Più accessibile e riconoscibile è stato collocato nell'area verde di via Pola
Un nuovo cippo ricorderà il partigiano ferrarese Bruno Rizzieri
30-04-2009 / Giorno per giorno

Un folto pubblico ha fatto da cornice oggi, nell'area verde tra viale IV novembre e via Pola, all'inaugurazione del nuovo cippo intitolato alla memoria del partigiano ferrarese Bruno Rizzieri. Medaglia d'oro al valor militare, Rizzieri entrò nella Resistenza dopo l'8 settembre 1943 e morì colpito da fuoco fascista la notte del 30 aprile 1944 proprio nei pressi dell'attuale ponte della Pace. Fino ad ora, con un intervento che risale agli anni Cinquanta del secolo scorso, il partigiano era ricordato in due piccole lapidi poste su un tratto del muro di cinta della Darsena.
Nel corso della cerimonia è stato in particolare richiamato il percorso intrapreso e il lavoro svolto dall'ampio numero di soggetti coinvolti - circoscrizione Giardino Arianuova Doro, Anpi, Servizio Edilizia e Beni monumentali del Comune di Ferrara - per ricollocare in una sede più degna e riconoscibile soprattutto per le giovani generazioni il monumento dedicato alla figura e l'operato del giovane Rizzieri. Allo scoprimento ufficiale erano presenti, tra gli altri, gli assessori comunali Mariella Michelini e Aldo Modonesi, insieme al presidente dell'Anpi provinciale Daniele Civolani, al presidente della circoscrizione Giardino Arianuova Doro Girolamo Calò e alla presidente dell'istituto di Storia contemporanea Anna Maria Quarzi. Alla cerimonia hanno partecipato, contribuendo con musiche e canzoni, anche un gruppo di giovanissimi allievi della scuola elementare Govoni insieme alle loro insegnanti.
LA SCHEDA
Cenni storici - a cura di Francesco Scafuri
Sul muro di cinta della Darsena a lato del "Ponte della Pace", recinzione realizzata agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento, tra il 1953 ed il 1954 vennero fissate due piccole lapidi marmoree dedicate alla memoria del partigiano ferrarese Bruno Rizzieri. Sul nuovo monumento a lui dedicato, nell'area verde tra Viale IV Novembre e Via Pola, è stata apposta ora un'unica lapide il cui testo, riproponendo in gran parte il contenuto delle due epigrafi precedenti, ricorda la figura del giovane Rizzieri, medaglia d'oro al valor militare. Nato a Ferrara nel 1918, operaio meccanico, aviere in servizio presso l'aeroporto di Forlì, entrò nella Resistenza dopo l'8 settembre 1943. Soprattutto nei primi mesi del 1944, quando ancora era ristretto il numero degli elementi su cui poteva contare la Resistenza ferrarese, egli divenne protagonista di una serie di audaci iniziative. In una di queste, agendo da solo, riuscì a far esplodere una bomba in un ritrovo di piacere riservato ai tedeschi, uccidendone tre e ferendone altri due. Il nemico, non riuscendo ad identificare le file delle organizzazioni clandestine, che avevano compiuto a Ferrara e Provincia diversi atti di sabotaggio e di lotta armata, raddoppiò la vigilanza, arrestando e uccidendo alla cieca. Proprio in quel tempo avvenne l'arresto in massa di un gruppo di giovani patrioti, la maggior parte dei quali fu inviata nei campi di concentramento della Germania. Intanto la brigata, che da Rizzieri prenderà il nome, si era già formata e temprata, tanto che nell'aprile del 1944 contava ormai un centinaio di uomini armati, perciò venne inquadrata sotto un regolare comando con la denominazione di "35^ Brigata Ferrara". Così le missioni divennero sempre più frequenti e in una di
queste Rizzieri perse la vita. Era la notte del 30 aprile di quell'anno ed egli aveva già fatto saltare diversi metri di binari della ferrovia Ferrara-Venezia coadiuvato da altri gappisti. Con un compagno si apprestava, quindi, a raggiungere altri partigiani per attuare una seconda azione, quando venne fermato sul "Ponte dell'Impero" (poi Ponte della Pace) da un gruppo di agenti di polizia fascista. Alla richiesta dei documenti, Rizzieri riuscì a far credere vere alcune tessere false, ma il compagno che era con lui venne trattenuto. A quel punto il nostro gappista non esitò ad aprire il fuoco per salvare l'amico, sbaragliando la pattuglia, però l'arma si inceppò e non gli rimase che porsi in salvo sotto il ponte. Rizzieri corse giù nella scarpata, cercando di attirare l'attenzione solo su se stesso, ma fu colpito a morte dal fuoco fascista, mentre il compagno, anch'egli privo di munizioni, riuscì a porsi in salvo. Da quel giorno la brigata, di cui era vice comandante, fu denominata 35^ Brigata Garibaldi "Bruno Rizzieri". Il dolore e la perdita del partigiano non attenuò la lotta antifascista, anzi l'azione della brigata e delle altre forze della Resistenza si ampliò sia in città che in provincia, fino alla Liberazione.
