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Al ferrarese Persirio Marini la medaglia d'oro al valore

10-03-2008 / Giorno per giorno

Nel 1943, come comandante di legione della Guardia finanza, al confine fra Trieste e la Jugoslavia, si rifiutò di collaborare con le truppe naziste, mettendosi al servizio della lotta partigiana. Per questo, il ferrarese Persirio Marini, classe 1893, ormai deceduto, è stato insignito il 31 ottobre scorso dal Presidente della Repubblica della medaglia d'oro al valore della Guardia di finanza e la
notizia, come da disposizioni di legge, è stata affissa in questi giorni anche all'albo pretorio del Comune di Ferrara.
Gli episodi che lo videro protagonista vengono ricordati ogni anno, in occasione del "giorno della memoria", anche a Trieste, dove Marini si è distinto per la propria condotta patriottica e per atti di eroismo, sia nella lotta di resistenza, sia nell'ostacolare l'occupazione della città da parte jugoslava, contribuendo alla sua liberazione.
Questa la motivazione ufficiale della decorazione: "in difficile situazione politico-militare, quale comandante di legione dislocata sul confine orientale italiano, in zona direttamente controllata dalle autorità germaniche, si oppose con decisione e con grave rischio personale agli intendimenti di utilizzare i militari dipendenti in contrasto ai partigiani e, ove ciò fu possibile, diede precise direttive affinché i reparti favorissero la resistenza, segnalando i movimenti delle truppe tedesche e fornendo ai patrioti armi, munizioni ed equipaggiamenti. Nei giorni dell'insurrezione generale, costituì, con i finanzieri dipendenti, un battaglione di formazione che contribuì in modo determinante alla liberazione della città (Trieste). Durante il periodo dell'occupazione jugoslava mantenne contegno fiero e fermo contro gli occupanti che operavano arresti indiscriminati tra i suoi dipendenti, offrendosi al loro posto per ottenerne la libertà. Luminoso esempio di attaccamento al corpo, di altissimo senso di responsabilità e del dovere".