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Ferrara palcoscenico di "Shakespeare e le arti"

22-01-2003 / Giorno per giorno

Il 15 febbraio 2002, a Ferrara, con l'inaugurazione al palazzo dei Diamanti della mostra "Shakespeare nell'arte" e con il concerto al teatro Comunale della Mahler Chamber Orchestra diretta da Claudio Abbado, prende il via il progetto "Shakespeare e le arti", promosso dall'assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali del Comune di Ferrara. Esiste un'evidente relazione tra la multiformità dell'opera di Shakespeare - un dato tra tutti: le pressoché infinite possibilità di letture e suggestioni interdisciplinari che si sono succedute nel corso di quattro secoli - e la natura stessa del progetto, che quella multiformità intende mettere a fuoco proprio tentando di esplicitare le potenzialità altrettanto significative della città di Ferrara, nei campi più svariati della produzione e della fruizione culturale. Ferrara è stata dichiarata dall'Unesco "patrimonio dell'umanità". Praticamente in ogni periodo dell'anno, chi si muove all'interno della sua splendida cinta muraria, oltre alla possibilità di ammirare le vestigia del passato medievale e rinascimentale, ha solo l'imbarazzo della scelta tra mostre prestigiose, che spiccano nel panorama nazionale, e non solo, per la loro originalità; grandi concerti, con i più interessanti ensemble internazionali guidati da affermati direttori; proposte meditate di rassegne cinematografiche; un calendario fittissimo tra spettacoli di lirica, prosa e danza, all'interno del quale si raggiungono vette di eccellenza. Tutti questi elementi, ed altri ancora, li ritroviamo nel progetto "Shakespeare e le arti", che - con un'ampiezza e una profondità d'indagine di cui, probabilmente, in Italia ancora non si ha visto l'eguale - intende dar conto di come il lavoro del grande drammaturgo abbia influenzato e continui ad influenzare, oltre al teatro ed alla letteratura, anche campi di espressione a prima vista affatto eterogenei. Ma il progetto ha l'ambizione di essere qualcosa di più rispetto alla somma delle proprie singole componenti, nella convinzione che la messa in rete di protagonisti diversi costituisca di per sé un valore aggiunto a quello specifico di cui ciascuna proposta si fa portatrice; l'obiettivo è quello di presentare l'ambito culturale di Ferrara come un sistema integrato, in cui ogni soggetto beneficia del rapporto di complementarietà con gli altri; in parole povere un ambito in cui le cose si fanno - per quanto possibile - insieme, con il fine comune di rendere sempre più concreta e partecipata la naturale vocazione di "città d'arte e cultura". Alle radici del genio di Shakespeare Per noi William Shakespeare è un genio assoluto, anzi è una delle incarnazioni universalmente riconosciute della nozione di genio artistico, ma quattro secoli orsono, quando scomparve nel 1616, pur essendo assai apprezzato, Shakespeare era soltanto uno degli astri di un'ampia costellazione di drammaturghi. Perché è cresciuta la sua fama nel tempo, tanto da oscurare quella degli autori teatrali suoi contemporanei e da reggere il confronto, e alla lunga vincerlo, anche con gli altri, grandissimi, vissuti in epoche successive? Perché ha esercitato e continua a esercitare un'influenza internazionale? Perché tale influenza si è estesa anche ad altre arti? E, infine, quali e di che genere sono state le espressioni artistiche più rilevanti ispirate a Shakespeare in campo teatrale, musicale, storico-artistico e cinematografico? Sono questi i principali interrogativi cui è chiamato a rispondere un fitto calendario di iniziative organizzate da alcune tra le più importanti istituzioni culturali ferraresi, pubbliche e private, che hanno fatto convergere le loro energie su questo tema, dando vita, per la prima volta in Italia, a un'esplorazione approfondita del rapporto tra Shakespeare e le arti. Protagonisti di tali iniziative, in campo musicale, sono compositori celebri - da Purcell a Berlioz, da Mendelssohn a Čajkovskij, da Dvořák a Šostakovič e Britten - e interpreti altrettanto celebri delle loro partiture, a cominciare da Claudio Abbado. In ambito teatrale, tra una serie di spettacoli di altissima qualità, spicca "La tragédie d'Hamlet" di Peter Brook, uno dei registi che con maggiore incisività hanno segnato la storia del teatro negli ultimi cinquant'anni. Nel settore storico-artistico sono grandi illustratori e incisori, e grandi pittori a narrarci quanto è scaturito dall'incontro tra l'arte e la poesia di Shakespeare e la loro sensibilità figurativa: tra gli altri, Hogarth, Blake, Füssli, Romney, Wright of Derby, Turner, Delacroix, Hayez, Moreau e Millais. Poi è la volta del cinema a documentare come Shakespeare sia stato «lo sceneggiatore migliore del mondo», con l'opera di Orson Welles, Laurence Olivier, Akira Kurosawa, Grigorij Kozinčev, Peter Brook, Roman Polanski, fino ad arrivare ai contemporanei: Kenneth Branagh, Ian Mckellen e Peter Greenaway. Ciò che emerge da questa ricognizione è che ogni epoca e, in ogni epoca, ogni artista ha interpretato l'opera di Shakespeare a propria immagine e somiglianza, ma che ciò non sarebbe stato possibile se la sua opera, al pari di quella di tutti i geni universali, non fosse stata e non fosse una fonte d'ispirazione inesauribile alla quale attingere a piene mani. informazioni online http://www.studioesseci.net/mostra.php?IDmostra=61