Comune di Ferrara

mercoledì, 07 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Rilevato il cvm in dieci pozzi di Pontelagoscuro

Rilevato il cvm in dieci pozzi di Pontelagoscuro

15-10-2003 / Giorno per giorno

Ancora il cvm nei pozzi irrigui di Pontelagoscuro. Sono dieci quelli nei quali la concentrazione dell'inquinante risulta superiore al limite fissato per legge per l'acqua di falda. E' quanto emerge dai primi risultati di un'indagine commissionata dal Comune di Ferrara al consorzio universitario "Ferrara ricerche". Entro la fine dell'anno si dovrebbe avere la completa mappatura dell'area a nord della città, che comprende le frazioni di Barco e Pontelagoscuro, e l'individuazione del focolaio inquinante. Sino ad ora sono stati campionati 35 pozzi, a una profondità variabile fra i 10 e i 25 metri dal piano campagna; in nessuno di questi l'acqua è impiegata per uso alimentare. In quattro casi i valori rilevati nella falda in pressione sono risultati particolarmente elevati: 6.632 microgrammi per litro in quello di via Aminta, 3157 in via Zamboni, 2777 e 1759 in quelli di via della Pace, a fronte di un limite di legge di 0,5 microgrammi per litro. I dati rilevati dall'equipe di idrogeologi, guidata dal professor Alessandro Gargini dell'Università di Ferrara, sono stati certificati dal laboratorio Csa di Rimini e restano in attesa delle controcampionatura di Arpa per la definitiva validazione dei risultati. La conferenza dei servizi (organismo tecnico nel quale sono rappresentati Comune, Provincia, Regione, Arpa, Asl) ha già provveduto a trasmettere tutte le informazione alla Procura della Repubblica. In seguito alla segnalazione sarà emessa un'ordinanza con la quale si dispone la chiusura immediata dei pozzi contaminati (quattro dei quali erano peraltro già chiusi) oltre alla cautelativa inibizione all'utilizzo di acqua di falda dai pozzi artesiani in tutta l'area delimitata dalle vie Padova e Canalbianco, dalla ferrovia e dal campo sportivo di Pontelagoscuro. "Paghiamo il prezzo di quello che è successo nei decenni in cui in Italia non esistevano normative di tutela ambientale. Non c'è dunque da sorprendersi, ma bisogna prendere atto della situazione e cercare i rimedi", ha affermato in conferenza stampa l'assessore all'Ecologia urbana Alessandro Bratti. L'indagine è stata richiesta dal Comune a seguito di precedenti rinvenimenti di cvm in due pozzi artesiani a Pontelagoscuro. "La distribuzione territoriale dei pozzi inquinati ci fa escludere l'ipotesi di una diretta contaminazione della falda da parte delle aziende situate nell'area del polo chimico - ha fatto notare il geologo Gargini - Ma le sorprendenti percentuali di concentrazione rilevate sono tali da indurre a ritenere che la presenza del cvm non possa essere effetto di semplice degradazione di composti organici di varia natura, facendoci propendere per l'ipotesi di un massiccio smaltimento in zona di prodotti industriali". Il cvm - ha poi precisato l'esperto - ha un alto tasso di pericolosità se inalato direttamente ma, dato l'elevato carattere di volatilità, si disperde rapidamente in atmosfera e per decantazione si riduce drasticamente anche la concentrazione in acqua.