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CENTRO DONNA E GIUSTIZIA - Presentato "InVisibile", il progetto rivolto al mondo della prostituzione

Rendiamo visibile qualcosa di invisibile

23-11-2010 / Giorno per giorno

Il Progetto InVisibile è stato il tema al centro di un incontro organizzato dal Centro Donna e Giustizia di Ferrara svoltosi ieri, lunedì 22 novembre, nella sede del Dipartimento di Scienze Storiche dell'Università di Ferrara. All'iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, gli assessori comunale Chiara Sapigni e provinciale Caterina Ferri, e il rappresentante della Polizia di Stato Pietro Scroccarello.
Attualmente la Regione Emilia-Romagna promuove interventi sulla base di una dimensione di rete nella quale vengono collegati i territori e le applicazioni di azioni comuni, grazie soprattutto alla collaborazione degli enti del Terzo Settore (associazionismo, volontariato sociale). Gli interventi richiedono la collaborazione tra soggetti diversi, un aspetto fondamentale sul quale occorre investire per formalizzare le azioni di contrasto.
"Negli ultimi tre mesi sono stati scoperti casi di vera e propria schiavitù. Questo conferma il fatto che a livello regionale non possiamo considerarci estranei al fenomeno della prostituzione."
L'Assessore comunale ai Servizi alla Persona Chiara Sapigni ho sostenuto l'importanza dei Quaderni del Progetto InVisibile, i quali "contengono linee guida utili alla creazione di opinioni comuni, in una dimensione che riflette il pensiero dei cittadini e in particolare delle donne. Le Circoscrizioni si impegnano attivamente nel collaborare e mediare socialmente, segnalando agli operatori i luoghi dove solitamente si manifesta in maniera più evidente il fenomeno della prostituzione".
Caterina Ferri: "E' più difficile percepire come un problema ciò che non si vede, ma se non si mantiene alta l'attenzione perderemo di vista la sua continua evoluzione."
Il Progetto InVisibile è nato per dare continuità ad un'esperienza regionale già esistente che si proponeva di combattere la prostituzione e lo sfruttamento ad essa legato a partire da una
"ricerca-azione". In particolare è emerso che il concetto di "invisibilità" non si riferisce più esclusivamente alla prostituzione in appartamento, ma unisce vari segmenti del mercato, creando zone di "intercambio" con la strada. La mobilità infatti, comporta maggiori possibilità di adescamento e di conseguenza, una maggiore possibilità di lucrare.
A partire da questi presupposti, il Progetto InVisibile si propone di mettere in atto strategie e modelli di intervento per ridurre, attraverso il monitoraggio del territorio, i danni causati dalla prostituzione, sanitari o sociali che siano. Il primo problema che si presenta riguarda la difficile diffusione dell'informazione tra i soggetti interessati. Si rende necessario avvalersi di tutti i mezzi a disposizione per offrire assistenza su questi fronti. La prevenzione è uno dei principali obiettivi del Progetto InVisibile, che culmina nei casi di maggiore riuscita, con l'accompagnamento delle donne da parte degli assistenti sociali nelle strutture ospedaliere per effettuare gli opportuni controlli.
In Emilia-Romagna, come anche nel resto d'Italia, è emerso che la prostituzione è fortemente collegata al flusso migratorio, soprattutto da parte di paesi come l'America Latina, l'Asia e l'Est Europa.
Anche se è sempre più difficile incontrare la figura del cosiddetto "pappone", lo sfruttamento è ancora ben radicato; la sua forma più frequente è quella di tipo economico per cui si arriva a prostituirsi a causa di debiti che non si è in grado di risarcire o più semplicemente, si versa una percentuale del proprio guadagno al padrone di casa perché non faccia parola dei "movimenti" e delle "presenze" nel proprio appartamento.
"Le indagini vengono effettuate a partire proprio dalla ricerca degli affitti in nero. La prostituzione è caratterizzata molto spesso da una chiusura che rende impossibile un'analisi investigativa. Esiste un vero e proprio rifiuto di collaborare" ha affermato il responsabile della squadra mobile di Ferrara, Pietro Scroccarello.
Il Progetto InVisibile, nella sua realizzazione pratica, si propone di costruire un sistema di archiviazione cartaceo a partire dagli annunci pubblicitari, che sono l'unico aspetto manifesto della prostituzione; attraverso telefonate mirate sondaggio degli operatori (in qualità di clienti) per verificare le informazioni riportate sugli annunci; interviste strutturate e informali a testimoni privilegiati; rilevazione di informazioni presso i sex workers che esercitano per strada e monitoraggio continuo di chat e forum frequentati dai clienti della prostituzione.
Per la tutela e la salute dei diritti della persona, è importante considerare gli strumenti di cui ci si avvale, per assicurarsi della loro efficacia, ma anche per evitare che questi si possano tradurre in un danno su altri fronti. Vero è che oggi la prostituzione rappresenta un lavoro molto redditizio, che permette una certa mobilità anche nei paesi di origine (nel caso specifico della prostituzione straniera), ed è importante rilevare le motivazioni o le condizioni che spingono le donne ad avvicinarsi a questo tipo di professione.
Una delle più diffuse e mistificate forme di prostituzione è quella che si verifica nel mondo dei locali notturni. I locali sono un segmento difficilmente indagabile, in particolare quelli che offrono spettacoli di lap dance celano una vasta rete di soggetti che partecipano al funzionamento della tratta. La maggior parte delle ragazze proviene dalla Romania, dall'Ucraina e dalla Russia, anche se già nei paesi di origine lavoravano come lap dancer, dal momento in cui arrivano in Italia la scarsità dei mezzi di sostentamento le spinge ad accettare di intrattenere i clienti del locale anche nei cosiddetti "privé".
Ritorna quindi di grande importanza il passaparola per diffondere l'informazione di un servizio che intende contrastare lo sfruttamento a partire dalle strutture 'sotterranee' e dalle stesse testimonianze dei soggetti coinvolti. E' sempre più necessario denunciare per uscire dal silenzio in cui queste persone sono costrette, superando innanzitutto la diffidenza e la paura che si interpongono con gli operatori e con le istituzioni.

Per info e comunicazioni: Unità di Strada Luna Blu tel. 0532-790978, cell. 346-5248175 e-mail: udsferrara@yahoo.it (coordinatrice progetto Dora Casalino)