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La solidarietà al popolo Saharawi

14-03-2002 / Giorno per giorno

Si è conclusa il 2 marzo scorso la visita della delegazione emiliano romagnola ai campi profughi del Popolo Saharawi situati nel deserto algerino in prossimità di Tindouf. Tra i membri della delegazione, composta da 150 persone, figuravano i rappresentanti di diversi enti e associazioni cittadine tra cui gli assessori comunali Alessandra Chiappini e Paola Castagnotto, il vicepresidente della Provincia Alfredo Zagatti, gli assessori provinciali Sergio Golinelli e Mario Bellini, e i portavoce di Arpa e Arci-Nuova Associazione. Scopo principale della visita, protrattasi per oltre una settimana, era quello di portare ai 160 mila esiliati Saharawi che dal 1975 vivono nei campi profughi del sud dell'Algeria i materiali sanitari, farmacologici e alimentari raccolti nell'ambito del progetto regionale "Carovana 2002". Accanto a questa iniziativa, come spiegato da Paolo Marcolini, portavoce del Comitato Ferrarese di Solidarietà al Popolo Saharawi, "la delegazione ferrarese ha offerto il proprio sostegno ai rifugiati dei campi profughi siglando anche un patto di amicizia con il distretto di Smara e dando così inizio ad un rapporto di gemellaggio che si auspica proficuo per entrambi i partner". E', infatti, intenzione del Comune e della Provincia proseguire anche nei prossimi anni l'iniziativa di accoglienza estiva nella nostra città per i giovani Saharawi e continuare ad aderire a tutti i progetti di solidarietà ideati dalla Regione a favore degli esuli. Come ricordato dagli assessori Chiappini e Castagnotto, il popolo Saharawi è stato costretto a rifugiarsi nel deserto algerino nel 1975 alla fine del periodo di colonizzazione spagnola a cui ha fatto immediatamente seguito l'occupazione del territorio del Sahara Occidentale da parte di Marocco e Mauritania. Nonostante una risoluzione dell'Onu abbia fin da subito condannato l'invasione e ben 74 paesi abbiano riconosciuto l'esistenza della Repubblica Araba Saharawi Democratica nel territorio dell'ex Sahara occidentale, a distanza di 27 anni questo territorio si trova ancora in mano al Marocco. Come testimoniato da tutti i membri della delegazione ferrarese, ospitati dalle famiglie Saharawi, le condizioni di vita all'interno dei campi profughi sono del tutto precarie e non permettono il soddisfacimento di alcune delle necessità primarie della popolazione, come l'approvvigionamento di acqua potabile e di cibo fresco. Le avverse condizioni climatiche e, in particolare, la fortissima escursione termica, hanno impedito, insieme alla scarsità dell'acqua, lo sviluppo di un'economia basata su agricoltura e pastorizia. La sopravvivenza della popolazione è, dunque, garantita esclusivamente dai poco proficui tentativi di produzione agricola e allevamento condotti a livello familiare e soprattutto dagli aiuti umanitari provenienti da tutto il mondo. Nonostante la precarietà di tale situazione, i membri delle delegazione cittadina hanno potuto notare tra i Saharawi un'organizzazione sociale molto ben sviluppata, che attribuisce un ruolo attivo a tutti i membri della collettività, valorizzando in particolar modo le donne e gli anziani. Le donne rappresentano, infatti, i principali punti di riferimento per la popolazione, anche a livello economico e amministrativo, ricoprendo spesso la carica di sindaco delle diverse "province" (daira) in cui sono divisi i distretti regionali. Ciò che più ha colpito i delegati ferraresi in visita è il coraggio con cui i Saharawi affrontano la loro situazione, cercando una soluzione pacifica e legalitaria al loro problema e rifiutando il terrorismo come strumento di propaganda per la loro causa. "Ed è proprio questo coraggio, unito ad una grande forza morale", ha rimarcato l'assessore Chiappini, "ad aver spinto l'Amministrazione ad impegnarsi per il futuro in un'opera di sostegno concreto a favore di questo popolo."