Vicenda pozzi artesiani di Pontelagoscuro
14-11-2002 / Giorno per giorno
Nessun reale pericolo per la salute. I cittadini che hanno utilizzato l'acqua dei pozzi artesiani di Pontelagoscuro, nei quali sono state riscontrate tracce di Cvm, non hanno ragioni di preoccupazione. Alcuni semplici dati lo dimostrano. Il picco massimo di concentrazione del Cvm, prima della chiusura dei pozzi, è stato registrato nel maggio scorso: il valore raggiunto è stato di 29,3 microgrammi (milionesimi di grammo) per litro. Nel caso specifico, trattandosi di acqua di falda, il limite è fissato a 0,5 microgrammi per litro. E' importante sapere però che, nel caso dell'acqua potabile, la legge aumenta a 30 microgrammi per litro la soglia di allarme. Il superamento del limite di 0,5 microgrammi costituisce, dunque, la cartina di tornasole di una situazione anomala dal punto di vista ambientale, ma non rappresenta un rischio per la salute, tant'è che gli attuali margini di tolleranza per l'acqua che esce dal rubinetto e che ogni cittadino può tranquillamente bere, sono ben superiori. In aggiunta, va ricordato come l'acqua prelevata dai pozzi in questione fosse impiegata per l'irrigazione degli orti e di un campo sportivo. L'allarme generato da alcune notizie di stampa riportate nei giorni scorsi è, quindi, del tutto ingiustificato. L'amministrazione comunale precisa, inoltre, che la chiusura dei pozzi è avvenuta contestualmente alla lettera di segnalazione del presidente della circoscrizione Zona Nord, Loredano Ferrari, del 1 giugno scorso. Da quel momento si è provveduto a soddisfare il fabbisogno idrico per gli usi irrigui degli abitanti del quartiere attraverso la fornitura (con autobotti) di acqua potabile, come comprova la delibera del Consiglio Comunale che reca la data del 17 settembre. In merito alla data di chiusura dei pozzi si ribadisce che la decisione è stata presa dopo un periodo di monitoraggio svolto nei mesi precedenti, in base alla stima di effettiva non pericolosità del livello di concentrazione di Cvm.