Porotto, una storia a più voci
04-02-2004 / Giorno per giorno
Un racconto a più voci che si inoltra nella storia di un territorio per ricostruirne la memoria attraverso le vicende della sua comunità. Il volume "Porotto nella storia" raccoglie il lavoro di cinque ricercatori locali che su iniziativa della Circoscrizione Zona Nord Ovest hanno analizzato documenti e carte d'archivio per ripercorrere il passato di un paese che, nonostante la sua vicinanza alla città, ha sempre saputo conservare intatta la propria identità. Anima del gruppo di lavoro è stata la figura di colui che a Porotto è da tutti conosciuto come il "maestro" Adriano Franceschini, autore della porzione più consistente del libro, dedicata alle trasformazioni del territorio dal XIII al XVIII secolo, in relazione alle vicende idrauliche del Reno. Illustrando il volume alla stampa, in attesa della presentazione ufficiale prevista per sabato 7 febbraio al teatro Verdi di Porotto (alle 15,30), il presidente della Circoscrizione Francesco Colaiacovo ha sottolineato come "il maestro Franceschini sia riuscito ad infondere entusiasmo e passione anche negli altri autori, rendendo possibile la creazione di un'opera di indubbia qualità. La produzione di questo volume - ha proseguito Colaiacovo - vuole essere un passo ulteriore nella direzione di un più ampio coinvolgimento dei cittadini nella vita politica e culturale del paese, coinvolgimento che la comunità può avvertire in misura maggiore se si riconosce nella storia del proprio territorio". Fra i molti racconti presenti nel libro, anche la storia, ricostruita da Marcella Marighelli, del cosiddetto "Boschetto degli ammorbati", il lazzaretto sorto nel '400 per accogliere i malati di peste in un grande edificio, su di un'isoletta boscosa tra le acque del Po. Della stessa autrice è anche la ricostruzione della figura di un medico ciarlatano, Pietro Castagno, che nel corso del '500 si arricchì a spese della comunità grazie alla vendita di un olio "miracoloso" contro la peste. Di Enrico Bovi è invece un'analisi del ruolo ricoperto dalle confraternite religiose di Porotto dal XVII al XIX secolo. Analisi che ha già suscitato l'interesse di alcuni ricercatori canadesi impegnati in uno studio sulle compagnie religiose e intenzionati a recensire il lavoro di Bovi. Più recente è invece il periodo preso in considerazione da Marica Peron, che esaminando la documentazione dell'archivio storico comunale, si è concentrata sul lavoro delle istituzioni e strutture pubbliche, dall'unità nazionale in poi. A chiudere il volume è un profilo, ricostruito dal Lucio Scardino, del pittore Pier Augusto Tagliaferri, nato a Porotto e vissuto a cavallo tra '800 e '900. L'introduzione del libro è stata curata da Franco Cazzola, presidente della Deputazione ferrarese di storia patria. All'incontro di sabato sarà presente anche Giacomo Savioli, presidente di Ferrariae Decus, che già stamani in conferenza stampa ha sottolineato "il grande valore di questo volume, che sarebbe riduttivo considerare come un testo di storia locale, poiché frutto di ricerche inedite e di studi condotti su documenti storici originali. Un libro degno di stare sugli scaffali dei grandi libri di storia".