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Bratti risponde a Legambiente: attacco scomposto e privo di fondamento

12-07-2002 / Giorno per giorno

"È un attacco scomposto, privo di fondamento e duro", così l'assessore all'Ecologia urbana Alessandro Bratti ha definito le dichiarazioni di Legambiente, apparse oggi sui giornali, durante una conferenza stampa convocata d'urgenza per rispondere all'organizzazione ambientalista in merito all'inchiesta sul Cvm e non solo. "L'inchiesta per le morti da Cvm a Ferrara è partita dopo Marghera. Legambiente avrebbe potuto muoversi prima, in tempi non sospetti, ma non lo ha fatto. Forse i contributi che il Comune non eroga più da due anni all'organizzazione regionale è il motivo di questo attacco", dice Bratti, ricordando che il primo posto attribuito alla nostra città per la qualità dell'ambiente, pubblicata dai maggiori quotidiani nazionali, è venuto proprio dall'associazione del cigno. Per tornare all'inchiesta del Tribunale Bratti ha ricordato come già da molti mesi, con un atto di giunta, si dichiarava l'intento del Comune di costituirsi parte civile in un eventuale processo stando dalla parte dei cittadini e dei lavoratori, e come pochi mesi fa è stato affidato l'incarico all'avvocato penalista Beniamino Del Mercato di seguire la vicenda giudiziaria. Per tornare a Legambiente l'assessore sottolinea "che mai c'è stata una richiesta di accesso agli atti da parte dell'associazione in modo da avere elementi di conoscenza su cui basare le proprie posizioni. Si può non essere d'accordo ma dire che siamo stati conniventi con la Solvay ce ne passa". Sulla questione della centrale a turbogas che dovrà essere costruita, liquida come una "sciocchezza" il riferimento al protocollo di Kyoto e chiarisce che "quel protocollo si riferisce al calcolo di anidride carbonica su scala nazionale e non locale. Dovrà essere l'intero Paese a stare nella quota di Co2 assegnataci sostituendo vecchie centrali molto più inquinanti con centrali nuove". Anche sulla partecipazione democratica alle scelte di carattere ambientale Bratti ricorda che proprio sulla centrale, nell'ambito di Agenda 21, c'è stato un dibattito acceso e approfondito con la città che è durato più di un anno, cosa che non sarebbe stata possibile se le imprese avessero scelto, per le autorizzazioni, la procedura accelerata prevista dal recente decreto sblocca centrali. "Il confronto c'è stato, solo che si è giunti ad una conclusione diversa dalle posizioni di Legambiente. Se pensano che solo loro sono i depositari della verità ciò non ha nulla a che fare con la politica del confronto e della concertazione. Un conto è non essere d'accordo sulle cose un altro è dire che in città c'è un sistema che tiene nascoste le cose". Sull'altra questione, invece, quella relativa alle tracce di Cvm in due pozzi della città Bratti ha precisato che "non c'è, al momento, alcun elemento per dire che questo episodio sia da ricollegarsi alla presenza della Solvay". Al proposito Ivan Graldi ha spiegato che dei dodici pozzi monitorati esterni all'area Solvay come campione di riferimento, solo due sono risultati contaminati, quello dell'orto degli anziani e quello del campo sportivo. La spiegazione, secondo Graldi, va ricercata nella presenza di eventuali vecchie discariche. "E' un fatto accertato che vecchie discariche evidenzino la presenza di Cvm. La plastica subisce un processo di degrado e libera il monomero che è un gas volatile". Entro l'estate, ha annunciato Graldi, si concluderà la fase di carotaggio del terreno intorno ai pozzi per accertare la presenza o meno di discariche.