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Dal Buskergarden un omaggio alla musica di Jannacci tra umorismo e allegria

27-07-2005 / Giorno per giorno

Due ore di musica allegra e scanzonata, nel fresco giardino del sottomura, in compagnia di sei artisti appassionati fan di Enzo Jannacci. Sono questi gli ingredienti della serata tutta dedicata al cantautore milanese e organizzata per venerdì 29 luglio nella cornice del Buskergarden, con lo spettacolo dal titolo "22 canzoni, ovvero tributo a Enzo Jannacci". Ad aprire il concerto, alle 21,45, sarà "La luna è una lampadina", seguita da "L'Armando" e "Faceva il palo", poi via via tutti i più famosi testi del cantante-medico saranno proposti al pubblico ferrarese dai sei musicisti che animeranno per l'intera serata l'atmosfera del sottomura. Assieme all'ideatore dello spettacolo Riccardo Scandiani (voce - pianoforte - tastiere - chitarra acustica), saliranno sul palco Federico Benedetti (voce - sax soprano, contralto e tenore - clarinetto - flauto), Giovanni Bonfante (chitarra elettrica), Virna Comini (voce solista e cori), Massimo Minichiello (batteria) e Nicola Tarantino (basso). Scheda di presentazione dello spettacolo a cura degli organizzatori: Come e perché nasce l'idea di questo spettacolo messo in piedi da sei musicisti? L'idea nasce da Scandiani, fan di Jannacci da sempre, e con molti punti in comune con lui. Sono due milanesi, entrambi medici e, questa sembra una nota comune della categoria, amano moltissimo la musica e infatti tutti e due hanno studiato pianoforte. Enzo Jannacci è amato e conosciuto ma, ancora oggi (chissà perché?) di lui si parla poco, forse perché era ed è rimasto un cantastorie dai testi sbrindellati e paradossali ma con una grande forza rivoluzionaria e di rottura nei confronti dell'establishment. Suo malgrado è diventato un punto di riferimento, quasi un capotribù tra i più rappresentativi. Il 3 giugno 2005 Jannacci ha compiuto 70 anni; un evento a cui è stato dato grande rilievo dai mass media ed è stato salutato dalla distribuzione in tutte le edicole di un nuovo cd. Come suggerisce il titolo, lo spettacolo è composto da ventidue canzoni, esattamente come il primo recital, nato dalla collaborazione con Dario Fo, che aprì la strada ai successi discografici di Jannacci. Non si è voluto seguire un percorso cronologico, il criterio è troppo freddo: è bello comportarsi come Enzo, con libertà, seguendo l'impulso ed il cuore che "batte" nella scaletta predisposta. Accanto alle sue prime canzoni come "L'Armando", "T'ho cumprà i calsett de seta" e "Faceva il palo", che evidenziano un modo di essere al confine tra la musica e l'umorismo, non poteva mancare la canzone-tormentone del '68 "Vengo anch'io - No tu no", al primo posto dell'hit-parade dei 45 giri. La natura artistica di Jannacci lo ha portato ad esplorare un mondo che è riuscito a tratteggiare con ironia e vena poetica ineguagliate, si tratta della vecchia Milano, non certo la "Milano da bere" della pubblicità, ma quella dei diseredati, dei barboni e delle osterie abitate da personaggi sanguigni e veraci. Ed ecco che arrivano canzoni come "El purtava i scarp del tennis", "Giovanni telegrafista", "Se me lo dicevi prima", "Andava a Rogoredo" e i brani interpretati da Tenco (Passaggio a Livello), Milva (La rossa), Mia Martini (Io e te) e Mina (E l'era tardi). Saranno forniti agli spettatori fotocopie con i testi tradotti dal milanese all'italiano per una migliore godibilità dell'ascolto.