L'antico convento di via Mortara ritorna alla vita dopo il restauro
19-06-2003 / Giorno per giorno
Saranno i giovani studenti della nostra università a riportare la vita tra le mura del cinquecentesco convento di Santa Maria della Consolazione. A conclusione del lungo intervento di restauro che ha coinvolto l'intero complesso conventuale, domani alle 18 verrà inaugurata l'ala ovest del chiostro, protagonista dell'ultimo stralcio dei lavori e oggi trasformata in residenza universitaria. Di proprietà del Comune da oltre un secolo, il convento è stato oggetto, a partire dal 1985, di diversi interventi di recupero che hanno reso nuovamente funzionali le quattro ali del chiostro, trasformandole in sede degli uffici dell'Ardsu, della Circoscrizione Centro Cittadino e dell'ente Palio, oltre che di diversi alloggi per studenti. A dare ufficialità alla cerimonia inaugurale saranno l'assessore comunale ai Lavori pubblici Vainer Merighi e il presidente dell'Ardsu Roberto Polastri, in rappresentanza degli enti che, insieme all'Università, hanno finanziato l'intervento nella quarta ala del chiostro. Intervento questo che ha, tra l'altro, consentito la ricostruzione del piano ammezzato, demolito negli anni sessanta e ora destinato ad accogliere sale studio per i ragazzi dell'università. Altre sale studio e di consultazione sono state realizzate al piano terra, mentre al primo piano, dove fino al sedicesimo secolo trovavano spazio le stanze dei frati, sono state ricavate otto camere con bagno riservate agli studenti dell'ateneo ferrarese. I ribassi d'asta realizzati nell'esecuzione dei lavori hanno poi permesso di portare a compimento anche il recupero del giardino interno al chiostro, con il restauro dell'antico pozzo e il risanamento delle pareti del portico. Ultima opera di Biagio Rossetti, la chiesa di Santa Maria della Consolazione fu fatta costruire, insieme al convento annesso, da Sigismondo d'Este, fratello di Ercole I. Al termine dei lavori, nel 1516, il convento diede ospitalità ai padri della congregazione dei Servi dell'Osservanza, che vi restarono fino al 1781, quando papa Pio VI decise di destinare l'edificio a ricovero degli esposti, i bambini abbandonati dalle famiglie, facendone ampliare e modificare la struttura secondo disegno dell'architetto Giuseppe Campana. Nel 1843 l'ospizio venne ceduto alle suore di Carità che gestivano l'Istituto delle zitelle e convertite, ma pochi anni dopo, con l'imperversare del colera, l'ex convento venne adibito a lazzaretto. Preso successivamente in consegna dalla Direzione degli orfanotrofi e conservatori, venne infine ceduto nel 1883 al Comune di Ferrara, che allo scoppio di una nuova epidemia dovette utilizzarlo ancora una volta come ricovero per gli ammalati.