Il nuovo monumento - di Claudio Bignozzi
IL PROGETTO
L'Amministrazione Comunale, tramite la Circoscrizione Giardino e sollecitata dal
Comitato Provinciale dell'ANPI, ha fatto proprio il desiderio di dare maggiore
visibilità alla memoria del partigiano Bruno Rizzieri.
L'intervento si è proposto di realizzare in altro sito un nuovo Cippo Commemorativo
all'eroico partigiano, senza snaturare il senso commemorativo delle lapidi esistenti,
poste su un tratto del muro di cinta della Darsena a lato del "Ponte della Pace",
identificato quale luogo deputato alla memoria fin dagli anni '50 del Novecento.
L'intenzione di realizzare una nuova struttura indipendente e non più semplicemente
addossata ad una parete di recinzione, tanto degradata che prossimamente verrà
demolita e ricostruita, ha portato alla scelta dell'ampia aiuola posta tra
viale IV Novembre e via Pola, quale luogo idoneo per posizionare il monumento.
L'area, di proprietà dell'Amministrazione Comunale, non solo è ubicata
nelle immediate prossimità del luogo in cui avvenne l'efferato delitto, ma consente
di offrire uno spazio ben più visibile e dignitoso alla memoria della figura
di Bruno Rizzieri.
La tipologia di monumento, isolato ai quattro lati e posto in area verde, non
ha comunque impedito di poter mantenere una generale semplicità compositiva,
pur adottando elementi significativi propri del linguaggio commemorativo.
La scelta architettonica è stata quella di riproporre una parete in mattoni, ma con
forma e disegno che assumono un duplice significato, evocando da una parte
la porzione di muratura "strappata" dalla recinzione originaria e dall'altra
l'eroica giovane vita "strappata".
LA REALIZZAZIONE
Attraverso la scelta di utilizzare una parete in colore neutro con funzione di "fondale",
a cui addossare poi la muratura "faccia a vista" del monumento vero e proprio,
si è inteso restituire, in contrasto con il fondale, il senso di citazione dell'originaria
sede del cippo e della vita strappata, realizzando con i mattoni di "tipo invecchiato"
una forma dai contorni irregolari.
I materiali scelti e le finiture delle superfici, tendono a favorire la lettura
commemorativa dell'opera. Per la parete libera del fondale visivo, ad esempio,
si è preferita una superficie irregolare ad effetto "bocciardato"; la pavimentazione
in mattonelle di porfido naturale, poi, è stata lasciata volutamente con superficie
irregolare a "spacco di cava". Alla base del monumento, infine, per delineare
il lastricato sono stati previsti quattro blocchi in marmo bianco a superficie liscia
con angoli smussati ed uniti a due a due da grosse catene in ferro.
Al centro della parete in mattoni, oltre alla mensola in marmo per il vaso porta fiori,
è posta una lapide in marmo bianco di Carrara riportante il testo commemorativo.