INAUGURAZIONE - Sabato 20 novembre alle 11 in via Zemola e poi al volto del Cavallo
I restauri della "Madonna dei Facchini" e della lapide ariostesca
20-11-2010 / Giorno per giorno

Saranno presentati alla città nella mattinata di oggi, sabato 20 novembre alle 11, gli esiti del restauro compiuto sul busto della "Madonna dei Facchini", la scultura di probabile origine cinquecentesca visibile in una nicchia sul prospetto del palazzo di via Zemola 17. L'opera, la cui storia è legata a un fatto reputato miracoloso, è stata recuperata grazie a un intervento promosso e finanziato dall'associazione Ferrariae Decus, con il sostegno e il contributo della Fondazione Carife e del condominio di Palazzo Boldrini e con la collaborazione del Comune di Ferrara.
Alla cerimonia, durante la quale è prevista la benedizione della scultura, prenderanno parte fra gli altri l'assessore comunale ai Beni monumentali Aldo Modonesi e il vicario generale dell'Arcidiocesi di Ferrara mons. Antonio Grandini, oltre al presidente e al vicepresidente della Ferrariae Decus Giacomo Savioli e Francesco Scafuri.
La mattinata proseguirà con un secondo appuntamento al Volto del Cavallo per la presentazione dei risultati di un altro intervento di restauro, promosso sempre dalla Ferrariae Decus in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, quello della lapide che riporta un famoso passo della satira VII di Ludovico Ariosto.
LA SCHEDA a cura dell'associazione Ferraria Decus
La Ferrariae Decus nel suo programma generale 2009-2010 aveva previsto alcune iniziative di studio, conoscenza e valorizzazione, con relative visite, a luoghi "testimoni di storia e di devozione".
Alcuni incontri sono già stati realizzati e durante il percorso è maturata, di conseguenza, l'idea di correlare a quelli anche i progetti da realizzare nell'ambito dell'attività di recupero del patrimonio artistico.
La scelta di restaurare la Madonna dei Facchini ha avuto proprio questa motivazione di fondo, rafforzata da quella della vetustà della scultura (ritenuta cinquecentesca) e dal grave stato di pericolo in cui essa si trovava.
Da una parte, si è voluto così rinvigorire un'antica tradizione devozionale, che annovera anche un evento ritenuto miracoloso, avvenuto, secondo la lapide posta in sito, il 5 settembre 1845; dall'altra, si è cercato di contribuire al rilancio di un percorso turistico che, oltre a questa emergenza, ne comprende molte altre assai rilevanti, tutte oggetto di attenzione da parte della Ferrariae Decus. Nel comparto sono, infatti, leggibili i segni (topografici, urbanistici, architettonici e storici in generale) della Ferrara pre-rinascimentale.
La scultura è stata recuperata grazie all'Associazione Ferrariae Decus, che ha finanziato l'opera, con il sostegno e il contributo di Fondazione Carife e del condominio di Palazzo Boldrini e la collaborazione del Comune di Ferrara.
Nell'occasione, inoltre, è stata restaurata dalla Ferrariae Decus in collaborazione con l'Amministrazione Comunale la lapide novecentesca presso il Volto del Cavallo, che riporta il famoso passo della satira VII di Ludovico Ariosto (vv. 151-155):
"S'IO NON FOSSI D'OGNI CINQUE O SEI
MESI STATO UNO A PASSEGGIAR FRA IL DOMO
E LE DUE STATUE DE' MARCHESI MIEI,
DA SÌ NOIOSA LONTANANZA DOMO
GIÀ SAREI MORTO"
Entrambi gli interventi sono stati eseguiti dalla ditta "Conservazione Restauro Patrimonio Artistico" di Ferrara di Paola Tosi e Susanna Marzola, sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Ravenna.
La 'Madonna dei Facchini'
Stato di conservazione
Il busto della Madonna col Bambino, eseguito in calcare marino (calcarenite), si trovava in un grave stato di degrado. Molte erano le perdite di materiale, che risultava incongruo, mentre alcune parti apparivano in fase di distacco. Il volto della Vergine era fortemente deteriorato.
Intervento di restauro
Innanzitutto si è eseguito un intervento di pulitura dell'opera tramite impacchi chimici di tipo AB57.
Per i rifacimenti e i riempimenti delle lacune del materiale lapideo sono state utilizzate malta di calce idraulica da restauro e polvere di marmo, colorate con terre naturali.
Si è provveduto, poi, al consolidamento tramite silicato di etile dato a pennello sino a completa saturazione della pietra.
La nicchia che contiene il busto è stata ripristinata sia esternamente che internamente, al fine di consentire una migliore lettura del manufatto. La precedente finestra in ferro novecentesca a protezione della "Madonna dei Facchini", ormai inutilizzabile, è stata sostituita da un telaio con vetro antisfondamento che, oltre a rendere visibile l'opera, la proteggerà dall'acqua piovana e dagli altri agenti atmosferici.
La piccola lapide collocata sopra la nicchia è stata anch'essa restaurata, mentre le iscrizioni sono state ripristinate con un colore simile all'originale per renderle più leggibili.
I gradini alla base del muro sono stati puliti, consolidati e protetti tramite le tecniche già descritte.
Restauro eseguito dalla ditta:
Conservazione Restauro Patrimonio Artistico - Ferrara - di Paola Tosi e Susanna Marzola
Supervisione ai lavori:
arch. Gabriele Pivari, arch. Keoma Ambrogio
(Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici
per le province di Ravenna Ferrara Forlì Cesena Rimini)