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Sateriale denuncia i rischi del revisionismo e delle 'democrazie da esportazione'. Il sindaco all'assemblea dell'Anpi: la guerra non porta la pace

15-04-2004 / Giorno per giorno

"Dobbiamo guardarci dal pericolo del revisionismo". Il sindaco Gaetano Sateriale, intervenendo al convegno annuale dell'Anpi, ha affermato che la frattura che si è prodotta in Italia all'epoca della dittatura fascista "può essere colmata solo nel rispetto della verità storica". "Non si possono omologare le responsabilità, non ci si riappacifica sulla base di un'ipocrisia - ha detto il sindaco - Certo, tutti i morti meritano rispetto, ma questo non deve indurre ad appiattire la prospettiva mettendo su un identico piano i valori che ne ispiravano l'azione: alcuni sono morti per difendere la democrazia e la libertà di tutti, altri per sostenere differenti principi". "C'è bisogno di far rivivere quei valori, ricordando che quel che accadde in Italia non fu per intervento di alieni sbarcati da altri pianeti: è successo fra uomini come noi, alcuni dei quali, a un certo punto, hanno cercato di sopraffare gli altri". Soffermandosi sulla scenario internazionale Sateriale ha segnalato il rischio che si diffonda l'idea pericolosa che "la democrazia si possa esportare". "Un tempo si parlava di autodeterminazione dei popoli", un termine oggi dimenticato. "Gia pensare di portare la pace facendo la guerra è una contraddizione. Nessuno, poi, può arrogarsi il diritto di imporre un sistema politico e sociale ad altri popoli". "Fa paura che la grande superpotenza degli Stati Uniti - ha affermato il sindaco parlando alla platea riunita al Rivana Garden - abbia una visione del mondo tanto semplicistica. Le cose sono un po' più complesse di come le immagina Bush. Se vogliamo portare la pace e combattere con efficacia il terrorismo dobbiamo cominciare a ridurre le contraddizioni che lo alimentano e che alimentano la guerriglia: non possiamo dimenticare che la parte più ricca del pianeta, per propria convenienza economica, sostiene molti dei regimi dittatoriali che, anche in virtù di questi appoggi, impongono il loro potere opprimendo le popolazioni".