"Giornata della memoria", il sindaco alla cerimonia della stazione. La lapide che ricorda il treno di Auschwitz invita a impedire "l'invasione dei barbari"
27-01-2005 / Giorno per giorno
Una lapide in marmo, dinanzi al binario uno della stazione ferroviaria di Ferrara da oggi ricorda la sosta del treno partito da Roma il 19 ottobre 1943 con 1023 ebrei avviati dai nazisti verso il campo di sterminio di Auschwitz. Il drappo che ricopriva la lapide è stato tolto dal sindaco Gaetano Sateriale e da Paolo Ravenna, storico rappresentate della comunità ebraica ferrarese. L'evento si è celebrato alle 10,30, alla presenza delle autorità civili e militari, nell'ambito delle manifestazioni del "Giorno della memoria". "Questa lapide - ha affermato il sindaco nel suo intervento - esprime un'idea semplice e al contempo un grande significato: ricorda il passaggio di un treno che rappresenta, e in sé riassume, l'abominio compiuto ai danni di migliaia di nostri concittadini. Un fatto estraneo alla nostra coscienza di oggi, eppure vicino alla nostra esperienza. Appena 60 anni ci separano, meno della vita media di un individuo. Con quel dramma hanno convissuto molti che ancora sono fra noi e la generazione che ci ha preceduto. Tanti lo hanno fatto nell'indifferenza, nell'incomprensione, tentando di rimuovere ciò che avveniva, di ignorarlo, pensando così di salvare se stessi e la propria privata condizione". "La lapide - ha aggiunto - ricorda anche i meritori, eppure troppo deboli, fili di solidarietà che si sono saldati in quelle terribili ore attorno alla comunità ebraica: ricorda lo slancio dei ferrovieri, delle crocerossine, della gente di passaggio che ha raccolto le grida d'aiuto provenienti da quel convoglio e a recato soccorso per quanto ha potuto, ha raccolto i messaggi indirizzati ai familiari dei deportati. Anche a loro va il nostro ricordo e a loro rivolgiamo la nostra gratitudine". "La memoria non è mai neutrale - ha concluso Sateriale - e l'esercizio della memoria è un dovere da coltivare. Questa lapide ci invita a non dimenticare e a non trascurare nel presente nessuna manifestazione di razzismo. Spaventa pensare che prima di quel treno cinque anni erano trascorsi dall'introduzione delle leggi razziali. Spaventa che episodi così efferati convivano troppo spesso con la normalità. Quanti treni sono passati prima che la coscienza popolare si ribellasse... Trasmettere la memoria dà la capacità e la forza di riconoscere quando nella normalità irrompono i barbari. Dobbiamo sempre essere vigili per poter estirpare quei semi, prima che i loro frutti corrompano i valori della nostra comunità e le regole della nostra civile convivenza".