Comune di Ferrara

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Non c'è nessun buco nel bilancio comunale

06-10-2001 / Giorno per giorno

In merito all'articolo apparso oggi su il Resto del Carlino dal titolo "Bilancio nella morsa dei debiti", si precisa quanto segue. 1) E' priva di fondamento l'affermazione secondo cui il bilancio comunale sarebbe in rosso per 250 miliardi. Tale cifra rappresenta l'entità dei mutui accesi negli ultimi 40 anni che hanno consentito di fare degli investimenti liberando risorse di parte corrente per finanziare l'alto livello qualitativo dei servizi forniti ai cittadini e le numerose attività che hanno fatto della città un punto di riferimento culturale nazionale e non solo. Va ricordato che i mutui attivati in passato erano a completo carico dello Stato. Pertanto, non è stato un errore ricorrervi perché ciò ha consentito notevoli investimenti altrimenti impossibili da realizzare. Il bilancio è in perfetto equilibrio come è stato confermato e attestato nella seduta del Consiglio comunale del 17 settembre scorso. 2) L'ipotesi di estinzione di parte dei mutui residui non può essere spacciata per un'azione di ripiano di un "buco" che è inesistente. La loro estinzione, che può avvenire prevalentemente attraverso l'utilizzo di significative entrate patrimoniali, consente una razionalizzazione del bilancio e la liberazione di risorse finanziarie da destinare ai servizi e alle iniziative. 3) Anche il confronto con altri Comuni capoluogo non regge. Nell'articolo sono presenti inesattezze. Mentre alcuni Comuni hanno ridotto il peso dei mutui, altri, in termini assoluti, lo hanno aumentato come Piacenza, Reggio Emilia, Imola, Carpi e Faenza. I Comuni che hanno praticato l'estinzione dei mutui lo hanno fatto sulla base di consistenti entrate patrimoniali che a loro volta hanno consentito di fare investimenti con entrate proprie senza ricorrere a prestiti. Il nostro Comune ha estinto pochi mutui per via del fatto che non ci sono state entrate patrimoniali che lo consentissero, come ad esempio la vendita di quote delle aziende. Di conseguenza gli investimenti realizzati richiedevano inevitabilmente l'accensione di mutui perché non c'erano risorse sufficienti che consentissero di fare, contemporaneamente, investimenti e di mantenere alta la qualità della vita dei cittadini ferraresi. A Ferrara, poi, gli interessi nel 2000 non sono stati, come erroneamente riportato dall'Anci, del 7,6%, ma del 6,6. A Bologna gli interessi sono stati del 6,9%, a Ravenna e Imola del 6,7, a Carpi del 7,1 e a Parma del 6,6. Non è vero, dunque, che Ferrara sia il fanalino di coda in regione. È indubbio che l'indisponibilità di risorse proprie abbia condizionato il nostro trend degli investimenti, anche se la media degli ultimi sei anni è rimasta sostanzialmente invariata. 4) Nel 2002, essendosi create le condizioni, anche la nostra Amministrazione sarà in grado di mirare la propria manovra per ridurre il peso dei mutui e degli interessi sugli stessi, da un lato utilizzando le entrate patrimoniali (derivanti dalla vendita di quote delle nostre società) per estinguere quelli più onerosi e, dall'altro, usando la facoltà prevista dalla nuova proposta di legge finanziaria, per estinguere i mutui residui ricorrendo a Boc a tasso variabile che presentano, attualmente, interessi estremamente vantaggiosi. 5) Pertanto, non esiste alcuna emergenza, se non quella generale derivante dalla riduzione dei trasferimenti statali recentemente decisa dal governo e dall'aumento, per tutti gli enti locali, delle spese. In questo contesto l'azione della giunta è volta quindi alla razionalizzazione delle spese e all'aumento delle entrate proprie.