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L'antico Compianto di Cristo torna al monastero di Sant'Antonio in Polesine

25-11-2004 / Giorno per giorno

Il mistero del Compianto è tornato a occupare il proprio tradizionale spazio nel monastero di Sant'Antonio in Polesine. L'enigma connesso all'antico gruppo di statue fittili, delle quali oggi è stata ufficialmente annunciata la "restituzione" alla città dopo un accurato e laborioso restauro, è relativo alla sua origine. Probabilmente si tratta di due distinte opere frutto dell'estro artistico di altrettanti ignoti maestri. L'originale "Compianto" o "Mortorio", secondo gli studiosi, fu collocato nella Cattedrale attorno al Quattrocento e venne in seguito disperso "perché considerato superfluo". In seguito si verifico verosimilmente l'assemblaggio con il secondo gruppo che diede forma alla composizione nota ai contemporanei. Ma si tratta per ora di ipotesi senza riscontri certi. "E' questo un luogo magico della città e un luogo caro a ciascuno di noi per il suo fascino e la sua particolare atmosfera, capace di emozionare i visitatori", ha affermato il sindaco Gaetano Sateriale durante la presentazione dell'opera restaurata. "L'intervento e la ricollocazione del Compianto fanno onore alla città e a tutti coloro che hanno contribuito al recupero di questa preziosa testimonianza artistica". Al riguardo, il sindaco ha voluto rimarcare in particolare il ruolo svolto dalla fondazione Carife. L'accesso al monastero di Sant'Antonio in Polesine è possibile dal lunedì al venerdì in orario 9,15 - 11,30 e 15,15 - 17, il sabato 9,15 - 11,15 e 15 - 16,15. Non è possibile la visita alla domenica e nei festivi. LA SCHEDA - A cura della direzione Musei d'arte antica Protagonista di una storia per molti aspetti enigmatica questo Compianto ferrarese, assieme al Mortorio della Chiesa del Gesù, è esemplare di una tradizione artistica sviluppatasi nell'area padana fra il Quattrocento e la prima metà del Cinquecento. Il Compianto di Cristo, è un gruppo di otto figure fittili la cui storia ha interessato, nel tempo, studiosi ed intellettuali ferraresi come Girolamo Baruffaldi e Giuseppe Antenore Scalabrini. È costituito da statue a grandezza naturale, che rappresentano probabilmente la sintesi di due precedenti formazioni a opera di due diversi autori: Lodovico de' Castellani o Alfonso Lombardi, come sostengono rispettivamente lo Scalabrini ed il Baruffaldi, o forse altri artisti meno conosciuti, dei quali non ci è dato sapere il nome attraverso nessun documento, ma la cui differente personalità emerge sia dall'interpretazione delle testimonianze, sia dalla lettura stilistica. Anticamente identificato con un "Mortorio" collocato nella Cattedrale di Ferrara, smembrato e poi ricomposto in circostanze ignote, il Compianto si trovava senz'altro nella chiesa interna di Sant'Antonio in Polesine ai tempi dell'occupazione francese, quando con l'abolizione della clausura ognuno aveva potuto imbattersi negli otto personaggi: Cristo, la Vergine, le Marie, Nicodemo, San Giovanni e Giuseppe d'Arimatea. La restituzione alla collettività di questo gruppo - che è stato necessariamente per molti anni sottratto alla pubblica fruizione - rappresenta un significativo passo avanti all'interno del progetto di riqualificazione di Ferrara come città-museo: un altro tassello è stato aggiunto al percorso di riscoperta, studio e valorizzazione della nostra storia artistica. L'opera, rimossa già nel 1987 dalla sua tradizionale collocazione (la nicchia di fronte alla Cappella del Rosario, oggi risanata a cura del Servizio Beni Monumentali di Ferrara) ha beneficiato di un lungo intervento di restauro curato dal laboratorio fiorentino di Andrea Fedeli, dietro supervisione dei Musei Civici di Arte Antica. Tra i primi promotori del restauro del "Mortorio", ricordiamo l'Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Ferraresi, con il sostegno di Monteco ed Enimont. Decisivo e generoso è stato poi il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, in seguito al quale le statue, restaurate secondo rigorosi criteri scientifici, hanno potuto tornare nella propria sede ed essere perciò visibili da parte di tutta la cittadinanza, ad esse profondamente legata da un rapporto di fede e di consolidata memoria. La storia ed il restauro del Compianto sono l'argomento della pubblicazione edita e distribuita in questa circostanza a cura dei Musei Civici d'Arte Antica, con contributi di Angelo Andreotti, Micaela Torboli ed Andrea Fedeli.