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L'esposizione "Oblio e rinascita" si rinnova e spalanca le porte sul buio

24-02-2006 / Giorno per giorno

La mostra fotografica di Tiziano Menabò e Fabio Fogacci si rinnova, avviando un nuovo percorso di rappresentazione della natura che da oggetto di contemplazione diventa protagonista. Ad un mese di distanza dall'inaugurazione di "Oblio e rinascita", all'interno degli spazi di Casa dell'Ariosto, gli autori chiudono la prima fase della loro rassegna, promossa dall'Amministrazione comunale, sostituendo le quaranta fotografie esposte con altrettanti nuovi scatti dedicati al campo di raccolta per ebrei di Fossoli, nel modenese. "La prima parte della mostra - dichiarano i due artisti - è stata una sorta di corso propedeutico alla lettura di elementi naturali che abbiamo sotto gli occhi, ma che ci lasciamo sovente sfuggire per frenesia, impegni, o forse anche per una certa superficialità. E dopo l'oblio, la rinascita; una nuova armonia, in un ramo, una foglia o uno stelo d'erba, una frenesia vitale che vorremmo permeasse anche i rapporti tra esseri umani, senza distinzione alcuna. Il nostro - precisano ancora gli autori - è un percorso di lettura che passa attraverso la successione di due differenti corpi fotografici. Volevamo, senza presunzione alcuna, che le nostre fotografie aiutassero a decodificare, prima, e riflettere, poi, su come la rinascita passi inesorabilmente anche attraverso il degrado dell'abbandono e l'indifferenza. Su quanto la natura sia madre severa nel richiamare ed educare al rispetto e alla comprensione tra gli uomini. In tal senso, i cinque grandi scatti all'inizio della mostra funzionano come una sorta di porta che va spalancandosi sul buio...". Le nuove opere in esposizione ritraggono ciò che rimane del campo di Fossoli dopo aver ospitato in tempi successivi gruppi di persone diversi: prima drappelli di sfollati, poi membri della comunità cattolica di Nomadelfia e infine profughi giuliani e dalmati. "In esse - dichiarano gli organizzatori della mostra - emerge una natura che lotta per rivendicare il proprio ruolo, che grida, attraverso il sofferto contorcimento di rami e arbusti, il proprio dolore per essere stata piegata a un fine disumano. Una natura che, in solitudine, avviluppa, nasconde, ricopre; ma che sa anche accarezzare e consolare con indole e tenacia materne". La mostra "Oblio e rinascita" negli spazi di Casa dell'Ariosto, di via Ariosto 67, rimarrà aperta fino al 12 marzo prossimo, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; la domenica dalle 10 alle 13.