Natura del potere e rapporto tra folla e capo carismatico. L'analisi di Luciano Canfora
Vecchie e nuove agorà: gli spazi della comunità politica
18-04-2009 / Giorno per giorno
Luciano Canfora, professore ordinario di Filologia greca e latina, ha incantato con la forza della parola il pubblico ferrarese. La sua lezione, introdotta dalla giornalista Giovanna Zucconi, su Vecchie e nuove agorà è partita da lontano, dalle radici più antiche della cultura occidentale. Dall'Iliade di Omero dove l'assemblea è quella militare. Ma lì parlano soltanto i capi, tutti gli altri ascoltano e basta. Nell'agorà delle democrazie antiche, c'è spazio per tutti, uno spazio il più delle volte inoccupato, vuoto. Coloro che parlano sono in pochi. Il demo che riempie la piazza, quando la riempie - così come ce lo descrive Aristofane - grida, interrompe o insulta. Di fatto non parla. Parlano solo quelli che sono stati educati a farlo. Parlare è inoltre rischioso. Si può incappare nell'accusa di illegalità che può portare alla perdita della cittadinanza.
Il discorso pubblico è organizzato con lo scopo preciso di compiacere il demo, di strappare il consenso per questo si elaborano sottili artifici retorici. La parola è un'arma che serve al singolo per convincere i molti. Ma il demo non è un corpo inerte: il demo agisce sull'oratore, lo trascina , lo spaventa, lo incita, lo contesta. Quale allora il segreto del buon retore? Tucidide a proposito di Pericle, il grande manipolatore del demo,non ha dubbi: "davanti all'assemblea non tanto era guidato quanto piuttosto guidava il popolo." Pericle aveva colto il punto di equilibrio nella dinamica uno versus molti: "Se li vedeva tracotanti li contrastava, se li vedeva intimoriti li incitava." Da qui le due le parole chiave: sospingere ed essere sospinti. Se volessimo utilizzare l'analisi dell'antico per capire meglio il nostro moderno, ci accorgeremmo che il retore oggi comunica attraverso un mezzo,la tv, che ha già preparato chi riceve il messaggio a ben accogliere quello stesso messaggio. Insomma c'è uno sbilanciamento potente. Come risolverlo? E' difficile dirlo. Canfora ricorda che i grandi movimenti hanno vinto la loro battaglia politica o culturale quando hanno conquistato i gruppi dirigenti, bisogna rimboccarsi le maniche e partire da qui magari recuperando quello lo sbilanciamento attraverso la ripresa di strumenti arcaici assolutamente ancora capaci di innescare processi di ricambio potenti, uno per tutti la lettura.