Nota dell'assessore all'Urbanistica Raffaele Atti (dibattito su stampa locale relativo all'intervento area ex Ipaz)
14-08-2004 / Giorno per giorno
Il dibattito che si è sviluppato in questi giorni attorno all'intervento in corso nell'area ex Ipaz nel sottomura adiacente Porta Paola, merita sicuramente una puntualizzazione da parte dell'assessore, che, detto per inciso, non è mai stato reticente a fornire le più ampie informazioni e a dare adeguate motivazioni delle proprie scelte. Peraltro è significativo di un cattivo costume di qualche operatore della stampa locale telefonare all'assessore, che in genere risponde a qualsiasi ora, raccoglierne pareri e opinioni e poi ometterli, imputandogli un "prolungato silenzio" mentre è in ferie. Si pensava ad una conferenza stampa al rientro, visto che non ci sono urgenze, in modo che anche con l'aiuto della documentazione, si potesse ricollocare il confronto su un binario più corretto, non esasperato da termini come, "brutture", "scempi","mostri", "sfregio", "orribile", (un campionario che ho estratto con stupore dalla rassegna stampa dei giorni scorsi), il tutto riferito a un progetto che ha avuto il consenso della Sovrintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio e un convinto consenso della Commissione edilizia. Sono termini che appaiono francamente esasperati e offensivi delle professionalità di quanti a vario titolo (non solo i progettisti) hanno avuto parte nella vicenda. Questi "toni" francamente eccessivi, mi hanno spinto a interrompere (per poche ore) le ferie. Il problema ha due aspetti: il primo di contenuto prettamente urbanistico, il secondo di qualità progettuale nell'attuazione delle previsioni di piano. Le previsioni di piano hanno sempre visto per l'immobile in oggetto la ristrutturazione fondiaria dei volumi degli immobili destinati a magazzini adiacenti le mura e il risanamento conservativo dell'immobile principale con destinazione mista (residenziale e produttivo). La correzione apportata con la variante del 2002, acquisito il parere favorevole della Sovrintendenza, cui è demandato il compito istituzionale di vigilare sui vincoli di rispetto delle Mura, ha semplicemente (per la parte in oggetto) corretto un evidente errore di classificazione di parte di un immobile e ratificato con la conferma della demolizione senza ricostruzione, il diniego del condono di una parte residua di volumi. Né in sede di adozione del Piano del '95 né di variante, (che va ricordato ha avuto un iter lungo 14 mesi, con due passaggi di Consiglio Comunale 17 settembre 2001 e il 4 novembre 2002) sono state avanzate osservazioni. Nel merito del progetto, si possono distinguere due aspetti (a cui ovviamente il progetto dà una risposta unitaria): la collocazione del volume e le specifiche soluzioni progettuali (forme materiali etc). Ora è indiscutibile almeno un fatto: data la configurazione del lotto e la disposizione degli edifici a risanamento conservativo, per allontanare sensibilmente i volumi dalle Mura sarebbe stato necessario concentrarli e aumentare sensibilmente le altezze, cosa che avrebbe posto problemi di altro tipo. La soluzione progettuale invece mantiene altezze rispettose del rapporto con le Mura. Sulle soluzioni adottate, ferma restando la libertà di critica e la legittimità di punti di vista diversi, il vaglio subito dall'intervento e i pareri favorevoli raccolti escludono che si proceda con indifferenza rispetto al valore del patrimonio storico e artistico della nostra città. Anzi, colgo l'occasione per esprimere un dissenso dall'idea che le norme siano indifferenti ai risultati e per rivendicare le correzioni normative apportate proprio con la finalità di potere riportare a una valutazione di qualità interventi destinati a incidere sul nostro patrimonio: sottraendo alla dichiarazione di inizio attività e riconducendo a permesso di costruire le ristrutturazioni e i risanamenti conservativi nel centro storico e nel territorio rurale, ripristinando gli schemi tipologici per il recupero dei fienili, correggendo una norma di piano che permetteva di collocare distributori in tutte le aree G destinate a servizi, e quindi non escludendolo per le stesse aree prospicienti le Mura. Infine resta aperto il problema del confronto preventivo, sia sui progetti che, soprattutto sulle scelte urbanistiche che in larga misura ne prefigurano i contenuti. Ho già avuto occasione di indicare nella istituzione dell'"Urban Center" uno dei modi per dare risposta organica al tema. Su questo a settembre avanzerò una proposta precisa sulla quale avviare il confronto. Per il momento mi si permetta di ribadire come sia stato fatto un ulteriore passo in avanti verso la trasparenza: la pubblicazione sul sito del Comune (www.comune.fe.it) dell'elenco dei piani particolareggiati di cui è autorizzata la presentazione e di quelli di cui è avviato l'iter, perché sarebbe molto più costruttivo se queste discussioni avvenissero quando è il momento giusto e non a cantiere finito! Raffaele Atti assessore all'Urbanistica Comune di Ferrara