici - Prov. di Fe-
Maria Gabriella Piccinini
- Altre note legislative
La questione di legittimità, d'altra parte, potrebbe essere sollevata direttamente dalle regioni, che comunque hanno una competenza in materia di prestazioni sanitarie e che quindi potrebbero ritenere che una legge di questo tipo leda alla sua sfera di competenza e quindi potrebbe sollevare la questione di legittimità di competenza, senza che si verifichi un caso pratico ma solo per l'emanazione di questa legge, in base all'art. 127 della Costituzione
Art. 361- Omessa di denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale: Il pubblico ufficiale il quale omette o ritarda di denunciare all'autorità giudiziaria, o ad altra autorità che a quella abbia l'obbligo di riferirne, un reato di cui abbia avuto notizia in esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516. La pena è della reclusione fino ad un anno se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria che ha avuto comunque notizia di reato del quale doveva far rapporto. Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa. Ricordiamo che il reato di permanenza irregolare sul territorio non è punibile a querela e quindi non ne verrebbe esclusa l' applicazione.
L'articolo 362 prevede invece che l'incaricato di un pubblico servizio che ometta o ritardi di denunciare all'autorità indicata nell'articolo precedente un reato del quale abbia avuto notizia nell'esercizio o a causa del servizio, è punito con la multa fino a euro 103. Tale disposizione non si applica se si tratta di reato punibile a querela della persona offesa , né si applica ai responsabili delle comunità terapeutiche e socio abilitative per fatti commessi da persone tossicodipendenti affidate, per l'esecuzione del programma definito, ad un servizio pubblico
Una ricerca fatta sulle banche dati della giurisprudenza non permette di rassicurare sul fatto che non scatti l'art. 362 del Codice Penale, nel caso di omessa denuncia del reato di permanenza irregolare anche se questa denuncia evidentemente esporrebbe il paziente - il soggetto ritenuto irregolarmente soggiornante - ad un procedimento penale e poi all'esecuzione del provvedimento di espulsione.
STIMA POPOLAZIONE NON COMUNITARIA PRIVA DEI TITOLI DI SOGGIORNO
Totale stranieri presenti in provincia di Ferrara
Circa 20.000, di cui comunitari circa 22%
Richieste per decreto flussi in ingresso per lavoro subordinato anno 2007
4401
Oltre 70% per lavoro di assistente familiare a domicilio.
Quote concesse in Provincia di Ferrara anno 2007
1392
Nulla osta consegnati (non tutti ritirati e trasformati in pds)
circa 90%
Quote autorizzate in provincia di Ferrara anno 2008
Non determinato, indicativamente come scorso anno (1000)
Espulsioni
circa 500/600 annui
di cui eseguite dalle FFOO 10-20%
Ricongiungimenti familiari richiesti
anno 2007: 900
anno 2008: 700
Probabilmente 20% già presenti sul territorio
Segnalazioni di presenze dal terzo settore
tra 3000-5000
Stima stranieri non comunitari privi dei titoli di soggiorno in provincia di Ferrara
circa 3500-4000
In grandissima parte assistenti familiari (70-80%)
La "Commissione Immigrazione dell'Ordine dei Medici e dei
Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ferrara
(scheda a cura della Dott.ssa Maria Gabriella Piccinini Coordinatrice Commissione
I componenti della commissione sono: Dott.ssa Maria Gabriella Piccinini, Dr. Hussen Farah AbdulKadir, Dott.ssa Marisa Calacoci, Dott.ssa Raffaella Indelli, Dott.ssa Debora Romano, Dr. Marco Vaccari.
La Commissione Immigrazione è stata fondata il 10-2-2009 con l'intento di valutare le problematiche inerenti l'immigrazione, proponendosi come obbiettivo l'informazione ai colleghi, la divulgazione dell'esperienza della " mediazione culturale", dell'informazione-formazione su argomenti di medicina delle migrazioni e la lotta alla Sanità clandestina.
La Commissione immigrazione si fa portavoce del Presidente dell'Ordine dei Medici, del consiglio e di tutti i medici per esprimere preoccupazione all'eventuale abrogazione dell'art. 35,, comma 5 del decreto legislativo n.286, 1998, fatto salvo la comprensibile e condivisibile attenzione, che a livello governativo deve essere posto riguardo al problema sicurezza. E' pur vero che uguale attenzione e pari dignità rivestono i principi di solidarietà , accoglienza e tutela della salute, come ribadito dal Codice Deontologico, art 3, e dalla Costituzione, art. 2.
L'abrogazione di questo comma porrà ' il professionista in una posizione di conflitto tra il rispetto della normativa e il principio etico deontologico, incorrendo , in caso di denuncia del clandestino, alla possibilità ' di provvedimenti disciplinari da parte del proprio Ordine ,ma, m caso contrario, al rischio di una sanzione penale. Nel caso il medico incorresse in sanzioni penali per aver ottemperato agli obblighi deontologici, l'Ordine dei Medici di Ferrara garantisce la tutela legale del proprio iscritto. L'aspetto più ' importante per la collettività è' quello socio-sanitario con la possibilità ' di insorgenza di una sanità parallela "clandestina", fuori ogni controllo, con il rischio di diffusione di malattie trasmissibili, ora monitorate, di introduzione di formaci ,non sottoposti a sufficienti controlli di appropriatezza, con ricadute sulle categorie più' deboli (bambini, gravide, anziani, ecc.). La tolleranza verso l'altro, la condivisione di percorsi sanitari, dovrebbe portare ad un nuova e migliore sanità.
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