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Nessuna burocrazia medioevale

21-11-2000 / Giorno per giorno

Nota del Dirigente Servizi demografici dr. Valerio Bolognesi. In merito alla lettera dal titolo "Burocrazia da Medioevo", apparsa su "Il Resto del Carlino" del 17/11/2001, ove si critica la procedura adottata dalla Circoscrizione Centro per rifare una carta d'identità smarrita e regolarmente denunciata ai Carabinieri, si ritiene di dover precisare quanto segue. In primo luogo, la procedura indicata dalla Circoscrizione che ha chiesto al cittadino di mostrare un altro documento identificativo o, in alternativa, di presentarsi con due testimoni, è senz'altro corretta e rispettosa delle norme in materia. Tali formalità trovano la loro giustificazione negli importanti effetti, essenzialmente di tutela della Pubblica Sicurezza, che conseguono alla certezza della identificazione di una persona. In secondo luogo, per i motivi sopra esposti, la legge italiana non consente l'autocertificazione auspicata per questo caso dal cittadino. Nonostante il potente e giusto sviluppo avuto in questi anni, il legislatore non ha voluto, né avrebbe logicamente potuto, allargare all'autocertificazione anche il concetto di identificazione. In terzo luogo, non è sostenibile che, in assenza di specifica normativa riguardante il rilascio di duplicati, ci si possa esimere dal far ricorso agli accertamenti previsti dall'art. 289 del Regio Decreto n. 635, che testualmente prevede il "rigoroso" accertamento d'identità. Infatti, nel caso in questione, si tratta di un duplicato che però ha la stessa natura di un rilascio ex novo, né potrebbe essere diversamente per via della numerazione progressiva delle carte d'identità. Permane, pertanto, a carico dell'Amministrazione Comunale l'onere del rigoroso accertamento dell'identità intesa come corrispondenza ai canoni di fisicità contenuti nella fotografia, elemento essenziale del documento. Alla luce dei fatti esposti può risultare comprensibile che il cittadino sia rimasto sorpreso dalle formalità richieste, che tuttavia sono a tutela di essenziali interessi pubblici. Va, dunque, respinta con forza l'accusa di eccessiva e medioevale burocrazia, di amministrazione coi paraocchi, di cattiva interpretazione della legge.