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Circoscrizione Nord: gli appuntamenti del 25 aprile per ricordare insieme

19-04-2005 / Giorno per giorno

"Le donne della resistenza - testimonianze, racconti, film di donne negli anni 1943 - 1945" è il titolo della prima delle iniziative proposte in occasione dell'anniversario della Liberazione dal Comitato festeggiamenti 25 aprile della circoscrizione Zona Nord e inserite nel calendario delle manifestazioni celebrative del Comune di Ferrara. In programma giovedì 21 aprile alle 21 al cinema Nagliati di Francolino, la serata è nata dalla collaborazione con il Comitato vivere insieme e il Comitato insieme per la qualità della vita, le associazioni ANPI (Associazione nazionale partigiani italiani), APC (Associazione partigiani cristiani), Udi e l'Istituto di storia contemporanea. L'appuntamento sarà l'occasione per ricordare sia le undici donne del territorio circoscrizionale riconosciute ufficialmente come eminenti figure della Resistenza sia le altre migliaia che, nel chiuso dei poderi e nella riservatezza delle case si sono prodigate aiutando i loro mariti, i loro padri, i loro figli nella logorante guerra civile seguita all'8 settembre e alle quali non è stato mai attribuito alcun merito pubblico. All'iniziativa di giovedì saranno presenti, tra gli altri, Renata Talassi dell'Anpi, la storica Anna Maria Quarzi dell'Istituto di Storia Contemporanea, la partigiana Iojic Darinka che proporrà la sua personale testimonianza e rappresentanti dell'Udi. Chiuderà la serata la proiezione del film "L'Agnese va a morire" di Giuliano Montaldo tratto dall'omonimo libro di Renata Viganò. Il giorno successivo, venerdì 22 aprile alle 21 all'auditorium della biblioteca Bassani (piazza Emilia,1) si terrà la presentazione di "Renzo Nardi, nome di battaglia Cac il ferrarese". Proposto In collaborazione con l'associazione Macondo (reading gruppo teatrale I Motimmoti e al pianoforte Simone Ferraresi) il racconto ripercorre la storia quotidiana di Pontelagoscuro e i momenti in cui da paese con i primi insediamenti industriali diviene cumulo di macerie dal quale fuggire. Parallelamente scorre la storia del giovane operaio Renzo Nardi, con le sue speranze di vita "normale", destinato a diventare un eroe della Resistenza perché da quelle macerie rifiorisca una speranza di pace. L'appuntamento conclusivo con le iniziative del Comitato festeggiamenti 25 aprile della circoscrizione Zona Nord, in occasione dell'anniversario della Liberazione, è previsto poi per lunedì 25 aprile alle 16. In piazza Buozzi a Pontelagoscuro si terrà il "Concerto 60° Liberazione" con letture di testimonianze che accompagneranno i molti brani musicali. LA SCHEDA (Iniziativa del 21 aprile "Renzo Nardi, nome di battaglia Cac il ferrarese") "NON TEMO DI ESSERE DIMENTICATO. TEMO DI ESSERE UN GIORNO COMMEMORATO DA UN ORATORE UFFICIALE, CHE PARLA DI NOI LEGGENDO UN DISCORSO SCRITTO DA UN ALTRO. INTORNO LE AUTORITA', I BAMBINI COL GREMBIULE PULITO, I CARABINIERI SULL'ATTENTI." Lo ha inciso con un chiodo, sulla porta del carcere di Udine, un condannato a morte prima di essere impiccato. Questo il presupposto del lavoro che l' Associazione Culturale MACONDO proporrà la sera del 22 aprile prossimo. Troppo spesso le commemorazioni si riempiono retorica istituzionale, Macondo ha raccolto documenti e storie attorno ai quattro partigiani che riposano nel cimitero di Pontelagoscuro. Giancarlo Barucchello: 24 anni, partigiano. Operava tra Imola e Faenza. Morì durante un'azione contro i tedeschi. I documenti recitano: caduto gloriosamente in combattimento Luciano Bottoni: 20 anni, partigiano. Ex militare, prigioniero dei tedeschi, fuggito, scelse di entrare in una formazione che operava nella zona del Valdarno. Morì in una capanna data alle fiamme dai tedeschi in quella zona. I suoi