Allo studio le abitudini dei dipendenti pubblici per definire il piano degli spostamenti casa-lavoro
16-09-2005 / Giorno per giorno
I flussi di mobilità sono in larga misura condizionati dagli spostamenti casa-lavoro. Per questo un decreto del '98, che porta la firma dell'allora ministro all'Ambiente Edo Ronchi, impone a tutte le aziende e alle pubbliche amministrazioni con più di 300 dipendenti concentrati in una medesima sede o con più di 800 dipendenti totali, di predisporre piani di spostamento che contribuiscano a ridurre il traffico e l'inquinamento. "All'obiettivo della mobilità sostenibile lavoriamo da tempo - ha chiarito l'assessore Stefano Cavallini - ma incidere sulle abitudine e le scelte di tante persone è particolarmente complesso". Così, il concetto chiave, sostenuto dai rappresentanti di Comune e Provincia di Ferrara che insieme operano su questo piano, ruota attorno all'ampio coinvolgimento e alla condivisione degli obiettivi e delle proposte. "Dobbiamo suscitare il consenso di coloro che devono utilizzare i servizi - ha dichiarato Andrea Ricci, assessore alla Mobilità della Provincia - e la base per farlo è l'esame della domanda". Per presentare i dati raccolti attraverso un questionario distribuito per via informatica ai 1.300 dipendenti del Comune e ai 500 della Provincia si è scelta, come momento simbolico e di massima attenzione, la Settimana della mobilità. Dalle 1.079 risposte sino ad ora raccolte (65% provenienti dalla Provincia, 58% dal Comune), illustrate da Dario Vinciguerra dirigente del servizio Mobilità della Provincia, risulta che circa un terzo dei dipendenti vanno al lavoro in bicicletta e che sono pochi di più quelli che usano l'auto (42% Provincia, 36% Comune) con un dieci per cento di automobilisti che scelgono il sistema dal "car pooling", ossia degli spostamenti in gruppo. Significativa anche la percentuale di chi si muove a piedi (12% e 18%). Sui motivi di preferenza delle due ruote incide l'estensione della rete (oltre 75 chilometri complessivi), ma un quarto degli intervistati chiede maggiore sicurezza e protezione. Mentre sulla scelta dell'autobus (la cui percentuale di utilizzo è inferiore al 6%) incidono negativamente i tempi di percorrenza e i collegamenti insoddisfacenti. In questo caso fra le richieste c'è la maggiore frequenza dei passaggi. Un'ulteriore indagine fra i ciclisti rivela, poi, che, fra gli utilizzatori abituali, uno su due usa la bici per andare al lavoro, uno su tre ha più di 60 anni, e di norma i tragitti sono di percorrenza inferiore ai tre chilometri e mezzo e contenuta entro i 15 minuti di tempo. Da questa mappatura si dovranno ricavare elementi per definire il piano "aziendale" e ipotesi di rassetto cittadino. "Bisogna prevedere incentivi per chi rinuncia all'uso dell'auto in città - ha affermato l'assessore Cavallini - Meno auto significa meno traffico, riduzione dell'occupazione delle aree di sosta e una migliore qualità dell'aria: quindi benefici per tutti. Per parte nostra - ha ricordato il titolare della delega alla Mobilità - abbiamo offerto 210 biciclette in comodato d'uso ai nostri dipendenti e abbiamo rinnovato il nostro parco vetture con 21 veicoli ibridi che in città funzionano con propulsore elettrico". Il mobility manager del Comune, Alberto Croce, ha segnalato l'esigenza di istituire meccanismi di monitoraggio permanente dei modelli di mobilità e di ripensare il sistema degli orari, coinvolgendo anche l'Università sia nell'analisi sia nell'adozione delle soluzioni individuate. L'applicazione di modelli alternativi di mobilità sarà stimolata, nell'ambito della settimana di iniziative in corso, dal progetto "Miglia verdi", illustrato dalla dirigente comunale del servizio Città sostenibile, Paola Poggipollini, che coinvolge oltre un migliaio di bambini in età scolare, 56 classi e 9 scuole, al quale aderiscono anche le Amministrazioni di Modena, Reggio e Piacenza. Fra il 22 settembre e il 7 ottobre saranno registrati i chilometri percorsi sul tragitto casa-scuola senza ausilio di auto o altri mezzi inquinanti. L'obiettivo è colmare la distanza fra Ferrara e Kyoto in un ideale viaggio di andata e ritorno. Una distanza che appare più culturale che geografica, e che per questo richiede un cambio di mentalità: formazione, educazione, sensibilizzazione sono le strade da seguire e le nuove generazioni risultano gli interlocutori privilegiati di questo impegno.