Tessile, fra contributi e rischi 700 aziende ferraresi e 4500 addetti
11-12-2002 / Giorno per giorno
Su settecento aziende ferraresi e 4500 addetti del comparto Tessile-Abbigliamento incombe il "pericolo giallo". In arrivo ci sono i bonus fiscali previsti dalla Regione. Ma il decentramento delle produzioni sta mettendo a rischio il futuro del settore. "Non invochiamo misure protezionistiche - ha detto l'assessore alle Attività produttive del Comune di Ferrara, Gianni Rigamonti nel corso della conferenza stampa che si è tenuta in mattinata - ma è quantomeno contraddittorio imporre alle nostre aziende il rispetto delle sacrosante regole di tutela del carattere sociale del lavoro, se poi acquistiamo indiscriminatamente merci da Paesi nei quali si produce al di fuori di ogni controllo, con gravissime ripercussioni sulle condizioni di vita dei lavoratori e spesso pure con pesanti danni per l'ambiente". Ferrara rappresenta un significativo microcosmo nel campo del tessile, con 2.628 dipendenti e oltre 1700 titolari di attività, per un totale di quasi 4.500 addetti (in maggioranza donne) pari a una quota dell'8,5 per cento sul complessivo degli occupati in Emilia Romagna (al primo posto è saldamente la provincia di Modena che da sola rappresenta il 40%; Ferrara è quinta dopo Reggio, Bologna e Forlì). L'80% per cento della produzione tessile locale alimenta il distretto di Carpi, con il quale, ha spiegato Rigamonti, "si sta sviluppando un impegno reciproco in termini di messa in rete di risorse, strumenti, conoscenze". Alberto Allegretti, assessore all'Economia del Comune di Carpi, ha sottolineato le utili e proficue "sinergie" che si stanno realizzando e ha evidenziato l'importanza del convegno "Un progetto regionale per il Tessile-Abbigliamento", promosso dalle due amministrazioni comunali, in programma a Ferrara lunedì 16 dicembre alle 9,30 nella sala conferenze della Camera di commercio. "Sarà l'occasione per scattare la fotografia del comparto in Emilia Romagna", ha commentato l'assessore, anticipando alcuni dati di contesto. L'Emilia Romagna è la terza regione in Italia per numero di imprese (13% sul totale nazionale), occupati (11%) e valore delle esportazioni (15%, in aumento di tre punti dal '90 a oggi), dopo Lombardia e Veneto. In termini assoluti, le imprese sono ottomila e gli addetti cinquantamila (di cui il 70% donne). "Non accetto la definizione dei 'settore maturo' che ci attribuiscono molti analisti - ha puntualizzato Allegretti - credo invece ci siano spazi per sperimentare e innovare". Proprio per sostenere l'attività di ricerca e innovazione, dal 20 dicembre sarà aperto un bando regionale. In arrivo ci sono trentunomila euro di contributi ai quali, contrariamente alle previsioni della legge nazionale, potranno accedere anche del aziende del settore. Il sostegno economico sarà erogato in termini di bonus fiscali alle imprese ammesse. "Non potremo però limitarci alle sovvenzioni - ha osservato Andrea Veronese, assessore alle Attività produttive della Provincia di Ferrara - perché in questo modo ci accontenteremmo di un analgesico. Bisogna completare le filiere valorizzando appieno le potenzialità che derivano dall'essere 'sistema'. La preoccupazione è grande, perché quello del Tessile è uno dei pezzi del nostro apparato produttivo che non possiamo permetterci di perdere, un comparto che nel nostro Paese è ricco di grandi firme, le quali poggiano, però, sulla miriade di piccole imprese che per prime avvertono gli effetti negativi della crisi derivante dai nuovi assetti dei mercati internazionali".