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Danze, canti e musiche della tradizione tibetana alla sala Estense

13-01-2004 / Giorno per giorno

Un colorato mosaico di danze, canti e musiche della tradizione buddhista tibetana realizzato da dieci monaci del monastero indiano di Drepung, in tournée in Europa, darà vita venerdì 16 gennaio alle 21 alla sala Estense allo spettacolo dal titolo "La via per la pace". Tamburi, campane, cembali, chitarre e trombe telescopiche suonati dal vivo e sontuosi costumi, maschere e cappelli, consentiranno ai monaci di proporre un suggestivo spaccato delle loro tradizioni, le cui origini affondano in un lontano passato e sono da sempre un mezzo prezioso per trasmettere l'insegnamento del Buddha. La serata, ad offerta libera, sarà pertanto occasione per scoprire da vicino il fascino e la dimensione spirituale di una cultura lontana che ha saputo attrarre l'interesse e la simpatia del mondo occidentale, grazie soprattutto alla sua autenticità ed energia. L'iniziativa è promossa da Ferrara Città per la pace dell'assessorato ai Rapporti Internazionali del Comune di Ferrara in collaborazione con il Centro studi tibetani Tabten Ghe Pel Ling, associazione confessionale il cui scopo è promuovere la conoscenza, la pratica e le meditazione della più alta tradizione buddista secondo la scuola di Ghelugpa. "L'intera tournée in cui è impegnato il gruppo - ha ricordato nel corso della presentazione l'assessore Alessandra Chiappini - ha sia lo scopo di raccogliere fondi per aiutare e migliorare le condizioni di vita dei monaci del monastero di Drepung in India, sia quello di promuovere e mantenere viva una cultura tanto ricca e importante che ha fatto del concetto di pace, di accoglienza e di tolleranza il proprio messaggio. E' in esso infatti che abbiamo trovato la motivazione per richiamare il gruppo a Ferrara (dove già si era esibito circa un anno fa) e ad avviare contatti per formalizzare con il governo dei tibetani in esilio in India un "patto di amicizia e di solidarietà". Un simile rapporto - ha aggiunto l'assessore - sarebbe il preliminare di un legame più profondo che, come Amministrazione e comunità, vogliamo stabilire con questo popolo e che ci consentirebbe in futuro di promuovere altri momenti di incontro e confronto per approfondire, in particolare, la conoscenza delle radici di una cultura a tutt'oggi straordinaria e ineguagliata". "Da tempo - ha aggiunto Mario Zamorani, capogruppo dei Riformatori, che del progetto di attenzione alla situazione tibetana è stato stimolo e sostegno - esiste un concreto interesse da parte dell'Amministrazione comunale nei confronti delle gravi condizioni in cui vive questo popolo, così duramente provato e colpito e che, mio avviso, è stato l'unico che ha risposto ad un'occupazione militare con la nonviolenza, sostenendo e riproponendo in alternativa la sincera volontà e l'impegno per la pace". L'iniziativa, è stato poi ricordato, è l'ulteriore passo di un percorso a sostegno di una causa per la quale il comune di Ferrara ha già espresso la propria solidarietà, partecipando alla campagna "Una bandiera per il Tibet" e aderendo alle iniziative della rete nazionale, che ha sede a Torino presso il Consiglio della Regione Piemonte, "Comuni, province e regioni per il Tibet" .