Intervento dell'assessore Raffaele Atti sulla variante urbanistica relativa all'insediamento ecosostenibile in località Cocomaro di Cona
10-05-2005 / Giorno per giorno
L'adozione da parte del Consiglio Comunale nella seduta dell'11 aprile u.s. di una variante urbanistica per la realizzazione di un intervento residenziale ad alta sostenibilità ambientale nella Golena di Cocomaro di Cona ha giustamente suscitato attenzione e interesse e mosso giustificati interrogativi. Credo sia utile riepilogare il percorso che ha portato l'Assessore e la Giunta ad avanzare la proposta al Consiglio Comunale. La proposta di realizzare in quel luogo il progetto del "Borgo solare" ci è stata avanzata congiuntamente da professori del dipartimento Best del politecnico di Milano e dalla società Gambale, che opera tra l'altro anche nel campo del fotovoltaico. Il progetto viene presentata alla Giunta di Ferrara nella primavera del 2003 che apprezza la ipotesi di intervento senza formalizzare alcun mandato in attesa degli approfondimenti del caso, data la delicatezza dell'area individuata. Il progetto viene successivamente presentato all'assessorato all'ambiente della Provincia, che analogamente apprezza la proposta. L'assessorato all'urbanistica del comune di Ferrara nel settembre 2003 promuove la costituzione di un gruppo di lavoro per approfondire la fattibilità del progetto coinvolgendo gli assessorati all'ambiente e all'urbanistica del Comune e della Provincia. La riapertura dei termini per poter successivamente approvare varianti adottate entro l'11 aprile 2005 ci ha indotto ad andare in adozione con modalità tali da tenere una stretta dipendenza tra la destinazione urbanistica e le caratteristiche dell'intervento. A ciò sono finalizzati l'accordo ai sensi dell'articolo 18 della legge regionale 20/2000, la definizione di una specifica sottozona e i contenuti della scheda progetto. L'adozione ci è parso lo strumento più utile per proporre alla città la discussione sul progetto motivando i progettisti a procedere nell'approfondimento necessario a superare le preoccupazioni e le perplessità, e a fissare le prestazioni che dovranno essere garantite sapendo che ciò rappresenta una condizione per procedere successivamente alla approvazione della variante stessa. Nel prendere questa impegnativa e sicuramente difficile decisione sono state determinanti due valutazioni: la prima l'area era già stata dichiarata edificabile dal piano vigente che la aveva destinata a servizi di carattere collettivo (una G generica con indice di edificabilità variabile a secondo degli usi da 0,10mq/mq a 1mq/mq.). E' giusto rilevare che nella normativa del piano regolatore vigente nelle zone G sono realizzabili interventi di interesse collettivo anche se di iniziativa privata, purchè di interesse comunale o di quartiere, e che l'intervento, se giudicato conforme, potrebbe attuarsi anche ad intervento diretto. In sostanza questa golena era già stata sottratta alla inedificabilità dal piano del '95. Ciò non toglie che resti area di interesse paesaggistico, le cui variazioni di destinazione sono sottoposte ad approvazione da parte della Amministrazione Provinciale, e nella quale gli interventi sono notificati (dopo il parere della Commissione per la qualità e il paesaggio) alla sovrintendenza ai beni culturali e ambientali. La seconda valutazione è stata relativa alla determinazione con cui i docenti del Best hanno indicato il lotto come idoneo per forma, esposizione e collocazione anche in relazione alla prossimità dell'acqua, indicandolo come ideale per un "laboratorio" di pratiche edilizie ecosostenibili a scala di quartiere. Abbiamo ritenuto utile proporre alla città questa opportunità. Ora quali sono le ragioni per cui si ritiene generalmente preferibile non edificare nelle golene, principio generale a cui ci siamo attenuti tanto da meritarci l'appellativo di "cerberi", reggendo a molte spinte in senso contrario, e a cui vorremmo attenerci anche in futuro? Si tratta di tre ordini di motivi: - uno relativo alla sicurezza idraulica: nel caso specifico il Po di volano è regimentato e regolato, il suo livello è definito dal sostegno di Valpagliaro, non è sottoposto al rischio di piene a carattere torrentizio. Il rischio idraulico andrà comunque previsto (trattandosi non più di servizi ma di residenze assume comunque un rilievo diverso) e valutato dalla preposta autorità di bacino che potrà o esprimersi avverso alla variante o stabilire condizioni per la realizzazione degli interventi. - un secondo motivo è di natura ambientale e attiene alla tutela dei corpi idrici sotterranei. Il paleoalveo è permeabile e sotto vi scorrono le falde: da questo punto di vista la nuova destinazione non comporta rischi maggiori di quella a servizi, e anzi permette di controllare meglio (attraverso il Piano Particolareggiato) il livello di impermeabilizzazione rendendosi tuttavia necessario (lo sarebbe stato anche in caso di trasformazione a servizi) adottare le cautele utili alla tutela delle falde da rischi di inquinamento. Caratteristica dell'intervento sarà quella di adottare misure volte al risparmio delle risorse idriche, al loro riutilizzo e al reintegro delle stesse. - una terza ragione è di natura paesaggistica e su questo l'intervento dovrà misurarsi con la qualità della progettazione in un difficile equilibrio tra le esigenze dell'architettura ecosostenibile e quelle dell'inserimento paesaggistico. A nessuno può sfuggire che in relazione a queste ragioni il cambio da servizi collettivi (con le destinazioni, gli indici e le modalità attuative ammessi nella normativa di piano nelle zone G generiche) a residenza non è particolarmente rilevante, mentre è stata ben più rilevante la scelta di destinazione operata dal Piano del '95 che ha sottratto l'area alla precedente destinazione agricola! Per questo si può escludere che la scelta possa essere invocata come un precedente verso una scelta di edificazione nelle golene (generalmente classificate E 1.1). Ora promuoveremo occasioni pubbliche di approfondimento nella fase di pubblicazione e in quella immediatamente successiva, a partire da una presentazione pubblica del progetto e delle sue caratteristiche già prevista per il prossimo 31 maggio, così che le eventuali osservazioni possano concorrere a fornire a tutti gli attori (sono numerosi!) che sono impegnati nel processo decisionale tutti gli elementi di valutazione per arrivare ad una decisione finale consapevole e meditata, che tenga nel giusto conto anche le espressioni della pubblica opinione. Fin qui si può solo sottolineare l'ampio consenso che in sede di adozione la proposta della Giunta ha raccolto in Consiglio Comunale. Raffaele Atti Assessore all'Urbanistica Comune di Ferrara