Salvino Campos presenta le foto del suo "Brasil de carne e osso"
23-02-2005 / Giorno per giorno
Sono tre gli spazi espositivi cittadini che ospiteranno da sabato 26 febbraio Brasil de Carne e Osso, la mostra del fotografo brasiliano Salvino Campos: Porta degli Angeli e Casa dell'Ariosto di competenza dell'amministrazione comunale e Casa Giorgio Cini. La mostra, curata da Angelo Andreotti, rientra nel progetto Viavai. Pontespositivo che ha visto la riqualificazione come spazio espositivo per l'arte contemporanea del suggestivo contenitore rinascimentale della Porta degli Angeli e si avvale dell'organizzazione degli assessorati comunali alle Politiche e Istituzioni Culturali e alle Politiche per i giovani, dei Musei civici d'arte antica, delle Manifestazioni culturali, della circoscrizione Giardino Arianuova Doro, dell'Istituto di cultura "Casa Giorgio Cini" e dell'assessorato al Progetto giovani della Regione Emilia-Romagna. "Molti gli argomenti e le novità che vogliamo introdurre con questa iniziativa. - ha affermato l'assessore Alberto Ronchi nel corso della conferenza stampa alla presenza dell'artista e dei rappresentanti delle diverse istituzioni coinvolte - Partendo dalla fotografia, una forma espressiva che ha Ferrara non ha avuto ancora i dovuti approfondimenti e sulla quale intendiamo investire quest'anno per una riflessione più ampia, proponiamo un vero e proprio percorso, dalle mura al centro. L'intento è quello di offrire al visitatore o al turista l'opportunità di ammirare non solo le opere esposte, bensì i validissimi spazi urbanistici e architettonici dei quali è ricca la nostra città". Ecco quindi la scelta di punti espositivi non solo comunali, bensì di altre istituzioni o privati che operano attivamente nell'ambito del settore culturale. Dopo Casa Cini, il progetto proseguirà quindi con l'individuazione di altri spazi cittadini da coinvolgere per le prossime tre mostre fotografiche già programmate per quest'anno. L'iniziativa in calendario da sabato (la chiusura è prevista il 3 aprile) ha concentrato poi l'attenzione di molte realtà cittadine. Fra queste, in particolare, la facoltà di Lettere e Filosofia laurea in Operatore del Turismo Culturale dell'università degli Studi di Ferrara. Il materiale raccolto durante l'allestimento della mostra infatti, fornirà alla laureanda Alessandra Candian, allieva del docente di marketing Paolo Regina, gli strumenti per realizzare una tesi di laurea sperimentale incentrata sull'analisi dell'iter attraverso il quale nasce e prende vita un evento culturale. Appuntamento quindi per l'inaugurazione, che si svolgerà sabato 26 febbraio dalle 17.30 alle 19.30 simultaneamente nelle tre sedi. La conclusione è prevista poi a casa Cini con un buffet offerto da "Le strade dei vini e dei sapori" e un concerto di musiche brasiliane con brani eseguiti da Nicoletta Fabbri. L'esposizione è corredata da un catalogo pubblicato da Gelli editore "Brasil de carne e osso" sarà aperta fino al 1 maggio dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 13 a Casa dell'Ariosto (via Ariosto 67); fino al 3 aprile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 alla Porta degli Angeli (Rampari di Belfiore 1); fino al 27 marzo dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30, domenica su appuntamento, a Casa Cini (Boccacanale di Santo Stefano 24). LA SCHEDA - Salvino Campos è nato in Brasile nel 1970 e vive fra questo paese e l'Italia. Dal 1995 il suo lavoro è indirizzato sul versante del ritratto fotografico, alla ricerca di una modalità espressiva che rappresenti la sintesi delle sue tendenze in tale settore, quella artistico-creativa e quella politico-sociale. Ha realizzato, dal 1995 ad oggi, mostre personali a Porto Alegre, Brasilia, New York, Roma, Napoli, Capri, L'Avana. Le fotografie in mostra rappresentano l'esito di un lungo viaggio di ricerca artistica compiuto da Salvino Campos in tutti i ventisette stati brasiliani, che ci consegna volti, corpi, immagini, situazioni della realtà quotidiana di questo immenso paese, non con un intento antropologico ed etnografico di "vecchia maniera", ma attraverso un percorso di reportage artistico lontano, come scrive sempre sul catalogo dell'esposizione Angela Tecce, "dalla denuncia sociale ed ecologica" per restituire piuttosto "la meraviglia di fronte al rinnovarsi incessante della differenza, della diversità", in modo da arricchire "una strumentazione poetica che già di suo appare sensibilissima e partecipe, finalizzata ad una interpretazione del mondo attraverso un mosaico di corpi e gesti, quasi che, anche nell'atteggiamento più ritroso, non sia possibile impedire al fotografo di cogliere i segnali di una vitalità necessaria". In questi lavori, come scrive sempre Angela Tecce, "bambini, donne, anziani e vecchi, ragazzi e ragazze si stagliano, quasi sempre soli al centro dell'immagine, vi campeggiano come eroi al centro di un bassorilievo. E' un lavoro di 'sottrazione' ambientale, di depurazione da ogni contesto di riconoscimento, da ogni marchio etnologico, che ci costringe a confrontarci direttamente con la loro nuda umanità". E così conclude, nel suo testo sul catalogo, il curatore della mostra, Angelo Andreotti: "Non si è trattato di puro reportage, nel senso di rubare immagini dalla realtà senza interferire vistosamente con quella stessa realtà. La macchina fotografica non è stata nascosta, anzi, è stata il più delle volte (quasi sempre) pretesto di dialogo e di avvicinamento, di condivisione, forse proprio di argomento di discussione e comunque di accettazione, a volte anche di indifferenza, oppure di innocente vanagloria. Da qui il senso della posa che è un porsi, un proporsi e un mostrarsi così come si ritiene di dover apparire e in fondo anche essere. Da queste immagini emergono storie, ipotesi di vita, che noi guardiamo ma dalle quali anche siamo guardati. Le immagini non sono passive, agiscono, in un certo senso ci osservano e spesso puntano il dito, ci mostrano come saremmo potuti essere se il caso avesse voluto farci nascere altrove, darci o negarci occasioni, possibilità, futuro".