resti, carbonizzati e irriconoscibili, furono inizialmente sepolti in una tomba ad ignoti nel cimitero di Valdarno. Loris Alberghini: 21 anni, partigiano. Dopo un'azione nella quale ferì un soldato tedesco, a Pontelagoscuro, non diede traccia di sè e fu considerato disperso fino al 1946. Si seppe poi che era fuggito a Bologna, in bicicletta, una domenica mattina. Nascosto da un prete, perché anche a molti di loro dobbiamo riconoscenza, si unì poi ad un reparto di partigiani che operava nel modenese. I suoi resti furono ritrovati nell'aprile del '46 nel cimitero di Montefiorino: era stato ucciso pochi giorni prima della liberazione. Renzo Nardi: 24 anni, partigiano. Aveva fatto la campagna di Russia, tornato, entrò nella 36° brigata Garibaldi. Anche lui operava sull'Appennino tosco-emiliano. Accerchiato con la sua compagnia, una quarantina di uomini in tutto, si difesero da reparti delle SS e paracadutisti tedeschi in ritirata e per due giorni combatterono fino alla fine. Ferito gravemente, per non cadere nelle mani dei tedeschi pregò inutilmente i compagni di finirlo, ci provò lui stesso ma l'arma si inceppò. Dopo avere perso almeno 150 uomini ed avere la meglio su quei quaranta, i militari tedeschi lo uccisero a freddo con un colpo di pistola. A Pontelagoscuro avevano lasciato i loro affetti, la loro speranza di vita e di pace. Quattro nomi, quatto foto su una lapide, poco conosciuti dai più. Il Barone, Oscar, Cac il ferrarese, nomi di battaglia dietro i quali ricostruire vicende umane partite da Pontelagoscuro. Storie di uomini ma forse sarebbe meglio dire ragazzi, erano tutti attorno ai vent'anni. Nati e cresciuti in quel paese tra i due ponti che oggi non esiste più, o meglio, raso al suolo dai bombardamenti alleati, ricostruito da quelle rovine dove aveva lasciato l'identità. Un reading che, nel tentativo di trovare un punto di partenza delle loro vite recuperando immagini e documenti di Pontelagoscuro prima della seconda guerra mondiale, si focalizzerà sull'epilogo della vita di Renzo Nardi. Lui, perché possa essere ricordato anche se non ha una via intitolata o altri luoghi dove il suo nome ritorni alla memoria, come per gli altri. In una provincia scarsamente propensa allo sviluppo industriale, in quegli anni, l'industria si affacciava proprio in quest'area. Lo zuccherificio, la fabbrica di sapone, operai, famiglie modeste dove, all'ombra del regime totalizzante, cresceva la pianta della solidarietà. Ecco quindi che donne e uomini, nel silenzio, reagivano. Le donne nel buio, portavano cibo e sostentamento ai figli, renitenti alla leva, che si nascondevano attorno alla cava di Vallelunga, proprio dietro la vecchia fornace, dove era insediato un distaccamento tedesco. Atti eroici? Amore materno? … che differenza fa? Qualcuno, militare, era rientrato e si era dato alla clandestinità in un paese, come tutti, dove i fascisti imponevano il loro ordine. Quella pianta cresceva e si sviluppava, prendeva forme più decise e assumeva un ruolo attivo nella resistenza. Può suonare stonato usare parole come battaglia, combattimento, morte e pensare alla pace. Nessun popolo che non conservi la memoria del contrario, potrà mai capire veramente il valore di quella parola. Le letture sono affidate all'interpretazione di Barbara Pizzo e Lorenzo Fiorentini, del gruppo teatrale I Motimmoti, le atmosfere affidate alla sensibilità musicale di Simone Ferraresi al pianoforte. Una serata per ricordare ma ancor più per riflettere anche sulle nostre scelte di parte. Si ringrazia per la preziosa collaborazione di Giancarlo Nardi, che ha prestato il suo lavoro di ricerca storica e testimoniale, Walter Ferrari che ha messo a disposizione il suo archivio, La società Suono & Immagine, Il Maestro Simone Ferraresi ed il gruppo I Motimmoti che hanno reso possibile la testimonianza. Associazione Culturale MACONDO